2025-09-29
Nuove fibrillazioni tra Stati Uniti e Colombia
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Il presidente colombiano Gustavo Petro (Ansa)
Sta salendo la tensione tra Washington e Bogotà. Venerdì, gli Stati Uniti hanno reso nota la cancellazione del visto al presidente colombiano Gustavo Petro.La mossa dell’amministrazione Trump è arrivata dopo che Petro, mentre era a New York per partecipare all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha esortato l’esercito statunitense a non eseguire gli ordini della Casa Bianca. Parlando della crisi di Gaza a un gruppo di sostenitori pro Palestina nei pressi del Palazzo di Vetro, il presidente colombiano ha detto: “La forza globale deve essere più grande di quella degli Stati Uniti. Ecco perché da qui, da New York, chiedo a tutti i soldati dell'esercito americano di non puntare i fucili contro l'umanità”. “Disobbedite agli ordini di Trump. Obbedite agli ordini dell'umanità”, ha aggiunto. Parole che hanno irritato significativamente Washington. “Stamattina, il presidente colombiano, Gustavo Petro, si è presentato in una strada di New York e ha esortato i soldati americani a disobbedire agli ordini e a incitare alla violenza. Revocheremo il visto a Petro a causa delle sue azioni sconsiderate e incendiarie”, ha dichiarato il Dipartimento di Stato americano, innescando a sua volta la reazione dello stesso Petro. “Ciò che il governo degli Stati Uniti mi sta facendo viola tutte le norme di immunità su cui si basa il funzionamento delle Nazioni Unite e della sua Assemblea Generale. C'è immunità totale per i presidenti che partecipano all'Assemblea e il governo degli Stati Uniti non può condizionare l'opinione degli Stati Uniti”, ha affermato il presidente colombiano. D’altronde, che i rapporti tra Washington e Bogotà fossero tesi, non era un mistero. A metà settembre, gli Stati Uniti hanno definito la Colombia un Paese che ha “dimostrato di non aver rispettato” i suoi obblighi in materia di lotta al traffico di droga. La posizione americana ha irritato il governo di Bogotà che, per ripicca, ha annunciato di voler cessare l’acquisto di armi dagli Stati Uniti. Ma gli attriti erano già cominciati a fine gennaio, quando Washington organizzò dei voli per rimandare in Colombia alcuni immigrati irregolari. Nonostante inizialmente avesse dato l’ok, Petro improvvisamente revocò il suo assenso, quando gli aerei erano già decollati. A quel punto, Trump minacciò di imporre dazi del 25% al Paese latinoamericano, oltre a delle misure restrittive per i visti concessi ai funzionari colombiani. Tanto bastò per ammorbidire il presidente colombiano, che alla fine chinò il capo. Dal punto di vista strutturale, l’attuale Casa Bianca teme il progressivo avvicinamento di Bogotà a Pechino. Non è d’altronde un mistero che, da quando è tornato presidente, Trump abbia avviato una sorta di riedizione della Dottrina Monroe con l’obiettivo di arginare l’influenza cinese sull’America Latina. E’ anche in questo quadro che va letto il suo burrascoso rapporto con Petro.
(Totaleu)
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