2025-06-04
Ecco gli unici «lavoratori» a cui serve il referendum
Dall'alto in senso orario: Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Maurizio Landini (Ansa)
La Schlein attacca il premier perché non ritirerà le schede. Ma molti del suo partito (dalla Picierno a Guerini) faranno lo stesso per boicottare i quesiti sul Jobs act. E «Repubblica» si autosmentisce con un pezzo di Rodotà.Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Ne sanno qualche cosa a Repubblica, dove ieri in prima pagina è comparso il commento puntuto della vicedirettrice Annalisa Cuzzocrea sul caso del giorno, ovvero le dichiarazioni di Giorgia Meloni sui referendum dell’8 e 9 giugno. Il presidente del Consiglio ha spiegato che domenica prossima si recherà al seggio, ma non ritirerà la scheda. Un modo per dire che non parteciperà alla presa in giro degli elettori organizzata dalla sinistra per abrogare le norme che il Pd varò dieci anni fa, ma che ora - per convenienza - sono usate a fini politici.La scelta del premier è assolutamente legittima, anche perché in passato altri capi di governo (Craxi e Renzi) e presidenti della Repubblica (Napolitano), ma pure tanti ministri (Mattarella e Bossi) hanno legittimato la scelta di non votare, in qualche caso addirittura facendo appelli per disertare i seggi. Però, siccome in questo caso Schlein e Landini hanno iniziato una campagna elettorale che serve a preparare il clima per il voto delle regionali e per le amministrative della prossima primavera, rinunciare a votare equivale a sabotare la loro strategia. E dunque Repubblica non ha solo dedicato il titolo di prima pagina alla decisione di Giorgia Meloni («Meloni: vado ma non voto, è scontro sul referendum»), ma ha pure aggiunto l’editoriale della vicedirettrice: «Una furbizia poco onorevole». Secondo Cuzzocrea «non è un bello spettacolo vedere il governo infastidito dalla democrazia». Non votare, infatti, sarebbe una scelta contraria alla libera espressione degli elettori su quesiti importanti come quelli sottoposti da Landini e Schlein, sul lavoro e la cittadinanza agli immigrati.Peccato che a demolire le argomentazioni del numero due di Repubblica ci abbia pensato la stessa Repubblica, che sul sito del quotidiano di casa Agnelli, in occasione delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della testata fondata da Eugenio Scalfari, ha ripubblicato un articolo di Stefano Rodotà apparso sulle pagine del giornale 35 anni fa. Già il titolo è significativo («Il paradosso del referendum»), ma l’incipit del pezzo è fulminante. L’editoriale venne scritto a commento del flop dei quesiti proposti dagli ambientalisti sulla caccia. «Che cosa sta succedendo? Davvero mi sembra che il criterio guida per la nostra classe politica stia diventando la metafora (o l’illusione) della eliminazione della febbre attraverso la rottura del termometro. Appena si verifica qualcosa che non quadra con pigre previsioni o speranze avventate, ecco l’invocazione di modifiche costituzionali, di cambiamenti radicali delle regole. È avvenuto anche in occasione degli ultimi referendum dopo che, per la prima volta, è mancata la maggioranza per renderli validi. Invece di riflettere seriamente sul perché di questa vicenda, tutt’altro che imprevedibile, è cominciata la corsa a chi le sparava più grosse sulle modifiche del referendum». All’epoca, i verdi e la sinistra si erano scagliati contro chi aveva scelto di non votare e, invece di riconoscere di essere minoranza nel Paese, avrebbero voluto cambiare le regole, affinché anche senza il raggiungimento del quorum fosse possibile abrogare le leggi sgradite. Di fatto, sollecitavano una dittatura della minoranza contro il parere della maggioranza. Rodotà allora spiegò che non c’era affatto da stupirsi se il plebiscito non aveva spinto gli italiani a votare: «Siamo di fronte a un’eventualità che la Costituzione ha previsto, a una modalità di comportamento dei cittadini che potrà non piacere, ma sta tutta nelle regole del gioco». Il futuro presidente del Pds, nel suo commento usò parole di fuoco nei confronti di chi, dopo aver perso, se la prendeva con il meccanismo costituzionale, accusando i promotori del plebiscito di mediocrità, rozzezza nelle analisi, incapacità di previsione. Se hanno perso, era il senso del discorso, non è certo per il mal funzionamento dell’istituto referendario, ma per la loro assenza di fiuto politico. Pensandoci, è ciò che sta accadendo in questi giorni. Temendo che l’8 e il 9 giugno non si raggiunga il quorum e dunque la consultazione non sia valida, la sinistra spara contro chi sceglie di non votare o di dire, come ha fatto Meloni, che non ritirerà la scheda. Scelta legittima, assolutamente consentita: altro che insulto alla democrazia o sgarbo alle intenzioni degli italiani. Semmai, a ignorare le regole del gioco, per dirla con Rodotà, sono i compagni. I quali forse temono che un voto negativo dimostri la loro «mediocrità, rozzezza e incapacità di previsione».Ma l’aspetto più incredibile della polemica è che una parte del Pd (ovvero Lorenzo Guerini, Marianna Madia, Lia Quartapelle, Pina Picierno) è sulla stessa linea del presidente del Consiglio, cioè non ritirerà la scheda. Dunque, ciò che se fatto da un esponente del centrodestra è un’offesa alla democrazia, se lo fa un parlamentare della sinistra è una scelta democratica. La verità è che il referendum non è sulle norme che regolano il lavoro e la cittadinanza, ma sulla leadership del Partito democratico. Per capire se Schlein è maggioranza nel Pd oppure no.
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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