2024-09-10
Utrecht, quartiere senza vetture. Per Bruxelles è il modello da seguire
Nel quartiere Merwede di Utrecht (Paesi Bassi) le automobili sono completamente bandite (iStock)
Nel sobborgo olandese si va solo in bici e può fare car sharing una famiglia su tre. Ma in quest’area i cittadini sono abituati alle due ruote e l’altitudine massima è quattro metri. L’esempio non è replicabile.Neanche a farlo apposta; nel giorno in cui Mario Draghi striglia l’Europa dicendo: o si cambia o si muore, in Olanda tirano dritto verso le praterie green; senza auto, senza industrie, in un’arcadia dove conta salvare il pianeta - che però non ce l’ha chiesto - e degli uomini si può pure fare a meno. Nasce un quartiere senza parcheggi dove al massimo è consentito fare del car sharing con un’auto – solo a pila - ogni tre famiglie. Lì nessuno potrà possedere una sua macchina: o si va piedi o in bici. Questo eden della vita al verde si chiama Merwede: è il nuovo quartiere che sorge alla periferia nord di Utrecht pensato per essere ostile le auto. Ci vivranno 12.000 persone in 6.000 abitazioni – un quarto già costruite - su 24 ettari punteggiati dagli stalli per circa 4.000 biciclette previste. Il progetto è dell’architetto Marco Broekman che ha creato le catacombe per le auto. Sono realizzate a distanza di sicurezza dalle abitazioni: circa 1.800 piazzole interrate che costeranno l’ira di Dio e che non possono essere vendute insieme agli appartamenti proprio per scongiurare che a Merwede entri un’auto. In compenso chi abita in questo spazio pedestre ha il teleriscaldamento (sottoterra hanno realizzato un mega impianto), i giardinetti, le scuole e il drenaggio della pioggia dai vialetti. Si dice che questo quartiere è un inno alla libertà. Anni fa Agatha Christie sentenziava: «Nessuno oggi può capire quali cambiamenti il possesso di un’auto provocasse. Si era liberi di andare ovunque; tutto l’orizzonte della vita si allargava». Ma in Europa va diversamente. E torna in mente lo studio del capo economista della Deutsche Bank Eric Heymann che ammoniva: «Il Green deal farà perdere solo nel comparto dell’auto in Germania 840.000 posti di lavoro; per imporlo servirà un eco-dittatura». L’idea agli olandesi è venuta osservando Vauban, quartiere che ospita 5.000 famiglie pedonali, a Friburgo il primo a sfrattare le auto. Peraltro a Utrecht c’è il parcheggio coperto per bici più grande del mondo: ne contiene fino a 13.000. È anche la città delle ferrovie olandesi e l’auto non è amatissima dai concittadini di Marco Van Basten che si spostano in barca lungo i canali. Hanno alzato anche le tariffe del parcheggio scambiatore alla stazione: un giorno costa 28 euro, 50 dal secondo. Utrecht - città dello shopping che ha rinunciato alla zona industriale per trasformarla in campus per gli oltre 40.000 universitari che la mantengono, compresa una ininterrotta «foresta» di locali dove si spaccia di tutto: dalle calorie alimentari ad altre erbe - non ha un solo parcheggio per auto gratuito. Oltre il 40% degli spostamenti sotto i 5 chilometri si fa a pedali e il Comune ha il problema del sovraffollamento delle bici. Si teme però che Bruxelles voglia farla diventare il modello per l’Europa. C’è un piccolo particolare: Utrecht ha come altitudine massima 4 metri sul livello del mare, proporre la mobilità solo a pedali a Bergamo alta, o a L’Aquila parrebbe un po’ più faticoso. Eppure qualcuno in Italia vuole imitare gli olandesi. Tra questi c’è il sindaco di Milano che ha deciso la guerra totale alle auto. Giuseppe Sala sta pensando di mettere la tariffa a peso per i parcheggi sull’esempio di madame Anne Hidalgo a Parigi. Provvedimento flop, ma molto pittoresco per stangare «i prepotenti» che guidano i Suv. Peccato che le auto elettriche pesino tutte di più dei Suv e finiscano per essere le più penalizzate. Come si sa la famosa zona C diventa a pagamento anche durante i week-end. In pratica entrare a Milano in auto per un non residente è impossibile se non pagando una gabella che il sindaco ha spiegato serve a rimettere in ordine i conti del Comune che non riesce a stappare i tombini quando piove. Ma anche qui ecco spuntare il provvedimento green. Secondo l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli il sistema c’è: togliere l’asfalto per far sì che la terra dreni l’acqua piovana. Insomma Milano: una città dalle strade bianche. È previsto anche a Merwede. Piano piano si arriva all’ostracismo dell’auto imboccando la via della decrescita felice! Tutto avviene mentre Mario Draghi avvisa: «Se l’Europa non potrà diventare più produttiva non saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, leader nelle nuove tecnologie, un faro della responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale». E mentre i costruttori di auto avvertono: non reggiamo! Volkswagen chiude per la prima volta in 86 anni una fabbrica e forse due, si appresta a fare tagli per 90.000 posti di lavoro, Audi ferma gli impianti in Belgio, Volvo rinuncia agli investimenti nell’elettrico. Solo in Italia – nel settore automotive - si stimano 70.000 posti di lavoro cancellati dalla «lotta» alle quattro ruote. Il governo italiano chiederà a Bruxelles – sostenuto anche dal presidente di Confindustria Emanuele Orsini - di ripensare lo stop ai motori endotermici nel 2035. Eppure parafrasando un vecchio tormentone di Francesco Baccini Milano ha il suo nuovo inno: «Sotto questo Sala bello pedalare». Sì, ma c’è da sudare. Ah, sia detto per inciso: il quartiere anti-auto a Utrecht è stato pensato per arrestare il riscaldamento globale. Però nel 1674 la città venne rasa al suolo da un uragano. Quando si dice il cambiamento climatico!
(Ansa)
Lo ha detto il Commissario europeo per l'azione per il Clima Woepke Hoekstra a margine del Consiglio europeo sull'ambiente, riguardo alle norme sulle emissioni di CO2 delle nuove auto.
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