2022-01-25
L’ultima follia immobiliare del Pd: vuole espropriare le case dei privati
Presentato un emendamento per sequestrare ai proprietari le abitazioni fatiscenti.Il Pd vuole ridisegnare il panorama immobiliare nazionale espropriando le case degli italiani. L’idea è stata messa nero su bianco da una deputata del Partito democratico, Lucia Ciampi, che ha presentato un emendamento al Milleproroghe dove si chiede di espropriare tutti quegli immobili che sono in uno stato di degrado o di abbandono. A segnalare l’esistenza di queste realtà possono essere i rappresentati degli uffici comunali o i cittadini stessi. Non è dunque bastata la caccia al vicino che non rispettava (a casa sua) le regole anti Covid nel 2020, adesso si vuole riproporre il modello «spione» in chiave immobiliare. Secondo l’emendamento le case oggetto di espropriazione sono tutte quelle che «presentano un grave deperimento degli elementi strutturali» o i cui proprietari non hanno fatto gli interventi richiesti, a seguito di un’ordinanza oppure che hanno lasciato l’immobile disabitato per almeno 10 anni. Lo stato di abbandono risulterebbe da due criteri: «grave deperimento degli elementi strutturali dell’edificio» e «la mancanza di utilizzazione dell’immobile (per almeno 10 anni)». Da sottolineare come in questa descrizione rientrano anche le innumerevoli case che si ricevono in eredità dai nonni o dagli zii e su cui si pagano le tasse, come l’Imu, nonostante non le si sfruttino. Ma non finisce qua, perché la Ciampi in un atto di magnanimità dà tempo agli italiani ben 6 mesi per poter sistemare l’immobile in modo decoroso. E già perché «decorso il termine di 6 mesi (da quando il comune ne da notifica) qualora il proprietario o i proprietari dell’immobile siano irreperibili o dichiarano di non essere in grado di recuperarlo, questo è acquisito senza indugio al patrimonio comunale», si legge dal testo dell’emendamento. Viene dunque da chiedersi se chi ha avuto l’idea di questa iniziativa abbia contatto con la realtà di tutti i giorni, oppure se sappia che non tutti possono disporre immediatamente di cifre considerevoli per poter sistemare un’immobile. Ma anche del fatto che per mettere in piedi una «ristrutturazione» di una qualsiasi casa (a maggior ragione se è vecchia), per non turbare il decoro pubblico del comune, c’è bisogno di tempo. Innanzitutto bisogna trovare i tecnici per predisporre il progetto, capire se si hanno i fondi necessari e che strumento fiscale si vuole sfruttare. Conviene richiedere il superbonuns 110% oppure è meglio optare per il bonus al 50? E ancora, conviene cedere il credito di imposta o è meglio richiedere il «rimborso» nel corso di 10 anni sul 730? E poi come non ricordare che per fare tutte queste valutazioni ci si deve affidare ad un’azienda o ad un professionista esperto, oltre che informarsi con i vari intermediari. Passaggi che richiedono tempo, oltre che anche una certa dose di serenità economica familiare. Ma la follia non ha fine, perché l’emendamento ha anche l’arroganza di entrare a gamba tesa all’interno della dinamiche familiari. «Nei casi in cui il bene sia di proprietà indivisa tra più soggetti - continua il testo - decorso il termine dei 6 mesi, la proprietà è attribuita integralmente al proprietario o ai proprietari che assumono l’onere di procedere agli interventi previsti dalle ordinanze comunali, entro un termine concordato con il comune, decorso il quale se i lavori non sono stati interamente eseguiti, l’immobile è comunque acquistato al patrimonio comunale». Nel caso dunque che quattro persone ereditino una casa in condizione non decorose e due di queste non abbiano le disponibilità economiche per contribuire alla ristrutturazione, si vedranno private non solo del bene tramandato ma anche del corrispettivo economico della loro quota. Anche perché, nel testo dell’emendamento, non è previsto nessun tipo di indennizzo, neanche sulle tasse pagate negli ultimi 10 anni. Ovviamente si fa poi affidamento ai comuni per cercare di sistemare gli immobili degradati, che a loro volta dovranno cercare soggetti pubblici o privati interessati.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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