2020-08-27
Un mostro obeso e vorace si aggira in Europa
Gigantesco il meccanismo autoreferenziale dell'Ue, il suo inarrestabile dilatarsi fuori controllo. Record di dipendenti, milioni spesi per una tv inesistente, inutili sondaggi. Procedure opache e competenze estese . Per mettere sotto tutela la libertà dei cittadini.Ho riletto, con divertimento un po' masochistico, il pamphlet che lo scrittore tedesco Hans Magnus Enzensberger ha dedicato tempo fa all'Unione europea. Ne Il mostro buono di Bruxelles (Einaudi) sono elencate le assurdità «mostruosamente buone» della Ue. La quale - rileva l'autore - vuole proteggerci da tutte le cattive abitudini che siamo abituati a considerare diritti naturali e libertà personali: fumiamo, mangiamo grassi e zucchero in eccesso, appendiamo crocifissi nelle aule, facciamo incetta di lampadine illegali, asciughiamo la biancheria all'aperto, e via disobbedendo. (Oggi - lui allora non poteva immaginarselo - dovremmo aggiungere la resistenza all'uso della mascherina, oscuramente assimilata da molti al velo della sottomissione islamica).Tuttavia, non bisogna lasciarsi ingannare dagli aspetti folcloristici e persino umoristici, sul tipo delle misure prescritte da Bruxelles per i cetrioli e i water domestici. Ciò che oggi appare ingigantito è il meccanismo autoreferenziale in sé della Ue, il suo inarrestabile dilatarsi fuori controllo. Non è solo Palazzo Berlaymont - quartier generale della Commissione a Bruxelles - a sfidare ormai con i suoi 241.515 metri quadrati il record mondiale sinora ineguagliato della reggia di Ceaucescu a Bucarest. C'è anche il numero dei dipendenti dichiarati - 32.000, cioè circa il doppio di quelli stimati a suo tempo da Enzensberger. Ci sono i milioni spesi ogni anno per Europarltv, una rete televisiva su internet pagata dai cittadini europei senza che nessuno la guardi. Sono i sondaggi commissionati due volte l'anno dall'Eurobarometro, utili per sapere se i cittadini preferiscono il benessere alla povertà, un contratto di lavoro stabile alla cassa integrazione, energia pulita ai residui inquinanti, se li preoccupi la possibilità di un cambiamento climatico catastrofico, eccetera. (Naturalmente gli euroburocrati sanno che i grandi media si affretteranno a divulgare i risultati prefabbricati senza la possibilità, il tempo né il desiderio di verificarli).Ci sono i progetti di politica agricola e regionale sbagliati o ridicoli, sul tipo degli incentivi alla semina di girasoli per produrre olio, fuori da qualsiasi convenienza economica. O, ancora, c'è l'incredibile «clausola di flessibilità» che consente alla Ue di ampliare le sue competenze al di fuori dei trattati. Per non parlare delle innumerevoli Agenzie, ciascuna dotata di capacità giuridica, comitati interni e servizi ausiliari. E ancora, i criteri di merito del personale, calcolati in proporzione alle appartenenze nazionali, secondo un manuale Cencelli su scala continentale.Senza trascurare la Corte di giustizia europea, sempre più decisa a invadere il campo degli Stati nazionali. E naturalmente, madre di tutte le eurostrategie avvolgenti, c'è l'idea di aumentare sempre più il bilancio autonomo della Ue, in modo da garantire maggiore potere e assunzioni alla macchina centrale (il che viene attuato in maniera silenziosa, per esempio occultando il fatto che dietro i finanziamenti misericordiosi del Recovery fund si cela l'agognato raddoppio del budget, per il quale l'Italia dovrà sborsare 56 miliardi). Se poi a qualcuno venisse in mente di sindacare la pletora di funzionari, dirigenti, assistenti e segretari attivi e a riposo fra Bruxelles, Lussemburgo e Strasburgo, avrebbe a che fare con l'Ffpe, cioè la Federazione della funzione pubblica europea, che ha il compito di difendere il buon nome e le rendite dei suoi innumerevoli rappresentati, sino all'ultimo centesimo, dalle volgari intrusioni «anti europee».Dalle duecento inestricabili pagine del Trattato di Lisbona fino agli accordi riservati sui trasferimenti valutari interni all'Eurozona, il meccanismo della Ue obbedisce a due principi fondamentali: opacità delle procedure e allargamento delle competenze, che si traduce in più potere, più denaro e più organici. Tutto questo Enzensberger lo chiama «ingresso nell'era postdemocratica», intendendo con ciò la messa sotto tutela politica dei cittadini, l'abolizione della divisione democratica dei poteri, il via libera ai lobbisti di Bruxelles e naturalmente l'ideologia «europeista» che tutto copre e giustifica, come ai tempi dei Giacobini francesi, con la tutela dell'interesse generale superiore.Per fortuna Enzensberger appartiene alla sinistra libertaria, altrimenti sarebbe già stato sepolto sotto le contumelie che si riservano alla destra populista e negazionista. Eppure l'unica ricetta che propone per la Ue - una radicale cura dimagrante che ne riduca l'obesità - dovrebbe essere accettata da chiunque non voglia essere «omologato». Perché l'unità è una cosa buona, ma la molteplicità e le libertà sono ancora migliori.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)