2022-12-02
Bruxelles implora il Dragone di fare da paciere con lo zar e presta il fianco all’invasione
Charles Michel e Xi Jinping (Ansa)
Mentre il capo del Consiglio Ue, Charles Michel, va a Pechino a chiedere aiuto a Xi Jinping, Emmanuel Macron si accorge del pericolo a livello economico. E tratta in autonomia con gli Usa.Una visita e tanti dubbi. Ieri il numero uno del Consiglio Ue, Charles Michel, ha stretto la mano a Xi Jinping. Prima di lui a inaugurare la stagione delle relazioni post Covid tra Europa e Cina è stato Olaf Scholz. La differenza tra i due è il secondo, che ha parlato per conto della Germania, il primo per conto di una istituzione, quella di Bruxelles, che non si sa chi rappresenti. Gli interessi tedeschi, quelli francesi o quelli del Mediterraneo? Purtroppo lo capiremo fra un po’ di tempo. Di certo e con parole in chiaro c’è il tentativo di riallacciare i rapporti e affidare a Pechino un pericoloso, per noi, ruolo di mediatore con la Russia. Michel, ha ribadito l’importanza del dialogo per far fronte alle principali sfide attuali, dalla crisi energetica al cambiamento climatico, e ha chiesto aiuto al leader cinese, Xi Jinping, per porre fine alla guerra della Russia in Ucraina e garantire il rispetto della Carta delle Nazioni unite. «Impegnarsi apertamente su tutti gli aspetti della nostra relazione è l’unica via da seguire. Oggi abbiamo parlato della guerra della Russia contro l’Ucraina e le sue conseguenze, le sfide globali e l’ampiezza delle nostre relazioni bilaterali. In qualità di potenze globali, l’Ue e la Cina condividono la responsabilità di lavorare per garantire il rispetto della Carta per la pace delle Nazioni unite», ha detto al termine dell’incontro a Pechino. Michel ha proseguito sottolineando che «il mondo deve affrontare molteplici crisi. La guerra in Ucraina, la crisi energetica e alimentare, il rallentamento dell’economia mondiale. Oltre ai cambiamenti climatici e alla salute globale. Queste questioni globali richiedono dialogo e azione. Dobbiamo discutere degli ambiti in cui possiamo lavorare meglio insieme, ma anche discutere e gestire le nostre differenze. Credo nel potere del dialogo». Soffermandosi sull’aggressione russa, il leader europeo ha ricordato che «la Cina è un attore globale e un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite» e «tutti condividiamo la responsabilità di lavorare per la pace e per il rispetto dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni unite. Ho esortato il presidente Xi a usare la sua influenza sulla Russia per convincerla a rispettare la Carta. L’attacco del Cremlino contro una nazione sovrana viola palesemente il diritto internazionale. Il presidente Xi e io abbiamo convenuto che le minacce nucleari non sono accettabili e altamente pericolose e mettono in pericolo la comunità internazionale». Michel ha poi chiesto al presidente cinese di collaborare con gli altri attori globali per affrontare il cambiamento climatico e di garantire maggiore reciprocità per quel che riguarda l’accesso al mercato. «Da parte europea, l’accesso al mercato rimane molto aperto, mentre in Cina diversi settori rimangono molto più chiusi. Abbiamo bisogno di maggiore reciprocità, abbiamo bisogno di un rapporto più equilibrato senza eccessive dipendenze, una vera parità di condizioni per le nostre aziende. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio. Il passaggio all’autosufficienza comporta pericoli non solo per la Cina e per l’Ue, ma anche per il mondo», ha dichiarato, sottolineando che «crediamo nel libero scambio, nella cooperazione; ma abbiamo bisogno di equilibrio ed equità. Quindi, dobbiamo lavorare di più sulle questioni che ostacolano il nostro ampio rapporto commerciale e ci sono canali per farlo. Riteniamo che il commercio e gli investimenti debbano essere disciplinati da regole, da un’Organizzazione mondiale del commercio riformata». Infine, sul fronte dei diritti umani, Michel ha accolto con favore la disponibilità di Pechino a riprendere il dialogo su questo tema. «Daremo seguito a questo impegno. Questo è un segnale importante. Il dialogo Ue-Cina sui diritti umani ci consentirà di concentrarci su questioni politiche più ampie in materia di diritti umani e su singoli casi. Il diritto di riunione pacifica è un diritto fondamentale sancito sia dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che dalle Costituzioni nazionali». Una tale premessa non poteva che portare a due conseguenze: una presa di distanza opportunistica da Taiwan (Michel ha ribadito la politica denominata «Una sola Cina») e la richiesta di maggiore accesso ai rispetti mercati economici. Una mossa pericolosa. La Cina in questo momento assieme agli Usa domina il sistema delle materie prime. Se Pechino dovesse superare la politica del Covid zero sarebbe in grado di invaderci con merci a prezzi più bassi per via del differenziale del costo dell’energia. Non è un caso che ieri Emmanuel Macron si sia recato negli Stati Uniti per incontrare Joe Biden. Al momento è l’unico che ha capito come evitare di mettersi nelle mani dei cinesi mantenendo allo stesso tempo una politica dell’equidistanza. Certo, come abbiamo potuto già scrivere, il rischio è vedere l’Ue trasformarsi in un treno a motrice francese. Un problema per noi, ovviamente, ma anche per altri Paesi mediterranei. Lo si comprende dalla duplice mossa di attaccare da un lato la Casa Bianca sui massimi sistemi e dall’altro cercare di chiudere accordi bilaterali su specifici settori. Vale per lo Spazio e pure per l’auto. A differenza di Michel, Macron sa che non può permettere che l’Ue venga invasa da auto elettriche cinesi prodotte a metà prezzo. Se però incarichiamo Pechino di fare da paciere con Mosca chi avrà la forza poi di chiudere i confini ed evitare l’invasione?
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