2022-05-02
L’Ue pensa alle macchine elettriche senza preoccuparsi delle batterie al litio
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Tra i progetti green annunciati l’anno scorso dall’Unione europea c’è quello di arrivare entro il 2035 alla produzione di sole auto elettriche. Obiettivo sicuramente nobile, ma che non tiene in considerazione il mercato degli accumulatori agli ioni di litio.Al momento, secondo i dati della Snr Research, realtà che si occupa di ricerca e consulenza nel mondo energetico, le prime 10 società produttrici di batterie per le auto elettriche hanno la sede centrale in Asia (Cina, Giappone e Corea del Sud). Al primo posto, con una quota di mercato del 32% troviamo la Catl (cinese), al secondo c’è Lg energy solution con il 21,5% (coreana) e al terzo Panasonic con il 14% (giapponese). Da sottolineare come queste coprono quasi il 70% della quota di mercato. Nel 2021 la crescita delle società produttrici di batterie a litio è stata trainata soprattutto dal mercato automobilistico elettrico. E dunque abbiamo, per esempio, la crescita di LG Energy Solution legata alle vendite di Tesla Model Y (prodotta in Cina ), Volkswagen ID.3 e ID.4, oppure la richiesta maggiore di Samsung Sdi dovuta alle Audi E - tron EV e Fiat 500. Un mercato, dunque, quello delle batterie a litio, che è in continua crescita e che è destinato ad aumentare. Ora vale circa 27 miliardi di dollari all'anno, ma secondo gli analisti l’elevata domanda lo farà arrivare fino a 127 miliardi di dollari entro il 2027. Ma non solo, secondo una ricerca di S&P, si prevede che la capacità di produzione globale aumenterà da 455 GWh (2020) a 1.447 GWh nel 2025, con un tasso annuo di crescita composito del 26%.Le politiche stimola la crescita delle auto elettricheLa produzione di auto elettriche rientra nel pacchetto più ampio e complesso della decarbonizzazione e della riduzione dell’inquinamento deciso dall’Ue ma anche dagli Usa. E dunque, gli incentivi politici (sussidi per incoraggiare l’acquisto o sanzioni per chi produce carbonio) messi in campo sono stati e saranno fondamentali per guidare la crescita delle vendite delle auto elettriche. Queste politiche porteranno dunque entro il 2025 ad un aumento di auto green: secondo S&P si potrebbe passare da 2,9 milioni di unità del 2020 a circa 9,5 milioni nel 2025.Cina governa il mercato delle batterie di litioL’Asia e in particolar modo la Cina, attualmente domina il mercato della produzione di litio. Basti pensare che l’azienda più grande, la Catl, fornisce batterie a Tesla, Peugeot, Hyundai, Bmw, Toyota, Volkswagen e Volvo. Nel 2020, secondo la ricerca S&P, il Dragone ha raggiunto una quota di produzione del 77% a livello globale, seguito dagli Usa con il 9%, l’Asia (i restanti paesi) all’8% e poi l’Europa al 6%. Si prevede però che più aumenterà il commercio delle auto elettriche e più la geografia delle batterie di litio cambierà leggermente. E dunque nel 2025, al primo posto troveremo sempre la Cina che però vedrà la sua “potenza” ridursi (65%), al secondo posto l’Europa che raggiungerà il 25% e poi Usa (6%) e l’Asia (3%). Si prevede inoltre che la capacità di produzione di batterie di litio in Europa aumenterà da 28 GWh nel 2020 a 368 GWh nel 2025 in un quadro politico favorevole. E la regione sorpasserà la Cina diventando il più grande mercato auto elettriche del mondo.Ue: chi saranno i maggiori produttori?L'Europa ha una tradizione forte nella produzione di automobili, con centri chiave in Germania, Francia, Regno Unito e Italia, e sta vivendo un forte afflusso di investimenti per la produzione di batterie a litio per supportare la domanda interna di macchine elettriche. Secondo S&P sarebbero cinque i paesi europei che potrebbero entrare a far parte dei maggiori produttori di batterie di litio entro il 2025: Repubblica Ceca, Francia, Germania, Slovacchia e Svezia.Paesi che saranno dunque i principali protagonisti anche perchè sono stati scelti da colossi delle auto elettriche. Pensiamo a Testa che nei pressi di Berlino ha aperto la Gigafactory Tesla, dalla quale dovrebbero uscire 500 milioni di batterie elettriche e 500.000 veicoli elettrici all’anno. Poi c’è Lg Chem in Polonia e la Northvolt AB che ha scelto la Svezia e la Germania. In generale si può dire che la capacità globale di produzione di batterie a litio è dunque destinata ad aumentare del 218% tra il 2020 e il 2025, con una maggiore regionalizzazione sempre più vicina ai mercati chiave delle auto elettriche.
La deposizione in mare della corona nell'esatto luogo della tragedia del 9 novembre 1971 (Esercito Italiano)
Quarantasei giovani parà della «Folgore» inghiottiti dalle acque del mar Tirreno. E con loro sei aviatori della Royal Air Force, altrettanto giovani. La sciagura aerea del 9 novembre 1971 fece così impressione che il Corriere della Sera uscì il giorno successivo con un corsivo di Dino Buzzati. Il grande giornalista e scrittore vergò alcune frasi di estrema efficacia, sconvolto da quello che fino ad oggi risulta essere il più grave incidente aereo per le Forze Armate italiane. Alle sue parole incisive e commosse lasciamo l’introduzione alla storia di una catastrofe di oltre mezzo secolo fa.
(…) Forse perché la Patria è passata di moda, anzi dà quasi fastidio a sentirla nominare e si scrive con la iniziale minuscola? E così dà fastidio la difesa della medesima Patria e tutto ciò che vi appartiene, compresi i ragazzi che indossano l’uniforme militare? (…). Buzzati lamentava la scarsa commozione degli Italiani nei confronti della morte di giovani paracadutisti, paragonandola all’eco che ebbe una tragedia del 1947 avvenuta ad Albenga in cui 43 bambini di una colonia erano morti annegati. Forti le sue parole a chiusura del pezzo: (…) Ora se ne vanno, con i sei compagni stranieri. Guardateli, se ci riuscite. Personalmente mi fanno ancora più pietà dei leggendari piccoli di Albenga. Non si disperano, non singhiozzano, non maledicono. Spalla a spalla si allontanano. Diritti, pallidi sì ma senza un tremito, a testa alta, con quel passo lieve e fermissimo che nei tempi antichi si diceva appartenesse agli eroi e che oggi sembra completamente dimenticato (…)
Non li hanno dimenticati, a oltre mezzo secolo di distanza, gli uomini della Folgore di oggi, che hanno commemorato i caduti di quella che è nota come la «tragedia della Meloria» con una cerimonia che ha coinvolto, oltre alle autorità, anche i parenti delle vittime.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona in mare, nel punto esatto del tragico impatto, effettuata a bordo di un battello in segno di eterno ricordo e di continuità tra passato e presente.
Nelle prime ore del 9 novembre 1971, i parà del 187° Reggimento Folgore si imbarcarono sui Lockheed C-130 della Raf per partecipare ad una missione di addestramento Nato, dove avrebbero dovuto effettuare un «lancio tattico» sulla Sardegna. La tragedia si consumò poco dopo il decollo dall’aeroporto militare di Pisa-San Giusto, da dove in sequenza si stavano alzando 10 velivoli denominati convenzionalmente «Gesso». Fu uno di essi, «Gesso 5» a lanciare l’allarme dopo avere visto una fiammata sulla superficie del mare. L’aereo che lo precedeva, «Gesso 4» non rispose alla chiamata radio poiché istanti prima aveva impattato sulle acque a poca distanza dalle Secche della Meloria, circa 6 km a Nordovest di Livorno. Le operazioni di recupero dei corpi furono difficili e lunghissime, durante le quali vi fu un’altra vittima, un esperto sabotatore subacqueo del «Col Moschin», deceduto durante le operazioni. Le cause della sciagura non furono mai esattamente definite, anche se le indagini furono molto approfondite e una nave pontone di recupero rimase sul posto fino al febbraio del 1972. Si ipotizzò che l’aereo avesse colpito con la coda la superficie del mare per un errore di quota che, per le caratteristiche dell’esercitazione, doveva rimanere inizialmente molto bassa.
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