2020-10-03
Usa: perché la linea di successione rischia di incepparsi
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La positività di Donald Trump al coronavirus ha messo al centro del dibattito politico la questione della successione presidenziale. Il problema al momento non si pone direttamente, perché l'inquilino della Casa Bianca risulterebbe in condizioni relativamente buone e ha per ora escluso un trasferimento temporaneo di potere al vicepresidente.La spada di Damocle resta tuttavia sospesa. È infatti noto che, secondo quanto prescrive il XXV Emendamento alla Costituzione, in caso di inabilità perpetua del presidente l'incarico venga conferito al suo vice, che diventa in questo modo a sua volta Commander in Chief. Esattamente quanto accadde nel 1974, quando - a seguito delle dimissioni di Richard Nixon a causa dello scandalo Watergate - divenne presidente il suo vice, Gerald Ford. La successione in questo caso è quindi chiara, automatica e priva di ambiguità. Il problema tuttavia sorgerebbe nel caso fosse Mike Pence, una volta entrato ipoteticamente in carica, ad ammalarsi e a essere impossibilitato nello svolgere le funzioni presidenziali. Che cosa accadrebbe in quel caso? Molti esperti, nelle scorse ore, hanno sottolineato che - anche in questo caso - una successione risulterebbe garantita. E in effetti, sulla carta, le cose sembrerebbero stare effettivamente così. Secondo quanto prescritto dal Presidential Succession Act del 1947, dopo il vicepresidente l'incarico dovrebbe passare allo Speaker della Camera, poi al presidente pro tempore del Senato e poi al segretario di Stato. La linea di successione segue poi con una lunga lista di ulteriori ministri. Insomma, la situazione parrebbe sotto controllo. Eppure non è così. In primo luogo ricordiamo che, mentre la successione del presidente da parte del vice sia disciplinata dalla Costituzione, il Presidential Succession Act risulti di contro un semplice statuto federale. Uno statuto federale su cui, come riportato ore fa da Politico, pesano seri dubbi di costituzionalità. Qual è esattamente il problema?Secondo alcuni giuristi, il Presidential Succession Act violerebbe la cosiddetta «clausola di successione» contenuta nella Costituzione americana. Una clausola che recita come segue: «In caso di rimozione del presidente dall'ufficio o di sua morte, dimissioni o incapacità ad esercitare i poteri e i doveri del detto Ufficio, questo passerà al vicepresidente, e il Congresso dovrà con legge provvedere per i casi di rimozione, morte, dimissioni o incapacità sia del presidente sia del vicepresidente, dichiarando quale funzionario agirà in tal caso come presidente, e tale funzionario agirà di conseguenza finché tale incapacità venga a cessare o sia eletto un presidente». Il busillis ruota attorno alla definizione di «funzionario»: una definizione che, secondo alcuni giuristi, dovrebbe riguardare solo chi opera nell'ambito del potere esecutivo (quindi tendenzialmente ministri o sottosegretari).Di contro, lo Speaker della Camera e il presidente pro tempore del Senato appartengono al ramo legislativo e, secondo questa interpretazione, non possono essere considerati dei «funzionari». È infatti pur vero che nella clausola di successione non venga specificata la definizione di «funzionario». Ma è altrettanto vero che, nella carta fondamentale, tale termine venga molto spesso usato in riferimento a chi opera nel ramo esecutivo. Il problema sorge anche dal fatto che, secondo la clausola di successione, sembrerebbe che il funzionario che assume la carica presidenziale debba mantenere al contempo quella pregressa: un elemento che creerebbe quindi una commistione tra i poteri, nel caso il soggetto in questione fosse un legislatore. Ne conseguirebbe allora che il Presidential Succession Act risulterebbe contrario alla Costituzione americana.Va senz'altro rilevato che non tutti i giuristi ritengano questa legge incostituzionale. Resta però il dato di natura politica. Date tali premesse, non sarebbe affatto scontata una successione automatica e pacifica da parte di Nancy Pelosi che, ricordiamolo, appartiene al partito opposto a quello che attualmente detiene la Casa Bianca. Una simile eventualità potrebbe essere accolta con un ricorso legale da parte di qualche ministro dell'attuale amministrazione americana. E il meccanismo di trasferimento del potere rischierebbe seriamente di incepparsi.
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