2024-05-05
Ultima vergogna sui vaccini: «Effetti avversi? si sapeva...»
Per anni chi parlava di possibili controindicazioni veniva bollato come no vax e negazionista: ora, con totale nonchalance, «Repubblica» e pure «New York Times» trattano le reazioni collaterali da evidenze assodate.Ma che problema è? Ma che notizia è? A leggere un articolo dell’inserto Salute di Repubblica c’è da rimanere basiti. Soprattutto c’è da inferocirsi se si è vittima dei cosiddetti effetti collaterali del siero anti coronavirus. Infatti, sul quotidiano della famiglia Agnelli è comparso un servizio in cui si spiega che uno studio mondiale, condotto su 100 milioni di persone, ha rivelato quali siano state le conseguenze avverse dei vaccini. Fin qui niente di nuovo. Noi per primi ne abbiamo scritto nei giorni scorsi in prima pagina. Ma Repubblica va oltre l’informazione pura e semplice delle reazioni avute da migliaia di persone dopo le iniezioni anti Covid. «Non c’è bisogno di commissioni d’inchiesta», commenta il quotidiano della sinistra chic con parole choc: «bastano gli studi scientifici. E i risarcimenti a chi ha avuto effetti avversi da vaccini». Segue elencazione delle patologie emerse dopo che con pressioni varie, tra cui non ci si può dimenticare del green pass, le persone sono state costrette a vaccinarsi: sindrome di Guillain-Barré, miocarditi, pericarditi eccetera. «I vaccini sono farmaci», si spiega nell’incipit dell’articolo, «e come tutti i farmaci hanno effetti collaterali, detti anche, giustamente indesiderati. Chi li nega o ne sminuisce il peso artatamente non fa cosa buona e, contrariamente a quello che pensa, purtroppo non fa buona pubblicità ai vaccini e alla pratica vaccinale». Peccato che fino a ieri Repubblica e compagni negassero proprio le reazioni non previste, lasciando intendere con tanto di illuminati pareri che fossero frutto di paranoie o di fissazioni ideologiche. Chiunque parlasse di effetti collaterali era preso per pazzo, mitomane o, peggio, invasato no vax. Anzi, i malati che nelle scorse settimane hanno inseguito Roberto Speranza, ex ministro della Salute ai tempi dell’obbligo vaccinale anti Covid, sono stati trattati alla stregua di terroristi che attentavano al tour elettoral-librario dell’esponente del Pd. Presentarsi alle sue conferenze, per mostrarsi su una sedia a rotelle o per esibire la propria cartella clinica conseguente alla vaccinazione, era ritenuta una provocazione. Un attentato alla sensibilità dell’ex ministro. «L’aggressione dei no vax a Speranza è uno schifo», ha scritto un mese fa il Foglio, ossia il quotidiano più intelligente d’Italia, che infatti gli italiani, notoriamente ignoranti, si guardano bene dal leggere, lasciandolo sul bancone delle edicole. «Dietro i dementi no vax che hanno minacciato Speranza ci sono mestatori pseudo giornalisti e la stessa politica. Da leoni da tastiera a buzzurri da riviera». Spiritosi quelli del Foglio, eh? No, non ci sono né dementi no vax né mestatori dietro le contestazioni - non le aggressioni - all’uomo che insieme a Draghi si intestò il green pass. Ci sono le persone che ancora oggi sulla propria pelle misurano le conseguenze indesiderate del vaccino. Non sono no vax, lo dice la logica più del buon senso, perché si sono vaccinate. E non sono neppure mestatori, sono solo mesti, perché rimuginano su una «cura» che è stata loro imposta, con promesse fasulle («Così avrete la certezza di non contagiarvi e non contagiare») o con la forza («senza iniezione non potrete né lavorare, né usufruire dei servizi pubblici»).Oh, certo adesso tutto ciò sembra molto lontano, tutto molto superato. Ma non per loro, che ancora oggi patiscono gli «effetti avversi», quelle conseguenze indesiderate che ora Repubblica, altro quotidiano di intellettuali, ci dice che sono sempre esistite e dunque che c’è da stupirsi? Dove sta la notizia? Non servono commissioni d’inchiesta, perché ogni cosa è già scritta, già nota agli studi scientifici e per questo ci sono i risarcimenti. Ma in realtà gli studi scientifici si nascondono e i rimborsi alle persone danneggiate dal vaccino, come abbiamo scritto di recente, si negano. No, non può essere finita così. Non si può far finta di niente, liquidando la faccenda come una cosa vecchia e pure risaputa. Se, come noi, che non siamo mestatori ma facciamo il mestiere scomodo di chi deve dare le notizie, abbiamo scritto, Astrazeneca ritira il suo vaccino una ragione c’è. E noi vogliamo conoscerla. Non ci basta voltare pagina. Quella pagina intendiamo leggerla. Per sapere fino in fondo la verità e per raccontarla ai nostri lettori e soprattutto per rivelarla alle vittime di quel vaccino. O quanto meno ai familiari di chi ha pagato con la vita un’iniezione.