2022-11-18
Vaccini, zero test sul mix spinto dal ministro
Il titolare della Salute invita i cittadini a farsi le iniezioni anti Omicron e influenza nello stesso giorno. Gli «esperti» garantiscono la sicurezza del cocktail. Eppure, come ha ribadito la stessa Pfizer, non sono mai stati svolti studi sull’interazione tra i farmaci.Il neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato che «entro la prossima settimana avremo una campagna di comunicazione per la vaccinazione contro influenza e Covid». In realtà, già da ottobre le Regioni invitano a farsi primo, doppio, terzo richiamo e l’antinfluenzale, che «può essere effettuata nella stessa seduta della vaccinazione anti Covid-19». Anche tre società scientifiche si erano unite un mese fa, nella campagna per la doppia puntura dal titolo «Non solo flu: porgi l’altra spalla 3.0». SitI (Società italiana d’igiene medicina preventiva e sanità pubblica), Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali) e Simg (Società italiana di medicina generale) affermavano di volere aumentare le coperture vaccinali, assicurando: «Con la co-somministrazione non si corre alcun rischio». D’altra parte, questo è l’invito del ministero della Salute, che nell’aggiornamento sui richiami con vaccini bivalenti anti Sars-CoV-2, il 17 ottobre dichiarava: «È possibile la somministrazione concomitante (o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo) con altri vaccini, compresi i vaccini basati sull’impiego di patogeni vivi attenuati, con l’eccezione del vaccino contro il vaiolo delle scimmie (Mva-Bn), per il quale resta ancora valida l’indicazione di una distanza di almeno 4 settimane (28 giorni) tra un vaccino e l’altro». C’è un però, inquietante. Nella circolare del 23 settembre, lo stesso ministero informava sull’utilizzo dei bivalenti e, al punto 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione, scriveva: «Non sono stati effettuati studi d’interazione. La somministrazione concomitante di Comirnaty original/Omicron BA.4-5 con altri vaccini non è stata studiata». A Lungotevere Ripa, in un primo momento si era riportato correttamente quanto Pfizer afferma, ovvero che «non ci sono informazioni sulla co somministrazione di Pfizer-BioNTech, vaccino bivalente, con altri vaccini». Big pharma l’ha detto nell’aggiornamento del 12 ottobre, ribadendo il concetto pure in data 9 novembre: non ha informazioni sull’opportunità, quindi sulla sicurezza di iniettare l’anti Covid assieme ad altri vaccini, perché non ha fatto studi a riguardo. La stessa dichiarazione che l’azienda farmaceutica continua a fornire anche circa la somministrazione del siero mRna a donne in gravidanza e che allattano. «Non sono disponibili dati sull’uso del vaccino bivalente, durante la gravidanza», come pure non ce ne sono «per valutare gli effetti del vaccino Pfizer BionTech Covid-19 o del Pfizer-BionTech vaccino Covid-19, bivalente, sul neonato allattato al seno o sulla produzione/escrezione di latte». Pfizer lo dice chiaro, non ha fatto studi a riguardo. Lo ripete anche per i bivalenti e in questo modo si tutela contro qualsiasi azione legale per danni da utilizzo improprio. I ginecologi, le società scientifiche che nel mondo continuano a rassicurare le donne in attesa della loro creatura, invitandole a vaccinarsi e a non temere se lo faranno mentre allattano, dovrebbero avere l’onestà professionale di ammettere che non seguono le indicazioni della casa farmaceutica. Obbediscono alle agenzie regolatorie, ai governi, ma non per la salute di donne e bambini. Pfizer non ha mai cambiato una riga della sua presa di distanza dalle vaccinazioni in gravidanza, e con la stessa chiarezza dice di non sapere se l’anti Covid può essere dato assieme ad altri vaccini. Eppure, dopo venti giorni dalla circolare che riporta la posizione di Pfizer, Gianni Rezza (direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero), Nicola Magrini (direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco), Silvio Brusaferro (presidente dell’Istituto superiore della sanità) e Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di sanità) firmano un documento in cui «si sottolinea l’importanza di considerare la possibilità di co somministrare il vaccino antinfluenzale e quello anti Sars-CoV-2 nella preparazione e conduzione della campagna di vaccinazione contro il virus dell’influenza». Che cosa è cambiato nel frattempo? Hanno compiuto studi record che nemmeno la casa farmaceutica può permettersi, e sono arrivati alla conclusione che la somma di vaccinazioni nella stessa seduta non presenta rischi? In base a quali dati dispensano rassicurazioni, autorizzando l’inevitabile amplificazione di infondate certezze? «Non si può che rimanere sconcertati di fronte a questa nuova, grave mancanza di chiarezza delle istituzioni nei confronti dei cittadini, indotti a effettuare scelte riguardo alla propria salute senza avere coscienza dei rischi che corrono» esclama l’avvocato Mauro Franchi di Praesidium, osservatorio giuridico costituito in Parma per la tutela dei diritti costituzionali dei cittadini. Aggiunge: «Le persone hanno diritto di avere una completa e chiara informazione, anche per poter rilasciare un consenso in piena consapevolezza. Gli stessi Ordini dei medici, a conoscenza delle informative ministeriali, hanno il dovere di comunicare ai propri iscritti l’esistenza di tali contraddizioni». Albi professionali che sono stati così pronti a sospendere i sanitari non vaccinati «in nome della salute dei pazienti», però sempre senza interrogarsi sulla scientificità di simili misure.