2023-10-14
Ecco le truppe dei tagliagole sparse nel mondo
Gli appelli di Hamas solleticano la galassia salafita ben radicata in Europa. In Germania ci sono 11.000 integralisti e 1.400 potenziali terroristi, in Francia 10.500 estremisti e 4.000 pronti all’atto di forza. In Inghilterra 12.000 fondamentalisti e 3.000 combattenti.Allarme rosso in tutta Europa dopo che le organizzazioni jihadiste delle Striscia di Gaza - Hamas, Jihad islamica e le Brigate Al Quds - hanno chiesto alla «umma» musulmana di organizzare proteste e azioni violente contro gli ebrei in tutto il mondo. Vista la situazione è stata aumentata la sorveglianza attorno a sinagoghe, scuole ebraiche e altre istituzioni in Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna e l’Italia. Si tratta di Paesi che sono ritenuti a rischio a causa dell’elevata popolazione di religione musulmana all’interno della quale non sono certo pochi coloro che seguono i dettami della Fratellanza musulmana, alleatasi con i circoli dell’estrema sinistra e dell’estrema destra (anche nel nostro Paese), che nell’odio contro Israele hanno trovato una battaglia comune da combattere. In molte città europee le folle di giovani e giovanissimi (vedi il caso dei licei milanesi) hanno celebrato le atrocità di Hamas inneggiando «alla resistenza palestinese e all’occupazione israeliana». Cresce l’allarme in tutta l’Unione europea per possibili attacchi anche ad altri obbiettivi sensibili, tra i quali ci potrebbero essere personalità politiche, redazioni di quotidiani e giornalisti che sostengono la causa di Israele che sui social network vengono descritti dagli estremisti islamici, da quelli di estrema sinistra e quelli di destra come «nemici del popolo palestinese» che devono essere puniti.A Londra e a Berlino si sono riviste le stesse scene dell’11 settembre 2001, quando a Gaza la gente scese in piazza a festeggiare per gli attentati e a loro vanno aggiunti i circoli legati all’Iran, che è il vero mandante di questa guerra. A Parigi sono state vietate queste manifestazioni, tuttavia, non si contano le violazioni con raduni dove vengono gridati slogan come «Allah Akbar» oppure «morte agli ebrei!».Anche l’Italia è a rischio di attentati, viste le migliaia di immigrati clandestini provenienti dal Nord Africa, tra i quali ci sono elementi già fanatizzati in patria che continuano ad arrivare dal Mediterraneo. A questo proposito in Germania, Francia, Inghilterra e nei Paesi del Nord Europa: da anni nei centri dove vengono accolti gli immigrati operano decine di associazioni islamiche gestite da estremisti che regalano soldi, vestiti e giocattoli per bambini e si tratta di attività che servono poi a cooptare i migranti all’interno dei circoli dell’estremismo islamico gestiti da imam salafiti.A proposito di questi ultimi: nel 2022 in Germania erano 11.000 coloro che si rifanno alla dottrina salafita, mentre erano 3.800 nel 2011. Secondo recenti stime, coloro che adottano in generale visioni estremiste sono circa 20.000. Tra loro 1.400 persone sono classificate come potenziali terroristi e sono sotto sorveglianza in Germania con tutte le difficoltà che tutto questo comporta. Almeno 1.200 islamisti sono andati in Iraq e in Siria dal 2012 e un terzo di loro è tornato in Germania, compresi quelli che sono stati poi condannati al carcere per vari crimini. Ma nessuno è in grado di sapere quanti siano gli estremisti islamici che vivono illegalmente in Germania; ad esempio non esistono stime su quanti siano realmente i ceceni che a Berlino in alcuni quartieri hanno imposto la sharia ai loro connazionali e non solo. Secondo alcuni analisti tra Austria e Germania vivrebbero circa 15.000 irregolari molti dei quali provenienti dai Balcani, dalla Cecenia, dall’Afghanistan e dal Pakistan. Delicatissima la situazione in Francia dove nel 2022 le persone contrassegnate dalla «fiche S» erano 20.000, delle quali 10.500 per la loro «appartenenza o legame con movimenti islamici violenti» e almeno 4.000 di loro sono pronti all’atto di forza. Ma anche qui è impossibile sapere quanti siano gli irregolari così come è complicatissimo sorvegliare le centinaia di moschee gestite dai Fratelli musulmani. Dall’Esagono sono partiti almeno 1.200 giovani e meno giovani jihadisti che si sono arruolati nelle file dello Stato islamico, dell’allora fronte Al Nusra (il ramo siriano di Al Qaeda) o di altri gruppi islamici radicali. Nonostante la chiusura di decine di strutture dove si predicava l’odio, la lotta al fondamentalismo islamico in Francia resta in salita e c’è chi ritiene la battaglia ormai persa. Stessa situazione in Inghilterra dove ormai ci sono intere città dove l’islam è maggioritario, tanto che 450 organizzazioni islamiche, tra cui 350 moschee e imam estremisti, hanno boicottato la recente revisione del programma anti-radicalizzazione da parte del governo. Sono circa 30.000 le persone ritenute una possibile minaccia e tra i circa 12.000 salafiti ben 3.000, secondo le autorità, sono pronti all’atto di forza. Numeri minori in Spagna, Paese dal quale sono partiti circa 180 foreign fighters (il 10% del totale erano donne), con la Catalogna che è il centro delle attività terroristiche spagnole e dove vivono molti di coloro che sono tornati in patria (circa 70). Infine c’è il timore che migliaia di detenuti di religione islamica che si trovano nelle carceri dell’Ue possano scatenare delle rivolte una volta che inizierà l’operazione di terra nella Striscia di Gaza. Anche qui da decenni entrano regolarmente sedicenti iman per dare «conforto religioso» ma che in realtà introducono testi religiosi violenti che hanno fanatizzato migliaia di detenuti. Ma la colpa di tutto questo è solo nostra perché abbiamo consentito che negli ultimi tre decenni si affermassero tutte le politiche multiculturaliste spinte all’estremo per le quali oggi siamo nei guai.
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