2019-08-27
Un anno di silenzi davanti al dossier Viganò
Dodici mesi fa «La Verità» pubblicava in esclusiva mondiale il memoriale dell'ex nunzio. Un documento esplosivo sulla pedofilia nel clero che terminava con la richiesta di dimissioni del Papa. Il Vaticano non ha risposto, ma i fatti hanno dato ragione al prelato.Un anno fa La Verità pubblicava in esclusiva mondiale il memoriale dell'ex nunzio negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, un documento che comunque è destinato a restare nella storia recente della Chiesa. Non per la richiesta di dimissioni a papa Francesco, ma per aver sollevato quello che molti sussurrano da tempo nei sacri palazzi di tutto il mondo, e che finora era stato in qualche modo sottaciuto e coperto: la «gravissima» responsabilità di parte della gerarchia ecclesiastica sul dramma degli abusi del clero su minori e adulti.Le circostanze riportate dall'ex nunzio, sul fatto che in Vaticano fossero informati da tempo sulle accuse di abusi che venivano rivolte all'allora cardinale Theodore McCarrick, si sono rivelate fondate. Ricordiamo la corrispondenza resa pubblica nel 2018 dal domenicano statunitense Bonifacio Ramsey. Si tratta di una lettera inviata l'11 ottobre 2006 dall'allora arcivescovo Leonardo Sandri, in qualità di sostituto per gli affari generali della segreteria di Stato vaticana e indirizzata proprio a padre Ramsey, in cui si fa esplicito riferimento a ciò che lo stesso domenicano aveva comunicato nel novembre 2000 su richiesta dell'allora nunzio Gabriel Montalvo. Quindi, almeno dall'anno 2000, la segreteria di Stato vaticana era informata sulle accuse rivolte a McCarrick per comportamenti in qualche modo predatori nei confronti di seminaristi, ma nulla accadde almeno fino alle sanzioni che papa Benedetto XVI comminò nel 2008 all'allora cardinale.La veridicità della testimonianza di Viganò ha trovato conferma anche grazie al carteggio pubblicato on line dal sacerdote Anthony Figueiredo, ordinato da McCarrick e suo segretario nella diocesi di Newark nel 1994-1995, poi suo punto di riferimento a Roma per 19 anni. riscontri certiIn questo dossier si confermano sia le sanzioni restrittive informali comminate da Benedetto XVI nel 2008, sia il fatto che Viganò diceva il vero quando nel memoriale scriveva che l'allora prefetto alla Congregazione per i vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re, l'allora nunzio negli Stati Uniti, Pietro Sambi, e il segretario di Stato, cardinale Tarciso Bertone, erano a conoscenza delle sanzioni imposte da papa Ratzinger in seguito alle ripetute voci che accusavano McCarrick di comportamenti inappropriati.Sta di fatto che l'ex cardinale McCarrick oggi è stato ridotto allo stato laicale e riconosciuto colpevole; che la Chiesa nel febbraio scorso ha convocato un meeting di tutti i capi dei vescovi del mondo in Vaticano per affrontare la piaga degli abusi; che il cardinale Donald Wuerl, per cui Viganò ha sempre dichiarato che fosse a conoscenza delle accuse rivolte al suo predecessore a Washington, oggi non è più vescovo di Washington e le sue affermazioni sul fatto che nulla sapeva sono minate nella loro credibilità. Ebbene, tutto ciò sarebbe accaduto senza il memoriale dell'ex nunzio? Viganò ha anche affermato che papa Francesco, almeno dal 23 giugno 2013, sapesse di McCarrick in quanto lui stesso glielo avrebbe comunicato nell'udienza concessagli prima dell'Angelus di quella domenica. «E ha continuato a coprirlo», aggiungeva l'ex nunzio, «non ha tenuto conto delle sanzioni che gli aveva imposto papa Benedetto e ne ha fatto il suo fidato consigliere, insieme con il cardinale Oscar Maradiaga». Il Papa, come sappiamo, ha reagito al memoriale con il silenzio e lasciando all'interpretazione dei giornalisti, in questo modo si è prodotta una chiave di lettura che è quasi un genere letterario, fondata sulla tesi della macchinazione politico-mediatica operata da ambienti della destra cattolica americana ed europea. Nel frattempo, come abbiamo visto, sono venute a galla le conferme sulle circostanze rivelate dall'ex nunzio e la tesi del complotto ha mostrato tutti i suoi limiti.È un dato di fatto che con l'elezione di papa Francesco nel 2013 l'attività internazionale di McCarrick sia aumentata. Le email inviate al sacerdote Figueiredo mostrano che McCarrick ha viaggiato in tutto il mondo a nome della Chiesa: in Cina, Asia centrale, Cipro, Balcani, Medio Oriente, Libano, Marocco, Iraq, Iran, Kurdistan e Filippine. La sua attività si è concentrata in particolare su due ambiti: i rapporti con la Cina e il dialogo con l'islam.scarso coraggioPapa Francesco ha rotto il suo silenzio sul caso Viganò in un'intervista concessa a maggio 2019 alla vaticanista messicana Valentina Alazraki. «Di McCarrick», ha detto, «non sapevo nulla, ovviamente, niente, niente. L'ho detto diverse volte, che non sapevo, non ne avevo idea. E quando questo dice che mi ha parlato quel giorno, è venuto… E non ricordo se me ne ha parlato. Se è vero o no. Non ne ho idea». Di fronte a questo «non ricordo», Viganò ha risposto in una recente intervista concessa al Washington Post ribadendo la sua versione dei fatti per quanto accaduto nell'udienza del 23 giugno 2013.Restano comunque le domande sollevate dalle circostanze riportate nel memoriale. Almeno dopo la pubblicazione nell'agosto 2018, il Papa o altri in Vaticano hanno chiesto notizie alla Congregazione dei vescovi su McCarrick, laddove, scriveva Viganò, dovrebbe esserci un dossier «grande così su di lui»? E, infine, perché McCarrick, almeno fino al 2017, in barba a ogni restrizione, sembra aver svolto un ruolo diplomatico internazionale per conto della Chiesa?Queste domande rimandano a un'altra delle considerazioni forti del memoriale dell'ex nunzio, ossia dell'esistenza di «reti di omosessuali, ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, eccetera, che agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra», cooptandosi e favorendosi. È il riferimento alla cosiddetta lobby gay in Vaticano, di cui già si parlò nel 2012 all'epoca del primo Vatileaks, quando Benedetto XVI incaricò tre cardinali di indagare, ma di quella indagine nulla è stato mai reso pubblico. Il rapporto tra omosessualità e crisi degli abusi è un vero e proprio tabù, eppure lo stesso Benedetto XVI nei suoi «appunti» recentemente diffusi ha scritto che «in vari seminari sono state costituite cricche omosessuali, che hanno agito più o meno apertamente». E così, un anno dopo la pubblicazione del memoriale Viganò, siamo ancora in attesa che il Vaticano, come dichiarato in un comunicato del 6 ottobre 2018, renda pubblico il lavoro di investigazione su tutti i fatti riguardanti il caso McCarrick. Troppi nomi e troppe istituzioni ecclesiastiche di altissimo livello sono state chiamate in causa e questo ritardo non fa il bene della Chiesa.
Marta Cartabia (Imagoeconomica)
Sergio Mattarella con Qu Dongyu, direttore generale della FAO, in occasione della cerimonia di inaugurazione del Museo e Rete per l'Alimentazione e l'Agricoltura (MuNe) nella ricorrenza degli 80 anni della FAO (Ansa)