2022-07-26
L’Ue usa la solidarietà sul gas per coprire la sua incapacità. Putin torna a tagliare i flussi
Dopo la levata di scudi contro il suo piano, Ursula von der Leyen ripete che tutti i Paesi devono consumare meno. Riesumato il price cap. Il Nord stream rallenta le forniture.Berlino sulle montagne russe. Dopo il riavvio del Nord stream 1 giovedì scorso, al termine della manutenzione annuale, con il ripristino di un flusso di circa 68 milioni di metri cubi al giorno, ieri Gazprom ha fatto sapere che dalle 4 di domani mattina il flusso scenderà a 33 milioni di metri cubi al giorno (20% della capacità nominale), perché si fermerà una seconda turbina per manutenzione presso la stazione di Portovaya. Manutenzione necessaria, afferma Gazprom, che ha anche comunicato di avere ricevuto parte della documentazione relativa alla prima turbina, quella in arrivo dal Canada, ma che il fascicolo è insufficiente e solleva ulteriori questioni. Un portavoce del ministro dell’Economia tedesco ha affermato che il governo prende atto della decisione ma non è a conoscenza di «alcuna ragione tecnica che giustifichi una riduzione».Alla notizia della nuova riduzione dei flussia, il prezzo del gas al Ttf si è alzato bruscamente, toccando il massimo in chiusura a 179 euro al megawattora per il future di agosto. Ne ha risentito anche il prezzo dell’energia elettrica in Germania, con il future sul prossimo anno che ha toccato i 350 euro al megawattora. Dunque, prosegue il gioco di Mosca, che costringe la Germania a una logorante serie di stop-and-go, con i prezzi che reagiscono immediatamente a ogni notizia. I fondamentali della domanda e dell’offerta segnalano scarsità di materia prima, reale o indotta che sia. È un fatto che in Germania oggi arrivi poco gas rispetto alla domanda. L’Ue intanto va avanti piano, anzi, indietro tutta. Dopo il lancio della proposta di tagliare i consumi di gas del 15% tra agosto e marzo in tutta Europa, in una intervista domenica Ursula von der Leyen si è appellata alla solidarietà tra Stati membri per scongiurare un inverno al freddo. «Anche i Paesi che non ricevono gas direttamente dalla Russia subiranno conseguenze da uno stop dei flussi», ha affermato. Gli Stati membri però non ci stanno. Il piano presentato mercoledì dalla Commissione, ritagliato su misura sullee esigenze della Germania, prevede che la riduzione dei consumi di gas per tutti i 27 Paesi dell’Unione sia volontaria, ma la Commissione potrebbe renderla obbligatoria a suo insindacabile giudizio, se passasse il nuovo regolamento. I rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Unione europea, riuniti nel Coreper I, hanno discusso ieri sulla proposta, nel tentativo di trovare un compromesso dopo che gran parte dei governi aveva rigettato le ipotesi del nuovo regolamento. Oggi è infatti previsto un Consiglio dei ministri dell’energia europei, che dovranno decidere sul progetto della Commissione. La presidenza di turno ceca ha presentato alcuni emendamenti per accogliere per quanto possibile i pareri dei Paesi membri. Tra questi la possibilità che a dichiarare l’allerta energetica sia la Commissione o la richiesta di cinque Stati membri (non due come nel testo originario), ma con il vincolo che l’allerta stessa sia approvata a maggioranza qualificata del Consiglio. Sarebbero anche contemplate però una serie di esenzioni. Questo potrebbe essere ben visto da alcuni Paesi, ma certamente non dalla Germania, preoccupatissima per un taglio definitivo delle forniture russe. Una massiccia quantità di esenzioni renderebbe di fatto inutile il piano di riduzioni a livello europeo. Nella giornata di oggi si conosceranno le decisioni del Consiglio energia. Intanto, anche l’ad di Italgas, Paolo Gallo, ha affermato ieri che non è necessaria per l’Italia una riduzione dei consumi del 15%, come richiesto dalla von der Leyen. «Grazie all’attività del governo il prossimo inverno non dovrebbe essere così critico per l’Italia», ha affermato durante la presentazione della semestrale di Italgas.Ursula von der Leyen, nella sua intervista radiofonica domenicale, ha anche parlato del tetto al prezzo del gas, che «è sotto esame da parte dei governi». Quello che è stato il cavallo di battaglia dell’esecutivo di Mario Draghi in Europa appare però una proposta fuori tempo massimo, considerato che ormai il problema non è più (solo) il prezzo, ma la disponibilità fisica di gas. Almeno in Germania.L’utility Uniper, intanto, secondo il regolatore tedesco, dopo il salvataggio da 15 miliardi attuato la settimana scorsa dal governo di Olaf Scholz, ha smesso di prelevare gas dagli stoccaggi per fornire i clienti e dunque ora il riempimento degli stoccaggi in Germania può riprendere. Lo stop di una settimana è però costato caro, visto che gli stoccaggi sono rimasti fermi al 65% di riempimento e visto che il regolatore tedesco ha stimato che con i flussi attuali non si riuscirebbe a raggiungere il 75% di riempimento per settembre, come recita il piano. Dopo l’annuncio dell’ulteriore calo dei flussi dal Nord stream 1 si può immaginare che l’obiettivo si allontani ancora di più.L’Ue resta, insomma, ostaggio delle proprie sanzioni, che se anche qualche danno provocano in Russia, stanno soprattutto devastando il tessuto industriale e i risparmi delle famiglie in tutto il continente.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)