Mentre si avvicina il primo dibattito presidenziale tra i candidati repubblicani, è opportuno dare un’occhiata a come sta andando la campagna elettorale in vista delle primarie del Gop.
A dominare incontrastato la pletora dei contendenti continua ad essere Donald Trump. Secondo la media sondaggistica di Real Clear Politics aggiornata al 10 agosto, l’ex presidente è avanti con il 54,2% dei consensi. Al secondo posto si colloca invece il governatore della Florida, Ron DeSantis, attestatosi al 15,1%: un risultato piuttosto magro, anche alla luce del fatto che, nel suo caso, si registra un trend nettamente negativo. Dal 18 giugno a oggi ha perso ben cinque punti. Sulla carta, il governatore resta ancora il contendente più temibile per Trump. È tuttavia un dato di fatto che la sua campagna si è letteralmente incartata. O riuscirà a riprendersi nel corso dell’estate oppure il destino elettorale di DeSantis rischierà di rivelarsi simile a quello dell’ex governatore del Wisconsin, Scott Walker. Considerato inizialmente un astro nascente del Partito repubblicano, dovette interrompere la sua campagna presidenziale a settembre 2015 a causa di un progressivo crollo dei consensi. Chi invece sta registrando una buona performance è il businessman Vivek Ramaswamy che, da inizio agosto, ha guadagnato un punto percentuale, piazzandosi attualmente al terzo posto con il 6,1% dei consensi (ad aprile, Ramaswamy, superava appena l’1%).
Il quarto posto se lo aggiudica per ora l’ex vicepresidente, Mike Pence, che è al 5,2%: non esattamente una performance brillante. Costui sconta d’altronde notoriamente l’antipatia di gran parte dell’elettorato trumpista e, negli ultimissimi mesi, non ha mai veleggiato oltre il 6% dei consensi. La situazione è ancora peggiore per Nikki Haley. Se a marzo l’ex ambasciatrice all’Onu si attestava attorno al 6%, adesso ha dimezzato il suo gradimento, cadendo al 3,4% e piazzandosi al quinto posto. La Haley sconta una non eccessiva popolarità tra la base repubblicana e forse anche la maggiore attenzione da lei riservata alla politica estera (non certo un dossier centrale in sede di primarie).
Quasi appaiati alla sesta e settima postazione sono rispettivamente il senatore Tim Scott (2,8%) e l’ex governatore del New Jersey Chris Christie (2,6%). Malissimo l’ex governatore dell’Arkansas, Asa Hutchinson, collocato allo 0,8%. Da rilevare che Christie e Hutchinson sono i candidati più apertamente antitrumpisti delle attuali primarie repubblicane. La loro magra performance sondaggistica evidenzia che, almeno al momento, la quasi totalità dell’elettorato repubblicano è favorevole a una linea politica trumpista (anche se non tutti sono convinti che il futuro del Gop sia rappresentato dalla figura dell’ex presidente).
Il primo dibattito televisivo è atteso per il 23 agosto. È probabile che Trump non vi prenderà parte: non ha d’altronde necessità di acquisire notorietà nazionale né è al momento troppo impensierito dai rivali interni, visto il significativo vantaggio sondaggistico. Dall’altra parte, bisognerà capire se il dibattito permetterà a qualcuno dei principali contendenti in lizza di mettersi in mostra e rilanciare la propria campagna elettorale, dando così del filo da torcere a Trump. Non è scontato. Ma neppure impossibile.





