2020-06-10
U2: sessant'anni dopo
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Il relitto dell'U2 di Francis Gary Powers (Russian Central Armed Forces Museum)
Fa ancora discutere dopo sessant'anni l'abbattimento dell'aereo spia pilotato da Francis Gary Powers avvenuta su Sverdlovsk, Urss. Attorno alle dieci del mattino di quel primo maggio 1960, il pilota della Cia ha 31 anni e si trova a 70.000 piedi d'altezza (21,3 km), nella cabina di pilotaggio di un Lockheed U-2C, sopra la città industriale sovietica di Sverdlosk, circa alla metà di una missione di spionaggio che prevede il sorvolo su alcuni dei più interessanti centri produttivi dell'Urss a partire da Tuyratam, al confine meridionale.
Fa ancora discutere dopo sessant'anni l'abbattimento dell'aereo spia pilotato da Francis Gary Powers avvenuta su Sverdlovsk, Urss. Attorno alle dieci del mattino di quel primo maggio 1960, il pilota della Cia ha 31 anni e si trova a 70.000 piedi d'altezza (21,3 km), nella cabina di pilotaggio di un Lockheed U-2C, sopra la città industriale sovietica di Sverdlosk, circa alla metà di una missione di spionaggio che prevede il sorvolo su alcuni dei più interessanti centri produttivi dell'Urss a partire da Tuyratam, al confine meridionale. Powers non è alla sua prima missione e sono ormai quattro anni che la Cia vola sul nemico della guerra fredda, ma è la prima volta che un U-2C sorvola le fabbriche di Sverdlosk e il pilota non ha la minima idea di quali batterie di difesa ci siano sotto di lui. C'è un Mig19 che cerca di raggiungerlo, il pilota capisce che l'americano è alto ma lento, vuole salire più in alto possibile facendosi guidare dai radar per arrivare abbastanza vicino da lanciargli almeno un razzo, perché di missili a bordo non ne ha e con i tre cannoni da 30 millimetri non lo prenderebbe mai. Ma i due turbogetti Tumansky non lo spingono oltre i 17.000 metri e per prendere quella spia ne mancano altri cinque. Sembra poco nell'immenso cielo, il pilota spera nella bassa temperatura dell'aria ma il Mig non ce la fa. Non sa che mentre rincorre Powers una batteria terra aria di Sa-2 li ha inquadrati, non li distingue neppure bene, lancia due missili senza neppure essere in contatto con il centro radar. La prima esplosione è la sua, la sua vita finisce, la seconda avviene in prossimità del piano di coda dell'U-2C americano. Un colpo fatale, come confermerà alle commissioni Cia e del Senato il progettista dell'aereo Clarence "Kelly"Johnson due anni dopo.Quando il missile Sa-2 colpisce l'U-2C questo comincia a a ruotare vorticosamente su sé stesso e la forza centrifuga blocca il pilota contro il sedile impedendogli di armare la carica esplosiva per l'autodistruzione degli apparati di bordo. Powers ci prova, ma la tuta pressurizzata da astronauta non gli permette di muoversi. Lui sgancia le cinture, riesce a liberare meglio le braccia e al tempo stesso viene proiettato fuori dall'abitacolo rimanendo però attaccato all'aeroplano con il tubo dell'ossigeno. Si è già giocato quasi metà della quota, non arriva più agli interruttori della carica e dopo un momento il tubo si rompe e l'uomo si ritrova a cadere solo per altri 4.500 metri prima che la capsula aneroide apra in modo automatico il paracadute a 15.000 piedi (5 chilometri circa).Durante l'inchiesta, interrogato dall'agente Jim C., Powers dirà: «Vidi un bagliore arancione, sentii un colpo e l'aeroplano si inclinò a destra. Cercai di raddrizzarlo ma subito dopo cominciò a picchiare e girare su sé stesso in modo incontrollabile». A sollevare dubbi, a Burbank, in California, era stato lo staff di Johnson presso la Lockheed Aircraft, perché se da un lato i tecnici conoscevano nei dettagli la missione, faticavano a credere che la difesa sovietica fosse in grado di abbattere un aereo che volasse così alto. Il Ceo dell'azienda Robert Gross scrisse una lettera nella quale rifiutava di credere che i sovietici potessero abbattere l'U-2C, così la vera storia non sarebbe stata confermata fino al ritorno di Powers dalla prigione sovietica, lasciando il tempo a tutti per pararsi il sedere. Nella Cia la reazione era di imbarazzo, l'agenzia aveva assicurato al presidente Eisenhower che il rischio di perdere un U-2 sull'Urss era molto basso, mentre alla Lockheed stavano già costruendo il prototipo dello A-12 Oxcart, che diverrà lo Sr-71 Blackbird, aereo da 3000 km l'ora fatto per sfuggire a missili a Mig. E non volevano perdere il contratto con la Cia.A Powers verrà chiesto cento volte di descrivere quei momenti, anche nel tentativo di farlo contraddire, ma senza riuscirci.Nel 2012 il manuale di volo dell'U-2C viene declassificato e vi si legge: «Un salvataggio da altissima altitudine dovrebbe essere evitato se non in caso di emergenza estrema». Il manuale descrive anche il sistema di distruzione che Powers avrebbe dovuto armare prima di lanciarsi: «2,5 libbre di esplosivo sono progettate per distruggere il solo sistema di ripresa fotografica e non comportano l'esplosione dell'aeroplano». Vatti a fidare..La reazione iniziale alla cattura di un pilota americano abbattuto nel territorio sovietico è un fatto eclatante. Il primo ministro sovietico Nikita Khrushchev chiede un'azione contro gli Usa da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il governo americano pubblica una dettagliata storia inventata, ma la verità è svelata quando, giorni dopo, lo stesso Khrushchev mostra ciò che resta delle apparecchiature di spionaggio recuperate all'interno del relitto. Si scopre invece da fotografie mostrate all'Onu che per quasi tre anni, prima del volo di Powers, l'Urss aveva tentato di interdire il suo cielo agli aerei spia con i caccia intercettori MiG-19 e MiG-21, in cui piloti li spingevano in salite estreme verso quei nemici argentei, finendo però inevitabilmente per perdere il controllo in quello strato sottile di atmosfera nel quale non c'è più ossigeno da bruciare. Nel 2013 la Cia declassifica altri documenti destinati alla Lockheed, nei quali si legge: «I piloti di U-2C individuano Mig in volo sotto di loro e ritengono che i loro aerei non dovrebbero essere verniciati in metallo nudo e lucido per risparmiare peso, perché troppo visibili, ma in livrea blu-nera». Che sarebbe stata adottata dal luglio 1961. Powers è liberato insieme con lo studente americano Frederic Pryor, entrambi scambiati con il colonnello del Kgb Vilyam Fisher, alias Rudolf Abel, sul celebre ponte delle spie a Potsdam, il 10 febbraio 1962. Gli fu chiesto perché non avesse usato la capsula di cianuro contenuta nel dollaro d'argento in dotazione agli agenti Cia. Non rispose mai, ma convinse tutti di non aver rivelato alcun segreto. Fece il collaudatore fino al 1970, ma sette anni dopo morì facendo il giornalista mentre volava su un elicottero dell'emittente Knbc. Soltanto nel 2000 alla famiglia furono consegnate la medaglia del Prigioniero di guerra, la Distinguished flying cross e la National defense service Medal.