2022-08-18
L’Ue vuole il panino con le cavallette: «Mangiate insetti, altro che latte»
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Commissione europea lancia sui social una campagna per il «novel food» a base di vermi e manguste. Un altro passo verso la distruzione degli allevamenti di bestiame e l’eliminazione della dieta mediterranea.Un tempo andava di moda: «Bevete più latte, il latte conviene, il latte fa bene». Oggi per essere a la page, secondo la baronessa Ursula von der Leyen il tweet che funziona è «mangiate più blatte, alla natura conviene». Non è uno scherzo, la Commissione europea si è lanciata in una campagna pubblicitaria finanziata con i soldi di tutti per indurre i cittadini dell’Unione a consumare i cosiddetti cibi di ultima generazione. Una settimana fa sul canale ufficiale twitter della Commissione europea è comparso un annuncio che testualmente dice: «Gli insetti approvati sono il novel food in Europa». Spiega il cinguettio da entomologi: «Che si tratti di uno spuntino, una merenda o di un ingrediente alimentare, sapevi che ci sono tre insetti autorizzati nel nuovo cibo dell’Unione europea?». Ecco l’invito a scoprire il grillo domestico, il verme della farina gialla e la locusta (o cavalletta) migratoria che sono le leccornie a sei zampe che la Commissione vuol far mangiare a tutti gli europei che guardano lontano, verso una natura salvaguardata e sana. A Bruxelles sono convinti che l’agricoltura sia il primo nemico dell’uomo e che il primo killer dell’ambiente siano le vacche e i maiali. Ormai è evidente che se Gazprom ha costretto la Commissione a fare una rapida e ipocrita retromarcia sull’energia, Ursula von der Leyen ma soprattutto il suo vice Frans Timmermans, l’olandese amico delle multinazionali della nutrizione, sul Green deal in agricoltura che si chiama Farm to Fork vanno avanti come un treno (a carbone?). Hanno deciso che l’Unione europea deve ridurre di almeno il 30% la produzione agricola e che quelle animali devono tendere a zero e così creano i novel food. La scelta del momento in cui lanciare questo cinguettio non è casuale. Sono questi i giorni in cui si discute dell’adozione obbligatoria del Nutri-score – la famosa etichetta a semaforo che premia la bibita gassata e gli integratori, ma boccia l’olio extravergine di oliva – contro cui l’Italia è in prima linea a parte Walter Ricciardi, il consulente del ministro, ancora per poco, della Salute. Roberto Speranza – in continuità con la posizione sempre espressa dal ministero sanitario italiano - affermò di essere contro il Nutri-score e di volere promuovere il Nutri-form che è l’etichettatura proposta dall’Italia che tiene conto di quantità e componenti degli alimenti diversamente dal sistema francese. Ebbene Ricciardi ha affermato sostanzialmente che l’Italia fa lobby contro il Nutri-score e ha firmato un appello per l’adozione di questa etichetta che penalizza il nostro agroalimentare. Ora che in Italia si pensa ad altro, a Bruxelles provano a forzare la mano. Anche se Gian Marco Centinaio (Lega) sottosegretario all’Agricoltura richiama la Commissione all’ordine: «A questi nuovi alimenti continuiamo a preferire un piatto di pasta, un bicchiere di latte, prodotto dai nostri allevamenti e non nei laboratori di qualche multinazionale o una fetta di carne, vera, non sintetica. Se poi ci si dice che gli insetti vanno scelti perché amici dell’ambiente ricordiamo che in fatto di sostenibilità l’Italia è all’avanguardia. Una proposta all’Europa: perché non pubblicizzare anche la dieta mediterranea, riconosciuta patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco? Da anni è considerata la migliore al mondo. Per la maggioranza degli italiani gli insetti sono estranei alla cultura alimentare perciò continuiamo a preferire, difendere e valorizzare il nostro made in Italy». La risposta è il cinguettio pro blatte. A chi interagendo col tweet dice di non fidarsi del panino alla cavalletta la Commissione risponde: «La Fao ha detto che questi insetti sono cibi salutari, contengono proteine, vitamine, fibre, sali minerali e sono alla base di una dieta sana e sostenibile, se sono stati autorizzati vuol dire che sono esenti da rischi per la salute». E poi come una piazzista di merendine Ursula von der Leyen fa sapere che i vantaggi per l’ambiente sono enormi: «Alta efficienza di conversione del mangime degli insetti, minori emissioni di gas serra, minor utilizzo di acqua e seminativi, utilizzo della bioconversione a base di insetti per la riduzione degli sprechi alimentari». Insomma se Mario Draghi ha posto agli italiani l’alternativa tra pace e condizionatori, Bruxelles la pone tra termosifoni e calabroni. Perché sotto traccia si legge: siccome ci tocca di sporcare un po’ l’ambiente per riscaldarci, smettetela con questo arrosto e fatevi due cavallette. L’offensiva politica anti agricola è fortissima. In Olanda Mark Rutte, appoggiato da Frans Timmermans, vuole chiudere 12.000 delle 16.000 stalle abbattendo centinaia di migliaia di capi per abbattere (non è un gioco di parole) le emissioni, a Bruxelles il Farm to Fork è confermato e l’Europa ha dichiarato guerra al vero latte promuovendo le alternative. La prima è di ricavarlo da fermentazioni di cellule staminali di vacca o di femmina d’uomo a seconda se si vuole produrre quello per il cappuccino o per il biberon, la seconda di estrarlo dalla «diplopetra puncata» una blatta (o scarafaggio) australiana nel cui stomaco ci sono cristalli di proteine del latte. Insomma quella della Commissione europea per gli insetti è passione pura.
Il segretario agli interni britannico Shabana Mahmood (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 18 novembre 2025. Il nostro Maurizio Caverzan commenta la morte delle gemelle Kessler e ci riporta ai tempi della tv di quegli anni.
Gattuso e la Nazionale lasciano San SIro al termine del match perso per 4-1 contro la Norvegia (Ansa)
(Arma dei Carabinieri)
L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in Veneto e Lombardia. Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero periodo dell’indagine, si trovava in Olanda, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio della droga in Italia era affidata al capo dell'organizzazione, individuato nel corso dell’attività investigativa. L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori (o “body packer”) i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale passando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri.
Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di droga (cocaina o eroina), suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale. Tutti i soggetti interessati dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine.
Dopo due anni di indagini, i Carabinieri sono stati in grado di ricostruire tutta la filiera del traffico di stupefacenti: dal fornitore olandese al promotore che in Italia coordinava la distribuzione alla rete di corrieri che trasportavano la droga in ovuli fino ai distributori locali incaricati dello spaccio al dettaglio.
Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio in codice utilizzato dagli indagati nelle loro comunicazioni: il termine «Top» era riferito alla cocaina, «Spa» all’eroina, «Pantaloncino»alle dosi da 5grammi, mentre «Fogli di caramelle» si riferiva al contante. Il sequestro di quaderni contabili ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un importante giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro.
Il Gip del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i venti indagati, evidenziando la «pericolosa professionalità» del gruppo e il concreto rischio di fuga, considerati anche i numerosi precedenti specifici a carico di alcuni appartenenti all’organizzazione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle perquisizioni è stata condotta con il concorso di Carabinieri di rinforzo provenienti da tutti i Comandi Provinciali del Veneto, con il supporto dei Reparti Mobili e Speciali dell’Arma, delle Unità Cinofile Antidroga e del Nucleo Elicotteri Carabinieri, che hanno garantito la copertura aerea durante le operazioni.
L’Operazione «Marshall» rappresenta un importante risultato dell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali, confermando l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel presidio del territorio e nella tutela della collettività.
Continua a leggereRiduci