
Andrea Orcel frena sulle acquisizioni: «Ridistribuiremo 22 miliardi contro i 16 annunciati».Con la revisione al rialzo degli obiettivi di distribuzione di capitale ai soci per il 2023 - almeno 6,5 miliardi - e il 2024 (in linea con il 2023), Unicredit distribuirà nel periodo compreso tra il 2021 e il 2024 «22 miliardi contro i 16 miliardi annunciati nel piano Unicredit unlocked». Lo ha sottolineato l’ad Andrea Orcel nel corso della presentazione dei conti semestrali che sono stati archiviati con 4,4 miliardi di utile netto contabile (+91,5% semestre su semestre). Su quest’anno, ha sottolineato Orcel, il dividendo cash sarà quindi almeno di 2,4 miliardi, il 25% in più rispetto agli 1,9 miliardi del 2022 e circa il +35% considerando l’attuale numero di azioni. I soci possono, dunque, brindare. Mentre il risiko può attendere. Su possibili fusioni e acquisizioni, il banchiere continua a essere scettico e a preferire il buyback. «Abbiamo già ottenuto molto», ha sottolineato ieri, «ma il nostro viaggio non è ancora terminato. Gli eccellenti risultati finanziari che abbiamo conseguito negli ultimi dieci trimestri ci stimolano a mettere in campo tutte le nostre forze per ottenere il meglio possibile per tutti i nostri stakeholder». L’M&A, secondo Orcel, «è un acceleratore e quindi alle giuste condizioni lo valuteremo» ma oggi «non ci sono le giuste condizioni e i termini giusti. La nostra valutazione è ben inferiore rispetto ai nostri risultati e quindi continueremo a ricomprare azioni in modo aggressivo, perché è un investimento molto migliore delle opzioni M&A» disponibili. Quanto alla Russia, «la nostra strategia non cambia. Proseguiamo con la decrescita organica, continuiamo a ridurre la nostra esposizione», ha confermato l’ad spiegando che nello scenario peggiore, quello della nazionalizzazione della controllata, l’impatto sul capitale sarebbe nell’ordine dei 40 punti base. La presentazione della semestrale agli analisti è stata anche l’occasione per fare un punto su possibili novità sul business dei pagamenti. «Penso che potrebbero esserci notizie entro la fine dell’anno», ha detto Orcel ricordando l’accordo globale siglato con Mastercard, destinato a generare «un ammontare significativo di sinergie di costo». Unicredit ha poi confermato la volontà di sostenere i «clienti e le comunità in tempi sfidanti». Il gruppo bancario ha annunciato la prossima tranche del programma Unicredit per l’Italia, del valore potenziale complessivo di 10 miliardi, volto a sostenere il reddito disponibile di privati e famiglie e la liquidità delle aziende italiane. L’istituto di piazza Gae Aulenti ha infine annunciato la collaborazione con il Fondo europeo per gli investimenti, indirizzando 1 miliardo verso le piccole imprese nei Paesi dell’Europa centrale e orientale in cui il gruppo è presente. Tornando ai conti presentati ieri, il risultato del secondo trimestre è di 2,3 miliardi sopra le stime. Gli analisti indicavano 1,87 miliardi di euro. I ricavi ammontano a 5,9 miliardi nel trimestre (+24,4%). Il gruppo ha migliorato e aggiornato anche le proprie guidance finanziarie per il 2023, indicando un margine di interesse di almeno 13,2 miliardi, ricavi netti superiori a 21,5 miliardi e un utile netto pari o superiore a 7,25 miliardi. «Nella seconda parte dell’anno continueremo a crescere grazie a tutte le linee commerciali e al solido margine di interesse», ha evidenziato sempre Orcel in un’intervista a Class Cnbc. «Ci aspettiamo due altri aumenti dei tassi in Europa e un periodo di tassi alti più esteso nel tempo. Parte di questo aumento verrà trasferito ai clienti, nella misura del 30% quest’anno e del 40% il prossimo, ma questo non inciderà sulla nostra capacità di fare profitto», ha aggiunto. I risultati diffusi prima dell’apertura della Borsa sono stati apprezzati in Piazza Affari dove il titolo ha subito segnato un balzo del 3% per poi chiudere la seduta con un +0,29% a 22,5 euro. Negli ultimi sei mesi le azioni della banca guidata da Orcel hanno guadagnato il 47,4%.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
iStock
In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






