Andrea Orcel : «Un incremento del prezzo dell’Opa del Banco su Anima può determinare la risoluzione della nostra offerta su Piazza Meda». La risposta: «Cercano di influenzare l’assemblea». Gae Aulenti al 5,2% di Generali.Si accende il conflitto scoppiato dopo il blitz avviato da Andrea Orcel (amministratore delegato di Unicredit) per conquistare Banco Bpm che Giuseppe Castagna in dieci anni è riuscito a risanare rendendolo di nuovo appetibile. Le due banche sono coinvolte in una partita che si gioca su vari livelli, tra le questioni legali, patrimoniali e strategiche. Il nuovo scontro ruota attorno all’offerta pubblica di acquisto (Opa) di Banco Bpm sulla società di gestione del risparmio Anima e alla reazione di Unicredit, che avverte gli azionisti. Se dovessero accettare il rilancio potrebbe ritirare la sua offerta privandoli di un possibile guadagno. Il ring sarà l’assemblea di Banco Bpm convocata per il 28 febbraio, il cui risultato potrebbe avere conseguenze significative per l’intero sistema finanziario italiano. Orcel, infatti, sta anche accrescendo la partecipazione in Generali arrivata al 5,229% Il cuore del conflitto riguarda l’innalzamento da 6,2 a 7 euro del prezzo dell’Opa su Anima. Giuseppe Castagna si dice pronto alle vie legali e definisce quelle del gruppo guidato da Andrea Orcel «accuse molto pericolose» che hanno lo scopo di «influenzare» gli azionisti.Secondo Unicredit, il rilancio su Anima potrebbe compromettere le aspettative di ritorno sugli investimenti iniziali, che erano state descritte come favorevoli proprio grazie ai «limitati assorbimenti patrimoniali». A ciò si aggiunge un altro aspetto cruciale: la rinuncia da parte di Banco Bpm a una o più condizioni precedentemente fissate per l’efficacia dell’Opa, inclusa la questione del Danish compromise.Si tratta della regola Bce che impone alle banche di accrescere le riserve patrimoniali in caso di acquisizioni. L’applicazione della norma rappresenta uno degli snodi centrali della controversia. Secondo Unicredit la mancata applicazione della regola avrebbe un impatto significativo sul patrimonio del Banco aumentando il costo implicito dell’acquisizione della società di gestione del risparmio. Questa variazione potrebbe influire negativamente sulla capacità di distribuire dividendi in linea con le aspettative. Secondo gli analisti di Ubs la mancata applicazione della regola Bce porterebbe il coefficiente patrimoniale dell’istituto di Piazza Meda all’11,8% con un calo di circa 250 punti base. Unicredit ha quindi avvertito gli azionisti di Banco Bpm che, qualora non venissero rispettate le condizioni originarie dell’Opa o qualora venisse applicato il Danish compromise, l’istituto potrebbe decidere di ritirare la propria offerta sul Banco considerandola «potenzialmente incoerente» con le promesse iniziali. Inoltre, la mancanza di chiarezza sulle azioni di mitigazione per proteggere il patrimonio di Banco Bpm solleva ulteriori preoccupazioni in merito alla solidità a lungo termine dell’operazione. Queste dichiarazioni da parte di Unicredit sono dirette agli azionisti di Banco Bpm e soprattutto a Crédit agricole, primo azionista del Banco con il 15%. I francesi non hanno deciso ufficialmente, tuttavia potrebbero essere motivati a votare no in assemblea considerando che Anima è concorrente di Amundi, la loro società di gestione del risparmio. La risposta di Banco Bpm a queste accuse è stata altrettanto decisa. Giuseppe Castagna ha respinto le affermazioni di Unicredit, definendo «pericolose». Ha anche minacciato di adire le vie legali contro Unicredit, accusando l’istituto guidato da Andrea Orcel di voler influenzare il voto degli azionisti. Secondo Castagna, Banco Bpm non intende dipendere dalle decisioni della Banca centrale europea per quanto riguarda l’applicazione del Danish compromise, ma è comunque convinta che tale beneficio verrà concesso, confermando la solidità patrimoniale della banca anche in caso di un esito sfavorevole. Il ceo di Banco Bpm ha inoltre evidenziato l’importanza cruciale di Anima nell’ambito della strategia di Banco Bpm, sottolineando come l’acquisizione della società di gestione del risparmio sia fondamentale per ridurre la dipendenza dalle fluttuazioni dei tassi di interesse, in favore di ricavi più stabili derivanti dalle commissioni. Nel contesto di queste tensioni, le azioni di Unicredit e Banco Bpm hanno chiuso in rialzo. Unicredit è salito dell’ 1,6%, Banco Bpm dello 0,59%. Questi sviluppi evidenziano l’incertezza che aleggia sul futuro dell’operazione e sulle conseguenze che le decisioni dell'assemblea di Banco Bpm avranno non solo per i due istituti coinvolti, ma per l'intero settore bancario italiano.L’assemblea del 28 febbraio rappresenta un passaggio cruciale per entrambe le banche, con gli azionisti di Banco Bpm chiamati a decidere se approvare il rilancio dell’offerta su Anima. In gioco ci sono non solo i destinati asset patrimoniali e le condizioni finanziarie di Banco Bpm, ma anche le possibili ripercussioni sulla competitività e sulla struttura futura del sistema bancario italiano.
2025-10-17
Strage a Verona, Salis frigna: «Colpita da campagna d’odio». Oggi i funerali dei carabinieri
Ilaria Salis (Ansa)
L’eurodeputata fa la vittima dopo le frasi choc sulla «corresponsabilità politica»: «Strumentalizzata dalla destra». Alle esequie di Stato Meloni, La Russa e Schlein.
Maurizio Landini (Ansa)
Il leader della Cgil rinfaccia al capo del governo i rapporti con Trump. Dura la replica: «Fanno la morale sulle donne poi ti danno della prostituta». L’ex Fiom tenta la supercazzola: «Giudizio politico, non sessista».
Marta Cartabia (Imagoeconomica)
Francesco Greco, presidente del Consiglio nazionale forense, ha aperto il congresso della categoria bollando la riforma licenziata dal governo Draghi come «la peggiore: ha snaturato il rito civile». L’attacco: «Introdotte norme spaventose nel processo penale».