2021-01-21
Trump lascia l’America più ricca e tutto il mondo con meno conflitti
I media festeggiano l'addio del tycoon, ma alla sua amministrazione si devono il boom di Pil e occupazione, il taglio delle tasse e gli aiuti alle imprese. E grazie a lui, Israele ha firmato accordi storici con i Paesi arabi«Noi abbiamo fatto ciò per cui eravamo venuti, e cioè ristabilire che il potere in America appartiene al popolo». Dovrebbe essere una frase importante, il legato del presidente Donald Trump, ma figuratevi se qualcuno l'ha presa in considerazione. Peggio, figuratevi se qualcuno l'ha compresa.Com'è il presidente che ieri ha lasciato la Casa Bianca prima dell'insediamento, perché questa è stata fin dall'inizio la sua scelta di contestazione del risultato del voto del 3 novembre? Abbandonato da tutti, anche dal senatore repubblicano McConnell, e capirai che notizia. Che gli succede ora? Che rischia come minimo l'impeachment a babbo morto, come massimo fallimento e galera. E perché gli vogliono fare comunque impeachment, se non perché temono che tra quattro anni si ripresenti candidato, e perché se la fanno sotto per le elezioni di midterm fra meno di due anni? Ma no, il suo gradimento è a livelli minimi, mai nessun presidente è stato così reietto dal popolo, anche il suo, E pensare che a me pareva di aver letto lo stesso giudizio sprezzante quando andò via Bush nel 2008 e arrivò il Nobel per la Pace a prescindere.Ecco, si capisce che gli inviati dei giornaloni ieri avevano una sorta di orgasmo dopo quattro anni di sofferenze. Non venite a raccontarmi che Trump ha fatto qualcosa di buono, tuonava Il Foglio qualche giorno fa. Per carità, sarebbe veramente fatica ed energia sprecata.Hanno scritto per giorni e giorni che stava per dare la grazia a tutti i suoi amici e conoscenti fino al settimo grado, non ha fatto niente di tutto ciò.Il suo segretario di Stato, Mike Pompeo, ha accusato la Cina di genocidio contro gli Uiguri, ma anche questa dichiarazione non va bene perché i giornaloni di cui sopra, copiando al solito la Cnn o il Washington Post, hanno decretato che lo ha fatto per «ragioni di politica interna e per le ambizioni di Mike di puntare alla Casa Bianca nel 2024».I social lo hanno bandito, decretando così un'odiosa censura mondiale che dovrebbe far gridare chiunque allo scandalo, ma nel suo caso si ritiene che sia giusto così.La moglie Melania sono tre mesi che viene data per divorzianda e in fuga, e questo appariva buono e giusto, ora che invece è chiaro che lo accompagna fino all'uscita, i due sono bollati come una coppia infame,sempre inadeguati, Sapete qual è il peccato mortale di Melania alla fine di questi quattro anni? Non aver accompagnato nel giro di cortesia la nuova first lady, Jill, che, vedrete,sarà beatificata, e nessuno racconterà che lei e il marito Jo vivevano da decenni separati e che ci toccherà vederli tenersi per mano a favore di camera. Non soffrendo di ansia di consenso, vorrei cominciare a ricordare quali straordinari risultati l'amministrazione Trump abbia conseguito per gli Stati Uniti e per il mondo.Trump lascia l'America nel miracolo economico che nemmeno il virus cinese è riuscito a intaccare. Taglio drastico delle tasse a famiglie e imprese, agevolazioni per le aziende che sono tornate in patria,dazi per quelle che hanno scelto di continuare a delocalizzare. La deregulation ha stroncato la burocrazia con un risparmio di 250 miliardi di spesa pubblica; il Pil è cresciuto sopra il 3% annuo,l'occupazione ha avuto un vero e proprio boom e ha trasformato anche i lavori part-time che sono diventati full time, cambiato il livello di vita di minoranze afroamericana ed ispanica.Trump, ha reso possibile storici accordi per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche fra Israele e: Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan, Marocco. Preparava l'accordo più importante, quello con l'Arabia Saudita. In Europa hanno tentato di silenziare l'importanza dell'accordo fra la Serbia e il Kosovo. Una pace economica fra Belgrado e Pristina, inclusa la costruzione di infrastrutture comuni, che l'Unione Europea non era mai riuscita neanche a far discutere. È il Kosovo musulmano ha riconosciuto Israele. Israele, dove ora l'ambasciata degli Stati Uniti è nella capitale, Gerusalemme, una decisione che i presidenti repubblicani non avevano mai avuto il coraggio di mettere in pratica e che i conformisti progressisti di tutto il mondo, italiani in testa, avevano accolto con sdegno, paventando terrorismo ovunque. Non è successo niente.Trump è passato all'azione anche nella diatriba annosa con le Nazioni Unite «de sinistra», terzomondiste e antisemite. Ha ritirato gli Stati Uniti dall'Unesco in risposta alla scelta scellerata di designare la tomba dei patriarchi di Hebron, dove sono sepolti Abramo, Isacco e Giacobbe, come «patrimonio dell'umanità palestinese».Trump ha troncato i rapporti con l'Organizzazione mondiale della sanità che dipende in larga parte dal finanziamento degli Stati Uniti dopo aver verificato che quei dirigenti obbedivano ciecamente ai diktat e alle bugie dei comunisti di Pechino così solleciti nell'impestarci e ora a comprarci a prezzi di saldo.Avrete letto che Biden rientrerà subito negli accordi di Parigi sul clima dai quali Trump era uscito perché servono solo a imporre quote per i limiti di emissioni di gas serra che introducono nuove tasse, con lui invece gli Usa hanno ridotto sensibilmente le emissioni di CO2.Vorrei parlare della difesa della libertà di religione nel mondo e della difesa della vita che in Donald Trump hanno trovato un campione di cui c'era una grande necessità, come grande necessità c'era e tanto più ci sarà ora con Biden il moscio e la sua amministrazione politically correct. Purtroppo non mancherà occasione.
La deposizione in mare della corona nell'esatto luogo della tragedia del 9 novembre 1971 (Esercito Italiano)
Quarantasei giovani parà della «Folgore» inghiottiti dalle acque del mar Tirreno. E con loro sei aviatori della Royal Air Force, altrettanto giovani. La sciagura aerea del 9 novembre 1971 fece così impressione che il Corriere della Sera uscì il giorno successivo con un corsivo di Dino Buzzati. Il grande giornalista e scrittore vergò alcune frasi di estrema efficacia, sconvolto da quello che fino ad oggi risulta essere il più grave incidente aereo per le Forze Armate italiane. Alle sue parole incisive e commosse lasciamo l’introduzione alla storia di una catastrofe di oltre mezzo secolo fa.
(…) Forse perché la Patria è passata di moda, anzi dà quasi fastidio a sentirla nominare e si scrive con la iniziale minuscola? E così dà fastidio la difesa della medesima Patria e tutto ciò che vi appartiene, compresi i ragazzi che indossano l’uniforme militare? (…). Buzzati lamentava la scarsa commozione degli Italiani nei confronti della morte di giovani paracadutisti, paragonandola all’eco che ebbe una tragedia del 1947 avvenuta ad Albenga in cui 43 bambini di una colonia erano morti annegati. Forti le sue parole a chiusura del pezzo: (…) Ora se ne vanno, con i sei compagni stranieri. Guardateli, se ci riuscite. Personalmente mi fanno ancora più pietà dei leggendari piccoli di Albenga. Non si disperano, non singhiozzano, non maledicono. Spalla a spalla si allontanano. Diritti, pallidi sì ma senza un tremito, a testa alta, con quel passo lieve e fermissimo che nei tempi antichi si diceva appartenesse agli eroi e che oggi sembra completamente dimenticato (…)
Non li hanno dimenticati, a oltre mezzo secolo di distanza, gli uomini della Folgore di oggi, che hanno commemorato i caduti di quella che è nota come la «tragedia della Meloria» con una cerimonia che ha coinvolto, oltre alle autorità, anche i parenti delle vittime.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione di una corona in mare, nel punto esatto del tragico impatto, effettuata a bordo di un battello in segno di eterno ricordo e di continuità tra passato e presente.
Nelle prime ore del 9 novembre 1971, i parà del 187° Reggimento Folgore si imbarcarono sui Lockheed C-130 della Raf per partecipare ad una missione di addestramento Nato, dove avrebbero dovuto effettuare un «lancio tattico» sulla Sardegna. La tragedia si consumò poco dopo il decollo dall’aeroporto militare di Pisa-San Giusto, da dove in sequenza si stavano alzando 10 velivoli denominati convenzionalmente «Gesso». Fu uno di essi, «Gesso 5» a lanciare l’allarme dopo avere visto una fiammata sulla superficie del mare. L’aereo che lo precedeva, «Gesso 4» non rispose alla chiamata radio poiché istanti prima aveva impattato sulle acque a poca distanza dalle Secche della Meloria, circa 6 km a Nordovest di Livorno. Le operazioni di recupero dei corpi furono difficili e lunghissime, durante le quali vi fu un’altra vittima, un esperto sabotatore subacqueo del «Col Moschin», deceduto durante le operazioni. Le cause della sciagura non furono mai esattamente definite, anche se le indagini furono molto approfondite e una nave pontone di recupero rimase sul posto fino al febbraio del 1972. Si ipotizzò che l’aereo avesse colpito con la coda la superficie del mare per un errore di quota che, per le caratteristiche dell’esercitazione, doveva rimanere inizialmente molto bassa.
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