2022-05-07
Un nemico unico e slogan semplici. Ci governano utilizzando il terrore
Frasi come i vaccinati non contagiano sono state ripetute dai media unificati anche se prive di veridicità. Propaganda e manipolazione di massa permettono a Stati e multinazionali di controllare la popolazione.Sono tre i libri che ci spiegano come si struttura un’ipnosi di massa. Le vie della psicologia di Roberto Marchesini spiega come è nata la psicologia. Fondata per aiutare la comprensione dell’uomo e favorire la guarigione attraverso l’intuizione dell’interazione del corpo con la mente, la psicologia è diventata un luogo fluido, dove tutto e il contrario di tutto possono essere dimostrati e spacciati per certezze scientifiche. Marchesini dimostra che la psicologia è stata, ed è, periodicamente invasa da persone con tragici disequilibri e motivazioni non sempre confessabili, ricorda come il 99 % di docenti e studenti delle facoltà di psicologia sociale abbiano le stesse idee politiche e che, quindi, queste facoltà facciano parte di un disegno. La psicologia può ridurre l’essere umano a un soggetto da osservare, dotato della stessa dignità dell’insetto analizzato da un entomologo, e ha appreso negli ultimi decenni le tecniche per manipolare sia gli individui che le masse. La pubblicità è il fenomeno più vistoso e capillarmente diffuso di manipolazione di massa, ma noi siamo immersi nella manipolazione. L’analisi per definizione è una violenza, è uno smembrare, è una dissezione. I risultati clinici della psicologia ci sono, ma sono lenti e difficili da raggiungere, presuppongono professionisti con un’etica forte e l’onestà forte di voler guarire, non influenzare, perché la psicologia dà capacità di manipolazione formidabili. Esiste una psicologia nera che ha nella manipolazione il suo scopo.È il regno degli spin doctor, lo studio sistematico della propaganda che ne ha fatto una scienza sempre più potente e complessa. Da quando la manipolazione trionfa sul mondo, poco più mezzo secolo, la depressione è aumentata del 1.200%, il disturbo fobico pure e i disturbi alimentari abbiamo deciso di non contarli perché altrimenti ci deprimiamo. Bizzarramente tutte le propagande, la moda, l’animalismo, la cosiddetta libertà sessuale, la tossicodipendenza vista come un’allegra ragazzata, il dovere del multiculturalismo impossibile, l’aborto come diritto assoluto e magnifico, il cambio di sesso come possibilità reale e desiderabile, hanno contribuito a destabilizzare una società e a spingerla verso un soffice e glitterato suicidio. Goebbels: 11 tattiche di manipolazione oscura è il libro di Gianluca Magi dove si esplorano le tecniche con cui, disponendo solo di radio, giornali e cinegiornali, senza quindi la formidabile arma della televisione, un’intera nazione è stata manipolata fino a spingerla verso la distruzione di altri, il massacro di innocenti, la trasformazione della propria terra in una landa di macerie e filo spinato. Possiamo vedere un esempio anche nella gestione della cosiddetta pandemia. Per funzionare, le undici tattiche di manipolazione hanno bisogno di media compatti. Il dissidente deve essere abbattuto o, in mancanza di appositi organi per abbatterlo (Gestapo), deve essere isolato e ridicolizzato (talk show), sommerso dal disprezzo sociale, privato del diritto di lavorare e spostarsi: i provvedimenti contro i non vaccinati hanno il solo scopo della distruzione economica e sociale del dissidente. C’è bisogno del giornalista collettivo, dell’intellettuale collettivo, del medico collettivo e dell’insegnante collettivo. Poi arriva la magistratura, i Nas inviati ai medici che hanno osato fare esenzioni a un farmaco pericoloso e di efficacia dubbia, l’arresto di alcuni medici trattenuti in carcere come Giuseppe Delicati, la Digos mandata a casa ai dissidenti come Ornella Mariani per «vilipendio alle istituzioni», il magnifico reato che mette il potere al riparo da ogni critica. La prima e fondamentale regola è: semplificazione e nemico unico. Ogni problematica, per quanto apparentemente complessa, deve essere ridotta a un unico slogan («i vaccinati non contagiano», «non ti vaccini, muori e fai morire»), che deve essere ripetuto da tutti i media unificati anche se è privo di qualsiasi veridicità e qualsiasi logica.Giorgio Bianchi nel suo libro, Governare con il terrore: propaganda e potere nell’epoca dell’informazione globalizzata, spiega la stessa tecnica applicata alla guerra in Ucraina. Bianchi è un fotoreporter, documentarista, regista e giornalista italiano di 48 anni, che ha ha mandato servizi da Siria, Vietnam, Burkina Faso, Nepal, Myanmar e soprattutto Ucraina, che segue dal Donbass dal 2014. Ha collaborato con La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Rai Cinema, La Stampa e Il Giornale, The Guardian e il National Geographic. Come detto, si occupa di Donbass dal 2014, vive in Donbass, è sulla lista nera del governo ucraino: su quella stessa lista c’era stato il nome del reporter italiano , ucciso nel Donbass nel 2014 mentre documentava che c’era una guerra cominciata nel 2014, il 2 di maggio, quando i cittadini del Donbass hanno scoperto che non potevano più parlare russo, che i loro contratti di lavoro andavano rivisti, che gli amministratori che avevano eletto dovevano essere sostituiti, che le loro miniere erano state vendute. A Odessa è stato compiuto un massacro atroce i cui autori, noti, sono stati promossi e premiati, e ora ricevono armi dall’Italia. Nel libro di George Orwell 1984, zelanti e terrorizzati impiegati riscrivono il passato correggendo i vecchi giornali con striscioline di carta e colla. Nell’epoca dell’elettronica basta un clic: sulla sempre più dubbia enciclopedia Wikipedia il massacro di Odessa è diventato pudicamente l’incendio di Odessa.Nel primo capitolo del suo libro, il giornalista Giorgio Bianchi spiega come l’enorme aumento della comunicazione abbia creato una situazione dove la narrazione, cioè il racconto dell’irreale acquisisca nella mente di ognuno una spaventosa prevalenza sul reale. La paura è la più ancestrale delle nostre emozioni, la più potente e quella più facilmente trasmissibile, perché è una emozione di difesa. In un mondo che abbia molto chiara la percezione del reale, la capacità di propagare la paura aumenta la sopravvivenza. In un mondo che abbia un’incredibile potenza, mai avuta prima, sulla trasmissione dell’irreale camuffato da reale, la capacità di scatenare paura diventa un mezzo per il controllo totale delle persone.Il filosofo inglese Thomas Hobbes ha descritto benissimo il patto tra cittadini che rinunciano a una parte dello libertà in cambio della protezione di uno Stato come unica possibilità di un’esistenza felice, o più semplicemente di un’esistenza. Il problema che, adesso, si sta ponendo è: quanta parte di libertà il cittadino deve cedere, a che punto si può fermare? Il secondo punto è che, grazie all’esistenza di strutture sovranazionali sia ufficiali (Onu, Comunità europea ) sia non ufficiali, (foro di Davos, Google, Apple, Facebook, Amazon Twitter, Big Pharma, Open society, innumerevoli associazioni senza fini di lucro e piene di bontà), la volontà dei popoli è annientata. Le strutture sovranazionali prevalgono sugli interessi nazionali, in quanto fisicamente in grado di modificare le linee direttive dei governi o direttamente di modificare i governi, nel caso raro ma non impossibile di governi ostinati che rifiutino di far modificare le linee direttive. Il massacro di Odessa è scomparso, il trattato di Minsk che impegnava Emmanuel Macron e Angela Merkel alla protezione del Donbass e che, se applicato, avrebbe evitato il conflitto attuale, anche. I simboli nazisti del battaglione Azov sono stati declassati a folklore. Anche qui abbiamo semplificazione e nemico unico. Il popolo italiano, rinchiuso per due anni e costretto all’inoculazione di un farmaco sperimentale per contrastare una malattia che, se ben curata, ha lo 0,2% di mortalità, è scaraventato in una guerra mortale per la sua economia e che potrebbe essere anche fisica, con l’affermazione che la sua distruzione economica si ridurrà alla rinuncia dell’uso del condizionatore, che la maggioranza degli italiani non possiede. Chi osa protestare è un bimbetto viziato che non vuole rinunciare al condizionatore, e se le proteste non sono abbastanza educate, arriverà la Digos.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
Continua a leggereRiduci