2021-10-14
Gli Ufo visti da destra: ideologia e politica degli extraterrestri
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Ideologi woke su Marte. Il politicamente corretto, a quanto pare, ha già saturato questo pianeta, tanto da sentire il bisogno di colonizzare altri mondi. «Penso che si debba smettere di chiamarli "alieni": è un termine dispregiativo che non dovremmo usare per niente. È per questo che mi piace chiamarli Et». A sparare l'ultima boiata è stata Demi Lovato, cantante, dicono, ma più famosa per le sue uscite strampalate che per le sue canzoni. Basti ricordare che la tizia si è dichiarata prima bisessuale, poi pansessuale e infine, a maggio 2021, «non binaria». Ora questa luminare sembra abbia deciso di dedicare le sue attenzioni ai marziani. «Pensiamo erroneamente che possano farci del male o che possano prendere il controllo del pianeta. Ma se qualcosa lì fuori avesse voluto farci questo, lo avrebbe già fatto», ha spiegato, aggiungendo che «se ci sono delle civiltà consapevoli in altre dimensioni e se possono viaggiare attraverso lo spazio, staranno sicuramente cercando solo interazioni pacifiche». Su questo pianeta, veramente, la storia è andata diversamente e molto spesso popolazioni tecnologicamente avanzate che avevano compiuto viaggi lunghissimi sono poi giunte in posti sconosciuti per metterli a ferro e fuoco. Ma, chissà, magari per gli alieni, pardon, extraterrestri funziona diversamente. Fatto 30, si potrebbe del resto fare 31 e chiedersi quale pronome usare di fronte all'eventuale Et: maschile, femminile, neutro, plurale, singolare? Quanti sessi hanno gli extraterrestri? Fanno distinzione nei ruoli di genere? Come fanno l'amore? Come si riproducono? In un recente saggio, Come costruire un alieno. Ipotesi di biologia extraterrestre, Marco Ferrari ha provato a interrogarsi sul funzionamento organico degli ipotetici omini verdi. Certo la fisica e la chimica saranno probabilmente simili alle nostre, anche su pianeti lontanissimi. Ma la biologia? Su questo abbiamo molte meno certezze. Gli scienziati ci dicono che la vita si è formata sulla terra secondo «il caso e la necessità», che tuttavia potrebbero aver interagito, nell'infinito dell'universo, in modi molti diversi tra loro. E magari aver dato luogo a corpi, sensi, percezioni completamente differenti. In ogni caso, il mito degli alieni non cessa di alimentare la fantasia dell'umanità, che quando guarda il cielo e immagina civiltà lontane, sta sempre, in qualche modo, riflettendo su di sé e sul suo rapporto con l'altro. E, di fatto, chi parla di extraterrestri sta spesso proiettando «al largo dei bastioni di Orione» tutta una serie di preoccupazioni del tutto terricole. È il caso di Demi Lovato, appunto, che si preoccupa di come definirli sulla base del linguaggio inclusivo, ma la storia di queste proiezioni è antica. Ne La stella rossa, per esempio, del "cosmista" Aleksandr Bogdanov, uno scienziato si reca su Marte, trovandovi – sorpresa! - una società utopistica, egualitaria e basata su un «socialismo tecnologico». Ma non mancano interessi per le civiltà aliene anche da parte della cultura di destra. Pochi sanno, per esempio, che uno dei primissimi libri sugli Ufo pubblicati in Italia fu tradotto niente di meno che da Julius Evola. Si tratta de La verità sui dischi volanti, di Donald Edward Keyhoe, uscito nel 1954. Il pensatore tradizionalista scrisse anche due o tre articoli sul fenomeno degli avvistamenti di oggetti non identificati, che negli anni '50 conobbero un vero boom in America. Evola, tuttavia, si mantenne assai cauto, dando semplicemente conto dello «stato dell'arte» sulla materia, senza voli pindarici o interpretazioni particolari. Nel 1975, poi, saranno Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco a pubblicare una «fotostoria dei dischi volanti» nel loro Obiettivo sugli ufo. Risale invece al 2000 un misconosciuto libretto del genio ribelle della Nouvelle Droite francese, ovvero Guillaume Faye, che pubblicò un divertente Les Extraterrestres de A à Z. Anche Faye, più che avventurarsi in ardite quanto sconclusionate ipotesi sulla reale esistenza o meno degli alieni, si interrogava piuttosto sul senso, anche solo teorico, filosofico, da «caso di scuola», che la loro presenza poteva rivestire per i valori dominanti nella nostra società: «L'ipotesi extraterrestre è, da un punto di vista sociologico e filosofico, molto ambigua in rapporto alla civiltà occidentale giudaico-cristiana, che la rifiuta e la ammette allo stesso tempo. La rifiuta perché è eretica e contraddice i suoi principi antropocentrici che si riassumono nella proposizione "Dio non ha che una sola creatura superiore fatta a sua immagine: l'uomo". […] Ad un tratto, dall'oltrespazio, sorgerebbero altre creature, forse generate da altre divinità… Grosso problema. La Terra non sarebbe più il centro dell'universo. Delle civiltà, delle specie superiori esisterebbero altrove. Sarebbe una seconda rivoluzione copernicana». Per Faye, gli Ufo sono un vero e proprio mito moderno, capace di rispondere ad alcune questioni angosciose dei nostri contemporanei: «1) Lottare contro il disincantamento materialista del mondo grazie al mitema dei "messia venuti da altrove", portatori si spiritualità nuova, di sogni, di misteri; 2) Investire questa nuova frontiera che è lo spazio, mentre il piccolo pianeta blu è interamente conquistato e conosciuto e l'avventura spaziale si rivela deludente. È il "territorio onirico" che prende il posto del reale inaccessibile; 3) Saziare la necessità dell'esistenza di nuove civiltà. Non ne esistono più sulla Terra. L'Ignoto viene dunque dallo spazio».