- In Italia censiti 866 movimenti, 208 in più di 20 anni fa. Esercitano un notevole influsso sociale. I 600.000 adepti vanno e vengono sperando di trovare risposte. Ma la delusione a volte può provocare conseguenze tragiche.
- La psicologa della religione Raffaella Di Marzio: «Di solito chi esce da un gruppo ne cerca subito un altro in un vero vagabondaggio spirituale».
In Italia censiti 866 movimenti, 208 in più di 20 anni fa. Esercitano un notevole influsso sociale. I 600.000 adepti vanno e vengono sperando di trovare risposte. Ma la delusione a volte può provocare conseguenze tragiche.La psicologa della religione Raffaella Di Marzio: «Di solito chi esce da un gruppo ne cerca subito un altro in un vero vagabondaggio spirituale».Lo speciale contiene due articoli«Vogliamo trovare un nuovo luogo in cui vivere in pace». Pace. Agognata e mai trovata. Come tutti quelli che continuano a vivere su questa terra e a camminarvici inquieti. Ma Paolo Neri e Stefania Platania, marito e moglie, di 67 e 65 anni, hanno preso la drastica decisione di spararsi un colpo in bocca alla ricerca di «un mondo che ci offra nuove possibilità», come hanno lasciato scritto in un criptico post-it. La coppia è stata trovata sabato 21 maggio nella casa-bunker a Spinello, nel Forlivese. La notizia è rimbalzata sulle prime pagine dei quotidiani nazionali perché i due erano collegati alla Ramtha’s school of enlightenment, un gruppo esoterico con un buon seguito negli Usa e diffuso anche in Italia. Al solo suono della parola «setta» saltano alla mente gli aberranti suicidi di massa del Tempio del Popolo in Guyana nel 1978 (918 morti), dell’Ordine del Tempio solare in tre fasi in Svizzera e Canada nel 1994, 1995 e 1997 (74 morti), di Heaven’s Gate nel 1997 (39 morti), o ancora del Movimento per la restaurazione dei dieci comandamenti di Dio in Uganda nel 2000 (778 morti). Da quanto si è appreso, i due non frequentavano più il gruppo religioso da dieci anni, perciò il collegamento suicidio-setta, con un movimento che in 45 anni di storia non ne ha mai visto uno, è dubbio. Tuttavia la domanda sulle sette religiose rimane. Rimane il desiderio di capire cosa spinga un cinquantasettenne sposato, con lavoro, moglie e figli, a entrare a far parte di una setta religiosa. E rimane l’interrogativo se questa adesione possa o no rispondere alle domande del singolo, o se invece crei una tragica forma di depressione.la panoramicaNegli Stati Uniti e in Canada la nona edizione della Melton’s Encyclopedia of American Religions, del 2017, rubrica oltre 2.300 movimenti religiosi di una certa rilevanza. È curioso come il numero sia aumentato, rispetto alla precedente edizione del 2009, di 385 unità. Anche in un Paese, come l’Italia, dove il pluralismo religioso è più recente le sigle «nuove» sono comunque numerose. La rassegna enciclopedica Le Religioni in Italia conta 866 minoranze religiose e spirituali presenti in maniera organizzata. Anche in questo caso stupisce l’aumento: nella prima edizione dell’enciclopedia, pubblicata nel 2001, erano 658. Un aumento di 208 unità. Secondo il Cesnur (Centro per gli studi sulle nuove religioni), i cittadini italiani appartenenti a minoranze religiose sono il 4% della popolazione, e se si volesse utilizzare la categoria di «nuovi movimenti religiosi» nel senso in cui più comunemente la si usa, ovvero quello di setta religiosa, che non comprende il mondo protestante pentecostale e fondamentalista indipendente, le realtà così etichettate riuniscono circa l’1% degli italiani, circa 600.000 individui. Persone che, secondo Massimo Introvigne, sociologo e direttore del Cesnur, «non sono soddisfatte delle religioni istituzionali e non si considerano atee. Le religioni istituzionali, perdono fervore e lasciano sempre degli scontenti. In Italia si ritiene che gli atei siano un fenomeno di élite, tra il 6 e il 7%. Del restante 93%, chi mantiene un contatto con la religione cattolica sono il 17%, il 3% sono ebrei e musulmani e l’1% fa parte delle sette religiose. Il rimanente 72% è interessato alla spiritualità, ma non aderisce a religioni istituzionali secondo quella che papa Benedetto XVI chiamava la religione fai da te, che diceva essere in Europa la religione di maggioranza. Tra questo 70% abbondante, che si considera religioso senza appartenere a religioni istituzionali, qualcuno può interessarsi alle nuove proposte che sorgono di continuo. Con Internet le religioni si diffondono in cinque minuti». DOMANDE DI SENSOPerché ci si rivolge a questi gruppi? Un fattore da tenere in forte considerazione è stata la pandemia. Così si legge nel libro di Stefania Palmisano e Nicola Pannofino Religioni sotto spirito: «Ci ha imposto di fare i conti non solo con la nostra salute fisica, ma ci ha portati anche a interrogarci sul senso più vero dell’esistenza e delle relazioni con il mondo che ci circonda, facendo emergere le fragilità, le paure e le insicurezze che si annidano nella nostra vita quotidiana. La pandemia, pur in una società secolarizzata, sta riportando sulla scena pubblica la spiritualità, chiamata a dare risposte sui grandi temi della solidarietà, della morte, dell’ignoto». Il grido incessante di ogni uomo a dare un senso alla propria esistenza ha portato a un drastico aumento di forme di spiritualità le più svariate, e di conseguenza ha favorito l’aggregarsi di nuovi movimenti religiosi, come spiega nell’intervista a lato anche la psicologa Raffaella Di Marzio. Altro importante fattore sociologico è la solitudine. La religione genera comunità, e la comunità lenisce la solitudine. E non solo, come scrive Mattia Ferraresi in Solitudine, il male oscuro delle società occidentali: «Se la solitudine è, nella sua radice ultima, assenza di significato, sarà certamente importante considerare la relazione fra questa incertezza esistenziale e un’esperienza, quella del sacro, che più esplicitamente di ogni altra pretende di fornire risposte alle domande sul senso della vita degli uomini e dell’universo che abitano». All’interno delle sette religiose, però, spesso comunità e sacro non bastano per quietare i propri adepti, creando un peculiare effetto chiamato «porte girevoli», per cui da queste sette si entra e si esce come nei negozi lungo una via dello shopping. Conferma Introvigne: «C’è continuamente gente che va e viene. C’è anche la figura del seeker, il cercatore, che ne passa quattro o cinque». L’inquietudine non è placata, anzi si acuisce. E a forza di passare da una parte all’altra, prima o poi si rischia di incorrere in truffe.Un caso di cronaca che fece scalpore per essere stato al centro anche della trasmissione televisiva Le Iene è quello del presunto mistico di Brindisi Paolo Catanzaro, diventato poi Paola, condannata a sei anni e mezzo per truffa. In molti avrebbero versato grosse somme di denaro al sedicente mistico pugliese, che diceva di avere visioni in una chiesa sconsacrata, in cambio di miracoli promessi e mai ricevuti. Dopo avere racimolato un gruzzoletto di ben quattro milioni di euro, avrebbe cambiato vita e sesso, cercando di intraprendere la carriera di showgirl, con il nome d’arte di Sveva Cardinale, fondando una produzione cinematografica indipendente. LE SETTE TRA NOIPur rappresentando l’1% in Italia, un numero che potrebbe sembrare poco rilevante, in realtà le sette religiose sono tra noi più di quanto si creda. Sono al nostro polso, se abbiamo un Apple watch, dispositivo che più volte durante la giornata propone qualche momento di «mindfulness»; sono alla Notte delle lanterne di Milano, dove gli organizzatori nel 2015 si aspettavano 150 persone e ne sono arrivate 80.000; sono all’ospedale con le richieste di chi vuole partorire non recidendo il cordone ombelicale e lasciando il bimbo attaccato alla placenta, secondo in metodo del Lotus Birth; sono tra le decine di migliaia di persone che affollano il «Cosmic vegan fest: salute, spiritualità, vegbio» in Puglia, o il «Free spirit holistic and vegan festival» nel Lazio, eventi in cui il tema dell’alimentazione s’intreccia più significativamente con le più diverse pratiche della spiritualità contemporanea, con naturopatia, sciamanesimo e danze sacre.Le minoranze religiose presenti nel nostro Paese, si legge in Le Religioni in Italia, «non sono importanti solo per le loro dimensioni quantitative, minoritarie ma tutt’altro che irrilevanti, ma per la loro capacità d’influenzare cerchie molto più vaste di persone. Un gruppo relativamente piccolo come Hare Krishna ha distribuito milioni di copie dei suoi libri e opuscoli. Il testo sulla reincarnazione più diffuso dagli Hare Krishna è diventato popolarissimo in numerosi Paesi dell’Occidente, è spesso citato anche in contesti insospettati e ha certamente contribuito alla moda della reincarnazione: anche presso persone che non si sognerebbero mai di aderire al movimento degli Hare Krishna». Altro che 1%, «gli interessi escatologici e apocalittici, il tema della reincarnazione, la “sacralizzazione del Sé” e il “ritorno della magia” sembrano essere temi emergenti nel variegato pluralismo religioso che caratterizza l’Italia del secolo XXI». C’è poco da dire: aveva ragione Benedetto XVI.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/tutti-nelle-sette-per-scoprirsi-infelici-2657408285.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="si-vaga-senza-pace-alla-ricerca-del-senso-poi-arriva-la-truffa" data-post-id="2657408285" data-published-at="1653819028" data-use-pagination="False"> «Si vaga senza pace alla ricerca del senso. Poi arriva la truffa» «Posso parlare per esperienza personale, ma non solo, perché su questo ho realizzato il dottorato di ricerca, e ho quindi letto centinaia di ricerche sul campo, di psicologi, sociologi, andati nelle comunità di tutti i tipi, intervistando, somministrando test. Il fatto che le persone entrino in questi gruppi è motivo di studio. Perché le persone entrano in questi gruppi? Questo studia lo psicologo della religione». Raffaella Di Marzio è psicologa della religione e direttrice del Centro studi sulla libertà di religione, credo e coscienza. Inizierei col chiederle se questi nuovi movimenti sono veicolo di ambienti depressivi e senza speranza. «Dopo che lo psicologo ha osservato dà delle conclusioni che però possono essere solo individualizzate. Ci sono delle persone che entrano in questi gruppi e che non mostrano alcun tipo di problema psicologico prima di entrare. Sono entrati, incuriositi dall’offerta del gruppo, hanno visto di cosa si trattava, hanno visto che andava bene per loro e ci sono rimaste e questo ha migliorato la loro vita. Persone con lo stesso cammino hanno visto il gruppo non rispondere alle proprie esigenze oppure loro stessi cambiando se ne sono andati. Questi sono processi normali che avvengono in tutti i gruppi sociali e anche nelle comunità religiose. Le patologie esistono certamente. Quando un gruppo è guidato da leader disturbati psicologicamente è possibile che la loro influenza sia negativa se diventano direttivi e costringono a fare cose o minacciano di punizioni eterne. Se ci sono queste persone è chiaro che tutto questo non può che nuocere a chi ne fa parte. Però non possiamo generalizzare, l’effetto va osservato e visto sul posto». Leggendo i dati cosa si evince? «Che le persone scelgono i gruppi. Non funziona come si racconta che ti convinco e vieni dentro. È una scelta di autodeterminazione e quando la persona non si troverà più bene in questo gruppo se ne andrà e troverà qualcos’altro. Quando vedo che non mi stai dando più niente me ne vado. Casi di manipolazione mentale esistono e sono esistiti ma sono delle situazioni eccezionali. Ci sono, ma non possiamo immediatamente dire quella è una setta criminale». Avrà un’origine questo significato negativo però... «Sì, ci sono stati dei fatti, come il grande suicidio di massa di Jonewstown nel 1978. Il leader era malato da quando aveva cinque anni e aveva una madre pazza che lo ha allevato come lo avrebbe allevato una madre pazza. Quella era una setta criminale. Ma nel momento in cui si parla della scuola di illuminazione Ramtha e parlarne come setta criminale significa fare disinformazione. Non dobbiamo usare questa parola per gli innumerevoli casi che non hanno nulla a che fare con le sette criminali». In generale l’adesione è spinta da una ricerca di risposta alle domande di senso? «Sì, questa è una fortissima motivazione. Persone che non trovano un senso nella propria esistenza cercano qualcosa che li interessi e sono loro che vanno a ricercare le risposte. Noi lo chiamiamo un atteggiamento proattivo». La solitudine può essere un fattore aggregante? «Sì, assolutamente. Ci sono persone che non hanno punti di riferimento validi e il fatto di essere soli li spinge a cercare un luogo fisico e psicologico dove ritrovarsi e ritrovare qualcosa in comune con altri. La solitudine può spingere a entrare in questi gruppi, ma non per forza è un fattore negativo per chi vi entra». Quelli che se ne vanno sono delusi? «Ho intervistato diverse persone che sono uscite. Alcuni sono andati via perché la comunità è cambiata in un modo che non era in linea con loro; un altro, per esempio, ha detto che tutto quello che poteva avere lo aveva preso ed è andato via. Le persone che ho intervistato, e sono la maggioranza, non portano rancore alla comunità lasciata. Quelli intervistati dai media sono sempre e solo quelli che sono andati via male e raccontano cose negative, e non metto in dubbio che ci fossero aspetti negativi, beninteso. Ma i fuoriusciti sono loro che vogliono raccontare per dire che il gruppo è una setta criminale. Coloro che escono senza portare rancore non sono interessati a raccontare alla stampa». Se se ne vanno non hanno evidentemente trovato risposta alle domande con cui sono entrati. «Se ne vanno perché le persone cambiano. All’inizio la realtà andava bene. Poi con il passare del tempo ha smesso di andare oppure è cambiata la comunità». E sono molti quelli che se ne vanno? «I sociologi che hanno studiato il fenomeno dicono che i gruppi sono come delle porte girevoli, tanti entrano e altrettanti escono». Passano da un gruppo all’altro quindi? «Un fenomeno molto diffuso, sì. La maggior parte che esce da questi gruppi ne cerca immediatamente un altro, in una specie di vagabondaggio spirituale». Un’inquietudine che non riesce a trovare una risposta. «Esattamente, come se non bastasse mai». Nel vedere l’abbondanza delle porte girevoli non trovando ciò che si cerca, vien da dire che forse non è in questi movimenti la risposta. «È la risposta per qualcuno, perché ho conosciuto persone che hanno trovato il senso della vita in questi gruppi. Il problema grosso è che le persone se cercano il senso della propria vita fuori da sé non lo troveranno mai. I gruppi che funzionano meglio sono quelli in cui c’è maggior introspezione. Il problema oggi è che le persone non sanno chi sono e finché non lavorano su di sé continuano a girare da un gruppo all’altro come trottole e girando così prima o poi il truffatore lo trovi, perché è pieno di gente che truffa e che si deve denunciare».
Antonio Chiappani (Ansa)
Proteste in commissione Covid per l’audizione di Antonio Chiappani, il procuratore che indagò Conte e Speranza per epidemia colposa. Lui cita il codice penale: non impedire un evento evitabile equivale a cagionarlo.
Ancora una volta gli auditi proposti dalla maggioranza sono puntualmente contestati dall’opposizione. Succede in commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria Covid. Ieri, a essere ascoltato era Antonio Chiappani, già procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale di Bergamo. «Sono qui per rappresentare tutte le criticità della prima fase della pandemia», ha spiegato più volte il magistrato, elencando le conseguenze del mancato aggiornamento e della non attuazione del piano del 2006. Apriti cielo. Il deputato Alfonso Colucci del M5s ha strepitato che «non è il caso di rifare il processo a Conte e Speranza», e che Chiappani avrebbe definito «sbagliato il provvedimento del tribunale dei ministri» mentre «le tesi dell’accusa si sono rivelate un buco nell’acqua».
2025-11-12
Viale Papiniano, il cantiere finisce sotto sequestro: per la Procura è nuova costruzione abusiva
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Dopo le inchieste dell’estate scorsa, arriva il provvedimento della magistratura: bloccato il palazzo di otto piani che avevamo raccontato su La Verità. Secondo i pm, dietro la Scia di ristrutturazione si nascondeva un intervento fuori scala, privo di piano attuativo e permesso di costruire.
In agosto era soltanto uno dei tanti cantieri finiti sui tavoli della procura di Milano tra le decine di filoni dell'inchiesta urbanistica. Oggi, quelle carte sono diventate un fascicolo giudiziario. E' stato disposto il sequestro preventivo dell’area di viale Papiniano 48, dove la società Papiniano 48 Srl stava realizzando un edificio residenziale di otto piani e due interrati al posto di un vecchio laboratorio commerciale di tre piani.
Secondo il decreto firmato il 10 novembre dal pubblico ministero Giovanna Cavalleri, con la co-firma del sostituto Luisa Baima Bollone e coordinanti dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, si tratta a tutti gli effetti «di una nuova costruzione in assenza di valido titolo edilizio». Il provvedimento, emesso d’urgenza, ordina il blocco immediato dei lavori «per evitare l’aggravamento delle conseguenze del reato e l’ulteriore avanzamento dell’edificio abusivo».
Gli indagati sono Mauro Colombo, direttore dei lavori e progettista, e Salvatore Murè, amministratore unico della Papiniano 48 Srl e della Murè Costruzioni. Entrambi sono accusati di lottizzazione abusiva e costruzione senza permesso di edificare, in violazione del Testo unico dell’edilizia.
La storia del cantiere — già raccontata questa estate dalla Verità — era iniziata con una Scia edilizia (Segnalazione certificata di inizio attività) presentata nel 2021 come “ristrutturazione con demolizione e ricostruzione”. In realtà, scrive la Procura, l’intervento “consiste nella demolizione integrale di un fabbricato e nella costruzione di un nuovo edificio di otto piani fuori terra e due interrati, con caratteristiche morfologiche e volumetriche completamente diverse”.
In altre parole: non un recupero, ma una nuova costruzione. E non una qualsiasi. L’immobile, una volta completato, avrebbe superato i 25 metri di altezza e i 3 metri cubi per metro quadrato di densità, soglie che — spiega il decreto — obbligano per legge a un piano attuativo o una lottizzazione convenzionata. Nessuno dei due strumenti era stato approvato.
Il Comune di Milano aveva già sospeso i lavori nel maggio 2024, rilevando «caratteristiche dimensionali e morfologiche eccedenti i limiti consentiti» e avviando un procedimento di annullamento d’ufficio della Scia. La società, tuttavia, ha ripreso il cantiere nell’autunno di quest’anno, dopo aver tentato — invano — di trasformare la pratica in un permesso di costruire convenzionato tramite un accordo con Palazzo Marino.
Il 16 ottobre scorso la Papiniano 48 Srl ha comunicato la ripresa dei lavori “a prescindere dall’esito del procedimento”, e pochi giorni dopo gli agenti della Polizia Locale hanno documentato la gettata del primo piano in cemento armato. Da qui l’intervento urgente della Procura.
Nel decreto si parla esplicitamente di una vicenda “sovrapponibile” ad altri cantieri già finiti sotto sequestro — come quelli di via Crescenzago e via Cancano — e di una “prassi illegittima” consolidata negli anni, in cui opere edilizie ad alto impatto urbanistico venivano impropriamente qualificate come ristrutturazioni per evitare piani attuativi e permessi di costruire.
La Procura ricorda anche la circolare comunale del 2023, sospesa la scorsa primavera, che aveva aperto la strada a interpretazioni “elastiche” dell’articolo 41-quinquies della legge urbanistica, quello che impone limiti di altezza e densità. «Tale disposizione — scrivono i magistrati — esprime un principio fondamentale della pianificazione, non derogabile da circolari o leggi regionali».
Il terreno di viale Papiniano 48, inoltre, è sottoposto a vincolo paesaggistico e rientra nel “Nucleo di Antica Formazione” del Comune, oltre che nel vincolo regionale “Naviglio Grande – Nucleo rurale di interesse paesaggistico”. Per la Procura, la trasformazione dell’area «comporta una lesione irreversibile dei beni tutelati dalla normativa urbanistica e ambientale».
L’edificio preesistente era basso, a uso commerciale, compatibile con il tessuto storico. Il nuovo, con otto piani e due interrati, cambierebbe completamente la morfologia dell’isolato.
Il sequestro di viale Papiniano arriva in un momento cruciale per l’amministrazione milanese, ancora alle prese con le inchieste sull’urbanistica che hanno toccato anche dirigenti comunali, professionisti e imprenditori. La stessa delibera di Giunta del maggio 2025 — citata nel decreto — era nata per fare chiarezza dopo mesi di indagini e polemiche.
Ora, con questo nuovo provvedimento, la magistratura sembra consolidare una linea: la stagione delle “Scia creative” è finita.
E quel palazzo che in agosto sembrava solo “troppo alto per essere vero” diventa oggi un simbolo giudiziario del nuovo corso milanese, dove i confini tra ristrutturazione e nuova costruzione non sono più soltanto una questione tecnica, ma un banco di prova per la legalità urbanistica della città.
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Sommati, fanno 700.000 l’anno, un guadagno paragonabile a quello dei giocatori di Serie A e paurosamente vicino alle cifre ottenute da crimini come spaccio, prostituzione e tratta di esseri umani. Indagine a Venezia: 23 provvedimenti cautelari.
Ogni tanto una buona notizia: prime borseggiatrici finalmente in cella. Venti donne e tre uomini, tutti senza fissa dimora. Dopo due anni di inchieste, per la prima volta, si è superato quel continuo entra ed esci dalla galera che aveva caratterizzato questo tipo di figure, beccate di continuo in flagranza e arrestate per poi essere scarcerate poco dopo.
Ecco #DimmiLaVerità del 12 novembre 2025. Il nostro esperto di economia Tobia De Stefano spiega il paradosso dei tassi di interesse che scendono ma il costo dei mutui sale.






