2023-11-24
La verità di Ilary sulla fine della storia con Totti in un documentario su Netflix
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Unica, come la maglietta che il Pupone le aveva dedicato, non è la cronistoria di un divorzio, ma la fine di un amore letta solamente attraverso un paio di occhi: quelli dell’ex letterina, di una donna in lacrime davanti alla telecamera. «Io non potevo credere che l'uomo che è stato accanto a me per vent'anni, metà della mia vita, avesse fatto una cosa del genere», la si sente dire, la voce incrinata dal pianto, nel trailer del documentario, su Netflix da venerdì 24 novembre.Sembrava una fiaba destinata all’eternità, l’eccezione felice alla regola che vuole quelle fra vip come relazioni mediocri. Francesco Totti e Ilary Blasi erano l’amore, il re e la regina di Roma: belli e sfacciati, felici di una felicità che si sarebbe scoperto essere effimera. Era l’11 luglio 2022, la parola «divorzio» una novità, il fulmine in un cielo che altri – i media, il gossip – dicevano essere plumbeo. Totti e Ilary Blasi, fino ad allora, avevano cercato di tamponare. «Nessuna crisi», avevano giurato, la bionda e il suo trucco perfetto davanti alle telecamere di Verissimo. Le insinuazioni, le foto erano state liquidate come «fake news», figlie dell’ignobile macchina del fango, pronta a trascinare con sé i reali di un’Italia che voleva crederli innamorati. Poi, tutto quel parlare è finito. Il silenzio è stato rotta dalla verità. Si sarebbero separati, l’ex capitano della Roma e la conduttrice Mediaset, il suo sorriso candido. Avrebbero messo fine ad un amore ventennale, lo avrebbero fatto con acredine, con livore, riservando l’uno all’altro le ripicche e le vendette che solo la sofferenza emotiva è capace di generare.Il sogno si sarebbe infranto, i Rolex sarebbero scomparsi, le borse griffate nascoste in un armadio. Totti avrebbe ufficializzato la relazione che Dagospia, da tempo, sosteneva avesse. Ilary Blasi sarebbe andata oltre: un nuovo compagno, una nuova felicità. Le miserie della rottura sarebbero finite sui giornali, rompendo l’illusione che vent’anni d’amore avevano nutrito. Totti e Ilary Blasi, così belli, così innamorati, si sarebbero rivelati ex rabbiosi e scottati, non regali ma vendicativi come chiunque – financo un adolescente – avrebbe potuto essere. E, mentre i cocci finivano sul pavimento, ciascuno raccontava la propria verità. Una verità che, a distanza di un anno e più dalla separazione, Ilary Blasi ha deciso di infilare all’interno di un documentario.Unica, come la maglietta che il Pupone le aveva dedicato, non è la cronistoria di un divorzio, ma la fine di un amore letta solamente attraverso un paio di occhi: quelli dell’ex letterina, di una donna in lacrime davanti alla telecamera. «Io non potevo credere che l'uomo che è stato accanto a me per vent'anni, metà della mia vita, avesse fatto una cosa del genere», la si sente dire, la voce incrinata dal pianto, nel trailer del documentario, su Netflix da venerdì 24 novembre. «A volte si è detto troppo. A volte si è detto poco. A volte si è detto sbagliato», prosegue la conduttrice, impeccabile nelle immagini, raccontando la sua versione, la sua verità, la sua percezione della fine e del suo inizio. «A fine gennaio [2022, ndr] andiamo a cena e, a un certo punto, comincio a notare un marito diverso. E da lì un disastro. A chi credo: ai giornalisti o a mio marito?». Le parole corrono, si susseguono. Con loro, i proclami. «Io ho sposato Francesco Totti per amore, non per soldi», giura rabbiosa la Blasi, mentre un coro le fa eco. Sono le testimonianze, le voci della madre e della sorella, di chi la conosce e con lei è pronta a sostenerne le percezioni. Unica non è una cronistoria, è l’apologia di una donna ferita. Un’apologia cui, forse, un domani, ne seguirà un’altra, diversa, maschile: metà di quel Casa Totti che il tempo e la vita hanno reso ormai irrealizzabile.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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