2025-10-15
Trump innamorato di Meloni: «Comprate tutti il suo libro»
Giorgia Meloni e Donald Trump (Ansa)
Dopo aver fatto il «piacione» a Sharm, il presidente americano rinnova la stima verso il premier italiano e invita gli americani a leggere «Io sono Giorgia». Lei ringrazia: «Molto gentile, amico mio».Giorgia che fa le faccette, Giorgia che fa la smorfietta, Giorgia che rotea gli occhi, che sorride, che si mette una mano davanti alla bocca, che dice «lo so, lo so» quando Recep Tayyip Erdogan le chiede di smettere di fumare: bastava aprire i social, ieri, per verificare che Giorgia Meloni sta per superare il confine tra un grande capo di governo e un’icona pop globale. Influecer e opinionisti di tutto il mondo, e di tutte le tendenze politiche, hanno pubblicato qualche spezzone della conferenza di Sharm el Sheik, dove Donald Trump ha presentato il piano di pace per Gaza alla presenza di leader di mezzo mondo. E a proposito di influencer, ieri il più importante del mondo, ovvero lo stesso Trump, ha voluto pure fare da testimonial al libro della Meloni, Io sono Giorgia, uscito lo scorso giugno in versione inglese. Il tycoon ha dedicato al volume un post su Truth: «Meloni, la grande presidente del Consiglio dei ministri dell’Italia», scrive Trump, «ha scritto un nuovo libro, “Io sono Giorgia: le mie radici, i miei principi”. Giorgia sta facendo un lavoro incredibile per il meraviglioso popolo italiano, e questo libro esplora il suo percorso di fede, famiglia e amore per il Paese, che le ha dato la saggezza e il coraggio necessari per servire la sua nazione e rendere orgoglioso il suo popolo. È fonte di ispirazione per tutti. Acquistate oggi stesso la vostra copia!». A chi è nato nello scorso millennio torna in mente uno spot leggendario degli anni Novanta, nel quale una magnifica Sophia Loren invitava ad acquistare un famoso salume pronunciando la famosa esortazione «accattatavillo!», ovvero «compratelo!». Chi sa l’effetto che fa avere come promoter personale il presidente degli Stati Uniti, il cui figliolo primogenito, Donald Trump Jr, ha scritto la prefazione dell’edizione americana del volume. «Molto gentile, amico mio!», risponde su Instagram la Meloni, penso sia importante che la gente sappia chi sei e da dove vieni, per verificare se sei sincero nel tuo percorso politico». La sincera ammirazione di Trump per la Meloni traspare da ogni gesto del presidente Usa, che tra l’altro è uno al quale piace, ma tanto, gigioneggiare quando si ritrova a celebrare un proprio successo, e così a Sharm va in scena pure un momento di puro infotainment, quando Trump si gira verso la Meloni e fa il galante: «Giorgia Meloni», dice Trump, «è una leader politica di grande successo, molto rispettata ed è bellissima. So che non posso dirlo, se dici una cosa del genere negli Stati Uniti la tua carriera politica è finita, Ora, negli Stati Uniti se usi la parola bella per parlare di una donna è la fine della tua carriera politica, ma correrò il rischio. È una bellissima giovane donna, è una leader politica di grande successo, molto rispettata ed è bellissima». A quanto ci risulta nessun parruccone si è impegnato a criticare questa uscita di Trump, e ci mancherebbe pure: complimentarsi con una donna per la sua bellezza è abitudine sana, purtroppo caduta un po’ in disuso a causa di un certo tipo di femminismo deviato. Del resto, Trump ha ripetutamente messo in risalto le doti politiche e la leadership della Meloni e dunque un bel complimento rivolto all’unica donna presente all’incontro non solo ci può stare, ma è benvenuto come un soffio d’aria fresca in una stanza chiusa da mesi. Pensatela come volete dal punto di vista politico, ma solo un osservatore in mala fede può negare che in tre anni la spontaneità di Giorgia Meloni ha conquistato il mondo: lo dimostra il fatto che non è solo Trump a rivolgersi a lei con parole sempre di stima e di rispetto, ma pure i leader che ideologicamente sono da lei più lontani, come il britannico Keir Starmer e addirittura Emmanuel Macron, si lasciano costantemente scappare sorrisi e gesti di approvazione quando la incontrano o la vedono all’opera. A chi scrive (forse perché impenitente fumatore) è rimasto impresso un altro siparietto niente male, sempre andato in scena a Sharm. Il leader turco Recep Tayyip Erdogan incontra la Meloni, le stringe la mano, dice «ha un aspetto fantastico, ma devo farle smettere di fumare». «Lo so, lo so», dice la Meloni, scatenando le risate sincere di chi assiste a quel momento. Tra questi c’è Macron, che pure si mette a ridere di gusto, e commenta «È impossibile». Lavorare in politica estera mettendo al primo posto il rapporto umano con l’interlocutore: Giorgia Meloni è una fuoriclasse assoluta in questa disciplina, e del resto possiamo dire che come maestro ha avuto forse il più grande di tutti, quel Silvio Berlusconi che era capace di conquistare con il suo sorriso, le sue battute, la sua simpatia, la fiducia dei più grandi leader del mondo. Silvione, tra l’altro, era un acerrimo avversario del politically correct: i tempi bui dell’oscurantismo stanno passando, ed è un’ottima notizia anche questa.