2020-12-18
Un posto al «Sole» per Confindustria. Tagli e un nuovo socio per il giornale
Viale dell'Astronomia pensa a una svalutazione da 70 milioni della partecipazione nella casa editrice. Tra i pretendenti Urbano Cairo, Caltagirone Editore e John Elkann (che riporterebbe dopo anni Fca nell'associazione).Al Consiglio generale di Confindustria di ieri si è discusso del bilancio preconsuntivo 2020 e il preventivo 2021, con il varo della spending review decisa dal presidente Carlo Bonomi che prevede una sforbiciata a consulenze e benefit per i dirigenti. Ma anche del futuro del Sole 24 Ore. I due temi del resto, sono, in parte legati. Perché proprio nella strategia finanziaria dei vertici è prevista l'ipotesi di una maxi svalutazione della partecipazione (il 61,5%) del gruppo editoriale di cui si sarebbe discusso in Consiglio. Come ha scritto ieri il Corriere della sera, il giornale è in carico per 89 milioni ma la presidenza ha giudicato che questa cifra non fosse più credibile agli occhi del mercato e l'ha riportata ai valori di Borsa (circa 19 milioni). La mossa è stata subito interpretata come il prodromo di una vendita. Secondo quanto risulta alla Verità, però, in viale dell'Astronomia l'opzione non è allo studio ma non si esclude la ricerca di un partner industriale strategico con cui avviare e definire un percorso comune. «Prima si cambia e si risana, poi si valuteranno eventuali alleanze», riferiscono le fonti escludendo categoricamente una cessione. «Ho presentato, sulla scorta delle voci che stavano uscendo, un esposto a Consob. A dimostrazione che noi non vogliamo vendere. Poi come azionista di maggioranza mi aspetto che il cda faccia un piano anche a breve di rilancio della testata», aveva detto a ottobre lo stesso Bonomi in tv intervistato da Lucia Annunziata smentendo il disimpegno nei confronti del giornale delle imprese.Sta di fatto che i rumors sul mercato editoriale continuano a girare vorticosamente. E nelle ultime settimane sono circolate diverse ipotesi. Tra queste, ci sarebbe la possibilità di un'offerta da parte del Gruppo Gedi di John Elkann di rilevare almeno il 20% del Sole. Il nipote dell'Avvocato ha di recente ceduto quattro testate locali, Il Tirreno, Le Gazzette di Modena e di Reggio, La Nuova Ferrara (e in vista c'è adesso anche la cessione della Nuova Sardegna). Lo ha fatto per ottimizzare i conti, ma forse anche in vista di nuove acquisizioni e per un nuovo assetto editoriale. Possedendo già La Stampa, Repubblica, Il Secolo XIX c'è il rischio che acquistando anche il quotidiano finanziario di viale dell'Astronomia possa ricevere qualche segnalazione da parte dell'Antitrust. Forse conquistare il 20% del giornale diretto da Fabio Tamburini potrebbe essere una soluzione. Il punto, come sostengono alcuni alti dirigenti di Confindustria, è che l'investimento di Elkann sul Sole farebbe parte di un'operazione più ampia, che porterebbe Fca a rientrare nell'associazione degli industriali, abbandonata dai tempi di Sergio Marchionne. Anche qui però ci sarebbero delle difficoltà, dovute anche ai rapporti complicati tra gli attuali vertici confindustriali e Intesa Sanpaolo, azionista «di peso» del Sole 24 Ore. Ma anche di Rcs. Come ha scritto di recente Mf, si è infatti accesa la sfida diretta tra Elkann e Urbano Cairo. Il primo, ha sempre avuto, come il nonno, l'interesse e la passione per l'editoria. Non per nulla, a lungo, hanno avuto un ruolo preponderante nel Corriere della sera. Casa editrice e quotidiano che dall'agosto del 2016, è controllata da Urbano Cairo (che è anche il proprietario del Torino). E in passato erano circolate voci, sempre smentite, di un interesse per il Sole anche da parte di Rcs. In pista potrebbe scendere anche Caltagirone Editore, che proprio qualche settimana fa ha lanciato il nuovo dorso economico del Messaggero. Nell'ultimo mese il titolo del gruppo romano ha messo a segno in Borsa un balzo «sospetto» di oltre il 30% ma c'è chi imputa la raffica di acquisti alle manovre dei fondi attivisti in vista del rinnovo del cda. Mettere le mani sul Sole però non è semplice. Pochi anni fa, era il 2017, l'ex presidente Vincenzo Boccia aveva chiesto alle territoriali di viale dell'Astronomia un aiuto economico per ricapitalizzare un giornale in difficoltà dopo la stagione di Roberto Napoletano e le inchieste della procura di Milano. Gli azionisti sono tanti. E non tutti vogliono cedere. Però la situazione economica è difficile. Il giornale vende poco. Per di più, si starebbe studiando anche l'idea di far passare in primavera il quotidiano al formato tabloid con una foliazione «a fisarmonica» ovvero variabile in base anche alle inserzioni presenti. Un progetto, per altro, non nuovo. Durante la presidenza di Giancarlo Cerutti erano state comprate dalla Arti Grafiche del predecessore di Bonomi, Vincenzo Boccia, le rotative che hanno impedito al quotidiano proprio di passare al formato tabloid, e lo stesso Boccia era fornitore del gruppo editoriale. Non solo. Il trasloco della sede di via Monte Rosa verso i nuovi locali in zona Bicocca è ormai imminente. Così come sarà probabile che durante la prossima assemblea in primavera, quando sarà nominato il nuovo presidente (Edoardo Garrone è in uscita e potrebbe essere sostituito dall'attuale vice, Carlo Robiglio), venga pianificato un nuovo – drastico - piano di ristrutturazione che coinvolgerà anche redazioni e centri stampa.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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