2025-02-03
Tutti i benefici dell’arnica, la margherita di montagna panacea di lividi e traumi
Pianta fitoterapica per eccellenza, da essa si ottengono unguenti che favoriscono la guarigione da contusioni, stiramenti e reumatismi. Non vanno, però, mai applicati su ferite aperte o ingeriti.Avrete sicuramente visto nei banchi delle farmacie le pomate all’arnica. E avrete anche notato che, diversamente da molti altri rimedi fitoterapici, non si trovano sia pomate sia, per esempio pastiglie all’arnica, ma solo pomate. Andiamo allora a conoscere meglio l’arnica (e scopriamo il motivo di questo bando dell’uso alimentare dell’arnica).La prima cosa utile da sapere è che l’arnica non è una sola specie, ma un genere di piante della famiglia Asteraceae che si trovano nell’emisfero settentrionale della Terra, in particolar modo nelle aree montane e circumboreali, cioè le zone temperate e fredde dell’emisfero boreale ossia Eurasia, Nordamerica e anche Nordafrica. Il genere Arnica, poi, comprende numerose specie: Arnica acaulis, Arnica angustifolia, Arnica attenuata, Arnica cernua, Arnica chamissonis, Arnica cordifolia, Arnica dealbata, Arnica denudata e molte altre. A fronte di tanti esemplari, però, nella nostra Europa, dalla penisola iberica fino al nord, con esclusione delle isole britanniche dove queste piante sono assenti, sono presenti solo le specie Arnica angustifolia, Arnica chamissonis e Arnica montana. Nello specifico territorio italiano, poi, si registra solo una specie: l’Arnica montana. Pianta erbacea perenne, l’Arnica montana in Italia cresce spontaneamente nelle regioni alpine e prealpine sopra i 1000 metri di altitudine, quindi Dolomiti, Stelvio, Alpi del Trentino, Val di Fassa e anche nell’Emilia occidentale, in una ristretta area delle province di Piacenza e Parma. L’Arnica montana - lo dice anche il nome - si può trovare sporadicamente anche a 3-400 metri s.l.m., ma è una pianta praticamente impossibile da far crescere in giardini di città in pianura, perché soffre troppo il caldo e ha bisogno di prati freschi e umidi di montagna, sui quali fiorisce tranquillamente e vive bene. Il fusto di una pianticella di arnica montana può giungere fino a 70 cm di altezza, i capolini giallo vivo, che svettano da soli o in grappoli verso il sole a farsi baciare da esso, possono ricordare le margherite gialle. Infatti l’arnica montana è anche chiamata, popolarmente, «margherita di montagna». I capolini sono l’unica parte usata in fitoterapia ed erboristeria. L’arnica è sempre stata impiegata in montagna, solo da qualche tempo la sua fama curatrice è, come dire, scesa anche in città. Sempre a proposito di perifrasi nominali, infatti, un altro suo nome è panacea lapsorum cioè panacea dei traumi o erba delle cadute. Per secoli, infatti, i montanari alpini italiani, francesi, svizzeri e tedeschi hanno curato cadute e fratture, incidenti da valanghe o incontro con animali selvatici proprio con l’arnica. Coi suoi fiori, per l’esattezza, le foglie venivano usate al massimo per preparare un tabacco anch’esso più noto in quei luoghi che altrove e chiamato tabacco di montagna o tabacco dei Vosgi. La parte della pianta che si utilizza per le sue proprietà curative è, ricordiamocelo, solo ed esclusivamente il fiore. Fiore che per molti rassomiglia ad un sole, per altri ricorda gli occhi giallo vivissimo del lupo che brillano di notte e infatti un altro nome dell’arnica è wolferlei (che vuol dire lupacchiotto) o - altra perifrasi - occhio di lupo. Ancora a proposito di animali, nel periodo medievale le piante medicinali venivano associate anche all’astrologia: l’arnica era considerata collegata al Sole e al segno zodiacale dell’Ariete. Ancora per il rapporto tra animali e arnica, ce ne sono alcuni che la amano molto, come le capre, le pecore e i camosci, mentre altri, come le mucche, devono evitarla perché mangiata in eccesso fa venire loro il sangue nelle urine (ematuria).I componenti utilizzati in campo omeopatico e fitoterapico vengono estratti, dicevamo, solo dai fiori. Si tratta quindi di una pianta fitoterapica diversa da altre, come per esempio l’aloe, della quale si sfrutta tutto il corpo della pianta, che è composto dalle lunghe e tante foglie polpose. L’aloe, poi, si può usare per applicazioni locali e si può bere e mangiare senza problemi. L’arnica montana no. Assolutamente non si può ingerire. Si possono trovare spray contro il mal di gola all’arnica, ma l’assunzione per via orale di altro tipo, per esempio la tisana, è assolutamente sconsigliata perché in quantità elevata l’arnica montana è tossica. Il suo consumo alimentare può irritare la bocca e la gola, può dare reazioni come rash cutaneo, male allo stomaco, vomito, disturbi intestinali, difficoltà respiratorie, ipertensione, aumento della frequenza cardiaca, danni al cuore, emorragia, reazioni allergiche, coma e anche morte. Unica eccezione a questo divieto di ingestione dell’arnica sono i rimedi omeopatici, nelle forme da ingerire. Come si sa l’omeopatia si basa sul principio che «il simile cura il simile», vale a dire che una sostanza responsabile della comparsa di disturbi (sintomi) in persone sane può aiutare a guarire tali sintomi nelle persone malate. Queste sostanze vengono usate in dosi microscopiche, tanto che «dose omeopatica» è ormai divenuto sinonimo di «microdose». Alcuni medicinali omeopatici partono da sostanze diluite così tante volte da non contenere nessuna o quasi nessuna delle sostanze di origine. Nel ventaglio di questi medicinali omeopatici, potrete trovare anche l’arnica come antinfiammatorio per traumi, contusioni, stiramenti muscolari e reumatismi, ma anche problemi genito-urinari che causano sangue nelle urine, ipermenorrea, emorragie post-partum e non ci possono essere problemi di ingerimento eccessivo. Tornando invece ai nostri preziosi fiori e alla fitoterapia, i costituenti chimici dell’arnica che sono amici della nostra salute sono terpeni, flavonoidi, carotenoidi, elenalina, scopoletina, timolo, tannini, polifenoli, acido cinnamico, poliacetilene, cumarine, xantofille. L’elenalina inibisce i meccanismi infiammatori, per questa ragione la pomata all’arnica è molto indicata negli edemi post traumatici anche post chirurgici, nei versamenti articolari, nelle flebiti non ulcerative e nelle problematiche articolari di tipo reumatico. Inoltre, ha azione analgesica e antisettica. I polisaccaridi hanno invece proprietà immunostimolanti. Le pomate di arnica sono molto usate e consigliate non soltanto in ambito ortopedico, in tutte le questioni che riguardano ossa, cartilagini, legamenti, muscoli, tendini, circolazione sanguigna, dalla frattura alla distorsione passando per il ginocchio dolorante per lesione al menisco. In ambito ortopedico l’arnica è usata davvero molto spesso come antidolorifico, antinfiammatorio, antiedemico e stimolante della circolazione naturale, ma riscuote gran successo anche in ambito fitness: massaggiare i muscoli con una pomata all’arnica prima o dopo l’allenamento aiuta a sentirli meno doloranti e a defaticarli e rilassarli. Gli unguenti all’arnica sono consigliati anche in caso di punture d’insetto, acne e si può trovare arnica anche negli shampoo antiforfora. Mai applicare l’arnica, in qualsiasi vettore, acquoso, oleoso o cremoso, essa si trovi, su cute lesa e ferite aperte, occhi, bocca e organi genitali. E, per sicurezza, evitare di toccarsi gli occhi e la bocca con la mano usata per spalmare e massaggiare l’arnica e lavarsi sempre le mani dopo aver finito di massaggiarla.L’arnica montana è una specie rara e protetta, ciò cozza contro la diffusione sempre maggiore dei preparati per uso locale a base di arnica e quindi i preparati a base di arnica possono contenere arnica montana di importazione oppure, secondo prassi autorizzata anche dalla farmacopea, altre specie di arnica oltre o al posto della montana come l’Arnica chamissonis.