2024-01-20
Trump mette in guardia i giudici: «Se mi escludete ci sarà una bolgia»
Tramite suoi legali, il tycoon alza la tensione in vista della decisione della Corte suprema sull’eleggibilità. Intanto la procuratrice dem che l’ha messo nel mirino in Georgia rischia di essere estromessa dall’indagine.Aumenta la tensione giudiziaria sulla campagna elettorale per le presidenziali americane. Donald Trump è tornato a chiedere alla Corte Suprema degli Stati Uniti di cassare la sentenza del Colorado che, poche settimane fa, ha interdetto l’ex presidente dalla partecipazione alle locali primarie repubblicane. Secondo tale sentenza, Trump deve essere estromesso dalla competizione elettorale ai sensi della sezione terza del Quattordicesimo emendamento, secondo cui non possono ricoprire cariche pubbliche coloro che siano stati coinvolti in attività sediziose. L’entourage legale dell’ex presidente ha fatto ricorso contro la sentenza alla Corte Suprema, che ha accettato il caso e che inizierà a valutarlo a partire dal mese prossimo.In questo quadro, gli avvocati di Trump hanno recentemente presentato una memoria, secondo cui «la Corte dovrebbe annullare la decisione del Colorado perché il presidente Trump non è nemmeno soggetto alla sezione 3, poiché secondo la Costituzione il presidente non è un “funzionario degli Stati Uniti”. E, anche lo fosse, non è stato coinvolto in alcuna cosa che si qualifichi come insurrezione». Secondo i legali dell’ex presidente, la decisione del Colorado rischierebbe inoltre «di scatenare caos e confusione, se altri tribunali e funzionari statali seguiranno l’esempio del Colorado ed escluderanno il probabile candidato presidenziale repubblicano dalle loro votazioni». A schierarsi al fianco di Trump nel suo ricorso alla Corte Suprema sono stati anche i pesi massimi del Partito repubblicano, come lo Speaker della Camera, Mike Johnson, e il capogruppo al Senato, Mitch McConnell: entrambi hanno infatti sottoscritto un’altra memoria, inoltrata ai supremi togati, in sostegno dell’ex presidente.Vale la pena di sottolineare che, dal punto di vista tecnico, la sentenza del Colorado poggia su un problema rilevante, che potrebbe non sfuggire alla Corte Suprema degli Stati Uniti: quella sentenza applica infatti il Quattordicesimo emendamento contro Trump, senza che quest’ultimo sia stato condannato in via definitiva per reati ascrivibili al golpismo. Il processo penale per l’accusa di aver cercato di ribaltare le elezioni del 2020 non inizierà del resto prima del 4 marzo. Inoltre, in quell’incriminazione, il procuratore speciale, Jack Smith, non ha inserito i due capi di imputazione che, nel codice americano, identificano il golpismo insurrezionale: vale a dire, «insurrezione» e «seditious conspiracy». Trump rischia comunque molto sulla questione della candidabilità. Tutto questo, sebbene si tratti di un tema che, come abbiamo visto, sta portando le alte sfere del Gop a fare quadrato attorno a lui.Novità giudiziarie arrivano anche dalla Georgia. Qui la procuratrice distrettuale che ha incriminato Trump per presunta interferenza elettorale, la democratica Fani Willis, è finita nella bufera, dopo essere stata accusata di aver scelto un suo ex come pubblico ministero per condurre il procedimento penale contro lo stesso Trump. Ebbene, il giudice Scott McAfee ha appena fissato un’udienza a febbraio, per valutare se la Willis debba essere estromessa dal caso giudiziario contro l’ex presidente per conflitto di interessi. Dal punto di vista politico, si tratta di una vittoria per Trump, che ha ripetutamente accusato la procuratrice di portare avanti una persecuzione politica ai suoi danni.Nel frattempo, le primarie del New Hampshire, previste per il 23 gennaio, si avvicinano. Secondo la media sondaggistica di Real Clear Politics, in loco Trump sarebbe al momento avanti di 14 punti su Nikki Haley. Se vuole restare competitiva, l’ex ambasciatrice ha bisogno di arrivare almeno seconda e con un distacco di pochi punti dall’attuale frontrunner. Il problema per lei è il suo terzo posto in Iowa dietro Ron DeSantis: se, come preconizzavano alcuni sondaggi, fosse riuscita ad arrivare seconda in quello Stato, avrebbe spinto il governatore della Florida a farsi definitivamente da parte e avrebbe quindi compattato attorno a sé il fronte ostile a Trump. Invece, con DeSantis ancora in campo, la Haley fa fatica a presentarsi come l’unica alternativa all’ex presidente. Un fattore, questo, che rischia di zavorrarla in New Hampshire. Inoltre, un sondaggio del Boston Globe pubblicato ieri dà Trump in questo Stato al 52% dei consensi: due punti in più rispetto a mercoledì.Attenzione però: il cosiddetto Granite State è oggi meno rappresentativo dell’elettorato repubblicano complessivo. Un elettorato che al momento è maggiormente incentrato sulla working class e sulle minoranze etniche. Forse non a caso, ieri Politico riportava di una campagna elettorale stranamente sottotono in loco. DeSantis guarda già al South Carolina, dove si voterà a fine febbraio. Sempre secondo Politico, anche Trump e la Haley starebbero tenendo pochi eventi in New Hampshire in questi giorni. L’ex presidente proverà a chiudere la partita delle primarie già martedì prossimo. Se non dovesse riuscirci, la sfida decisiva riguarderebbe il South Carolina. Ma qui, secondo la media di Real Clear Politics, l’ex presidente ha 30 punti di vantaggio.