2022-12-28
Twitter censurava fior di studi sgraditi a chi orchestrava il terrore
L'ex Ceo di Twitter Jack Dorsey
I file resi pubblici da Elon Musk svelano il controllo sistematico operato dal social. Tra le vittime l’epidemiologo di Harvard che contestava le autorità Usa. E chi smentiva l’allarmismo sulla letalità del virus nei bambini.«Oggi Donald Trump ha scritto su Twitter la frase “non abbiate paura del Covid”: non dovremmo considerarla una violazione delle nostre regole sulla pandemia?». A indirizzare questa surreale istanza di censura a Joel Roth, ex responsabile sicurezza e integrità di Twitter, è nientemeno che Jim Baker, ex vice consigliere generale e responsabile legale della piattaforma social. La mail di Baker è una delle tante prove della pesante e sistematica censura sul Covid scatenata, per oltre due anni, dalle alte sfere di Twitter, prima che l’azienda fosse rilevata da Elon Musk: fa parte dei cosiddetti «Twitter files», i documenti che Musk ha concesso in visione ad alcuni giornalisti indipendenti per testimoniare il regime di censura esistente prima del suo arrivo. Dei files sul Covid se ne sta occupando il giornalista David Zweig. Ma torniamo alla mail di Baker: è il 5 ottobre 2020 e Trump sta per uscire dal Bethesda Hospital, l’ospedale federale dei presidenti Usa, dove gli è stato somministrato un trattamento di monoclonali anti Covid. Il funzionario che vuole censurare la sua ottimistica dichiarazione, Baker, non è una persona qualsiasi: è l’ex avvocato generale dell’Fbi, ed è stato indagato due volte con l’accusa di aver fatto trapelare alla stampa informazioni classificate. Pur non essendo stato condannato, si è dimesso dall’Fbi nel 2018, subito dopo l’indagine, ed è stato nuovamente indagato dal dipartimento di Giustizia nel gennaio 2019, con la stessa accusa (e lo stesso esito). A maggio 2019 è stato assunto dalla Cnn come analista legale, per poi approdare ai vertici di Twitter un anno dopo, a giugno 2020, occupandosi in prima persona delle notizie «scomode». Baker era «uno degli uomini più potenti dell’intelligence americana», dicono gli autori dei «Twitter files», ma la sua solerte attività è stata interrotta dallo stesso Musk, che lo ha licenziato accusandolo di aver tentato di oscurare il ruolo dell’Fbi dentro Twitter. Sembra sia di Baker, ad esempio, la censura dell’articolo del New York Post e di tutti i tweet sugli affari del figlio del presidente, Hunter Biden, in Ucraina e con la Cina. «Baker aveva fatto credere ai dirigenti Twitter che il contenuto del computer di Hunter Biden non fosse autentico e che fosse il risultato di una “interferenza elettorale russa”, scrive il New York Post: fatto sta che, grazie anche a questa soppressione di notizie scottanti sul figlio di Joe Biden, avvenuta poco prima delle presidenziali del 2020, Trump non riuscì a ottenere la rielezione.Cosa c’entra l’Fbi con il Covid? Dai «Twitter files» pubblicati in questi giorni, è emerso che il social si sia di fatto trasformato in succursale dell’Fbi, introducendo o addirittura assumendo al suo interno moltissimi ex agenti dell’Fbi e di altre agenzie federali di intelligence (gli autori dei «Twitter files» menzionano anche la National security agency e il Dipartimento di sicurezza nazionale - Dhs). Ed è ormai chiaro che la «manina» dell’intelligence americana ha coperto e gestito anche le notizie riguardanti il Covid. Una delle più autorevoli vittime della censura è stato il professor Martin Kulldorff, epidemiologo ad Harvard. Kulldorff twittava spesso contro le decisioni delle autorità sanitarie Usa e del governo di sinistra («affiliazione politica di quasi tutto lo staff di Twitter»). La sua colpa è stata di aver parlato del più grande tabù dei vaccini anti Covid, dopo gli eventi avversi: l’inopportunità di vaccinare i guariti e i bambini. In un tweet del 15 marzo 2021 Kulldorff scriveva che «i vaccini sono importanti per gli anziani e i fragili. Le persone cha hanno avuto infezione naturale (i guariti, appunto, ndr) non dovrebbero vaccinarsi, e neanche i bambini». Il suo tweet è stato etichettato come «fuorviante», e il professore è stato oscurato e poi sospeso per mesi. Motivo: «Kulldorff contraddice il Cdc, dunque le sue informazioni sono false». Poco importa se l’evidenza scientifica sulla quale Kulldorff basava le sue affermazioni, quella della «focused protection» da opporre alla vaccinazione di massa, sia stata adottata in numerosi Paesi con risultati decisamente migliori di quelli americani (e italiani). A volte non bastava neanche citare gli stessi dati del Cdc, come è accaduto a una fact checker oscurata per aver smontato alcune false teorie che sostenevano che il Covid fosse «una delle principali causa di morte dei bambini». Curiosamente, la stessa «informazione» era stata diffusa anche da Giorgio Palù, presidente Aifa, che a fine 2021 aveva dichiarato: «Il Covid ora è una malattia pediatrica, tra le prime cause di morte a quest’età». Nessun giornalista italiano lo ha mai contraddetto. Purtroppo, le fake news su Covid e bambini continuano impunemente a circolare: ancora due giorni fa il deputato Usa - dem, ça va sans dire - Ted Lieu ribadiva che «il Covid è una delle principali cause di morte nei bambini», ma ha dovuto rimuovere il suo tweet dopo che gli è stato fatto notare che lo studio che linkava era «fake». «I casi di tweet rimossi soltanto perché in contrasto con il Cdc», secondo Zweig, «non si possono contare da quanti sono». Molti account che testimoniavano, studi alla mano, i casi di arresti cardiaci nella fascia 16-39 anni dopo la vaccinazione a mRna sono stati sospesi. Così com’è stato immediatamente cancellato il tweet del medico Andrew Bostom, che aveva postato uno studio peer reviewed sulla temporanea riduzione di spermatozoi negli uomini dopo la vaccinazione. Sbaglia chi pensa che la censura sul Covid sia stata operata soltanto su Twitter: da numerosi «Twitter files», documentati da uno dei giornalisti che ci lavorano, Matt Taibbi, è ormai chiaro che il governo Usa era (è?) in contatto non solo con Twitter ma con tutte le maggiori aziende tech come Facebook, Youtube, Apple, Google, Microsoft, Verizon, Reddit, perfino Pinterest. Tutte le informazioni corrette, pubblicate su queste piattaforme, sono state e sono tuttora censurate di default, se in contrasto con le linee guida delle autorità sanitarie pubbliche americane.I prossimi «Twitter files» sul Covid arriveranno nei prossimi giorni, e a Washington l’aria comincia a farsi molto tesa.
Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo (Imagoeconomica)
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