2019-04-17
Umbria, spuntano i favori alle coop. Scaricata dal Pd, la Marini si dimette
Nell'inchiesta sulle assunzioni pilotate all'Asl, le intercettazioni rivelano gli aiutini alla candidata contigua alla Lega delle cooperative. Nicola Zingaretti alla governatrice : «Conto sul tuo senso di responsabilità». E lei lascia.Il tentativo di tenersi buone le coop dell'Umbria rossa passava anche per le assunzioni nell'Asl. La macchina messa su dalla politica che pilotava i concorsi grazie a manager proni che, per incassare la loro riconferma, fornivano le domande dei test in anticipo, si era mossa per far superare una prova selettiva a una persona vicina a Legacoop. Ed era scesa in campo in prima persona proprio la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, alla quale ieri ieri il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti ha chiesto «senso di responsabilità». E in serata Catiuscia si è dimessa, incalzata da un clima giudiziario per lei sempre più pesante e da un analogo pressing politico, a cominciare dal suo partito, sempre più imbarazzato. Con Zingaretti a fare appello alla «responsabilità» e Carlo Calenda che parlava esplicitamente dell'opportunità di un passo indietro. Senza contare la commissione d'inchiesta sostenuta dall'opposizione, mentre - a questo punto - saranno cassate le mozioni di sfiducia presentate nei suoi confronti da centrodestra e 5 stelle che si sarebbero dovute discutere il 23 in aula. I magistrati che hanno messo fine alla Sanitopoli con l'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari l'assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, il segretario regionale del Partito democratico, ora commissariato da Zingaretti, Gianpiero Bocci (ex sottosegretario con il governo di Paolo Gentiloni), il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Emilio Duca e quello amministrativo Maurizio Valorosi, hanno ricostruito, grazie all'unica intercettazione della Marini contenuta negli atti, gli aiutini per la candidata contigua a Legacoop. Duca aveva già in mano le tracce della prova scritta del concorso quando l'hanno beccato nell'ufficio della segretaria di gabinetto della governatrice. E gli investigatori hanno annotato: «Nel corso dell'incontro emerge con chiarezza che la Marini gli dice di aver ricevuto dalla moglie di Fascini, tramite la Marisa, i documenti di una selezione che una candidata dovrà sostenere». Fascini è la vedova di un funzionario di Legacoop al quale in Umbria è stato dedicato anche un premio. È a questo punto che, come documenta l'intercettazione ambientale trascritta nella richiesta di misure cautelari, la governatrice chiede a Duca se ha tutte le domande: «...ce l'hai tutte? Ha da fa' la selezione...».La curiosità degli investigatori si è concentrata a quel punto sulla beneficiaria della spintarella. E così arrivano a Donatella e scoprono che la nuora Anna, coniugata con il figlio di Fascini, è candidata. Le fanno uno screening finanziario e scoprono che ha anche svolto piccoli lavori per Legacoop. Duca, nel frattempo, spiega alla governatrice che la sponsorizzata ha presentato domanda per due bandi: uno per quattro posti da assistente amministrativo e uno per due posti da assistente tecnico contabile. Le dice anche che la prima prova sarà «più selettiva» e sottolinea la necessità di «attrezzarsi», perché alla selezione partecipano anche candidate in possesso di laurea e la nuora di Fascini è diplomata all'istituto tecnico per geometri. Per il secondo concorso ha una brutta notizia: non è ancora in possesso delle tracce, in quanto il presidente della commissione non le ha ancora visionate. La chiacchierata, che gli investigatori hanno ascoltato dalla voce diretta dei due protagonisti, è questa. Duca: «Quel bando che t'ha dato... quella persona?». Marini: «Un'informativa, che m'ha mandato la moglie de Fascini, m'ha mandato la Marisa, m'ha portato questa selezione qui... tu ce l'hai tutte? Ha da fa' la selezione...». Duca replica: «Ce l'ha il 16! Questa e più, e più de tante che sono state selezionate a invito... il 16... all'Ospedale... per assistente... amministrativo e un'altra è.. il contabile». E qui il manager della Sanità dispensa i suoi consigli sulle altre candidate con le lauree. Poi, siccome i due bisbigliano, i rumori di fondo rendono impossibile trascrivere la seconda parte del discorso. Nell'ultimo frangente della conversazione, però, l'orecchio degli investigatori torna a registrare qualcosa. E sente la governatrice parlare di una certa Marisa, «quella della Coop». L'interlocutore non è più Duca ma il consigliere politico della presidente, Valentino Valentini, ex sindaco di Montefalco e riconosciuto produttore di Sagrantino. Finì in foto sulla stampa patinata insieme a Jack Nicholson al Vino Bistrot di Hollywood lungo la Sunset Boulevard, mentre mostrava una delle sue bottiglie di pregio. È stato braccio operativo della Marini durante tutta l'emergenza terremoto e poi coordinatore della campagna congressuale di Zingaretti. È a lui che la governatrice consegna qualcosa. Poi gli dà indicazioni: «Le devi portare 'sta cosa... la figlia di Fascini... mettetela dentro, non lo so... mettetelo in una busta». Duca, che è presente, commenta con un semplice «ah» di assenso. E quando gli investigatori ascoltano le ultime parole della governatrice prima di congedarsi devono essersi sganasciati dalle risate. La Marini viene intercettata mentre dice: «Poi mettice anche che c'ha la laurea». E ci tiene così tanto a quella candidata che successivamente si assicura pure che abbia ritirato la busta con le domande. E un'altra tegola è piombata ieri in casa del Partito democratico con il rinvio a giudizio per i 13 testimoni silenti di Mafia Capitale. Tra loro c'è Micaela Campana, parlamentare del Pd, già responsabile nazionale per il welfare. Al processo sul Mondo di mezzo pronunciò per 39 volte la frase «non ricordo». E ora è accusata di falsa testimonianza.