2021-01-31
Ue e mercati regalano un assist ai Benetton
Lettera di Bruxelles all’Italia per chiedere chiarimenti sulla riforma del 2019 delle concessioni: «Può costituire una restrizione alla libertà del mercato». Il governo punta alla statalizzazione, ma le nostre infrastrutture fanno gola agli investitori internazionaliAlla fine, complice la mancanza di soluzioni del governo Conte, l’Unione europea interviene su Autostrade per l’Italia e regala un vero e proprio assist alla famiglia Benetton. Bruxelles nei giorni scorsi ha inviato una lettera per avere lumi sulla condotta del governo e su come intenda trovare una soluzione al nodo concessioni. La Commissione Ue ricorda che nemmeno una tragedia come quella del ponte Morandi (lunedì inizierà il secondo incidente probatorio) può motivare un tale impasse che cancelli la certezza del diritto, favorisca società a controllo pubblico e danneggi gli investitori di minoranza.La missiva di Bruxelles, insomma, non lascia spazio a troppe interpretazioni. Le modifiche normative introdotte dal decreto Milleproroghe del 31 dicembre 2019 «potrebbero costituire restrizioni alle libertà del mercato interno, in particolare la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei capitali».Si tratta di parole dure che arrivano a seguito dei diversi ricorsi presentati da alcuni investitori dopo che il Milleproroghe è diventato legge undici mesi fa circa. Ciò che ha fatto storcere il naso alla Commissione Ue riguarda in particolare il congelamento di fatto delle tariffe autostradali e le scelte che hanno portato a cambiare ex post il contratto firmato tra Aspi e il governo nel 2007. Da Bruxelles, insomma, vogliono sapere perché l’esecutivo abbia cambiato le carte in tavola scegliendo di poter revocare le concessioni versando un indennizzo minore o anche pari a zero in caso di violazione degli obblighi della società del gruppo Atlantia.Inoltre, la questione degli accordi presi nel 2007 e il loro cambio in corsa viene vista dagli investitori esteri (Appia investments possiede il 6,94, Silk road rund il 5%, il resto è dei Benetton) come un mezzo di pressione su Atlantia perché ceda il controllo di Aspi a una cordata guidata da Cassa depositi e prestiti a condizioni vantaggiose per il gruppo guidato da Fabrizio Palermo.A Bruxelles sospettano che «le modifiche normative in questione sembrano essere tali da incidere sulla posizione di coloro che hanno fatto affidamento sul precedente regime di concessione», si legge, «In particolare, sulle disposizioni contrattuali potenzialmente più favorevoli in materia di indennizzi o estinzione anticipata».La Commissione Ue vuole sapere «quali sono i motivi» del Milleproroghe e «in che modo si accerterebbe la violazione degli obblighi del concessionario». Si tratterebbe di una norma giunta «in modo inaspettato» senza «disposizioni transitorie o indennizzi adeguati» e «se fosse così potrebbero violare i principi della certezza del diritto». Per finire, all’interno della lettera di Bruxelles arriva un’altra bordata che riguarda l’aggiudicazione diretta ad Anas, società pubblica, della gestione provvisoria della rete autostradale, senza una gara «che garantisca il rispetto dei principi di parità di trattamento e trasparenza». A tutti questi dubbi sollevati da Bruxelles, insomma, il governo dimissionario dovrà dare una spiegazione. Diversamente potrebbero esserci incompatibilità con il diritto europeo. Oltre all’assist dell’Ue, c’è poi da considerare quello in arrivo dal mercato. Oggi i grandi fondi di investimento stanno dimostrando che c’è fame di investimenti nelle infrastrutture e per questo Atlantia può essere una preda piuttosto appetibile. Merito anche dei soldi in arrivo con il Recovery fund e dell’emergenza Covid che hanno fatto tornare sotto i riflettori l’interesse per le grandi opere. A ciò si aggiunga che la crisi di governo sta favorendo questa situazione continuando a mostrare un certo lassismo sul gruppo della famiglia Benetton. Del resto, quello delle grandi opere è un mercato strategico per l’Italia che vale 200 miliardi e che negli ultimi 20 anni ha subito un tracollo importante. C’è poi da considerare che i prezzi, vista la pandemia, possono essere vantaggiosi. Non è un caso, per fare un esempio, se il gruppo Suez, da tempo nel mirino di Veolia, ha fatto sapere di aver ricevuto una proposta alternativa da Ardian e dall’americana Gip su tutto il capitale di Suez (di cui Veolia già possiede il 29,9%). Non stupirebbe, insomma, se anche su Atlantia si dovesse generare lo stesso interesse. Va ricordato, d’altronde, che anche un governo dimissionario come quello che abbiamo in questo periodo ha la facoltà di esercitare il golden power, lo scudo pensato per tutelare attività ritenute strategiche per il Paese. È quanto si legge nero su bianco nel recente decreto disbrigo affari correnti, la direttiva della presidenza del Consiglio inviata di recente a ministri, viceministri e sottosegretari di Stato nella quale vengono tratteggiati gli attuali limiti dell’azione del Conte bis.