2020-12-17
Tribunali italiani intasati dai ricorsi degli immigrati per ottenere l’asilo
Le cause degli irregolari a Bologna arrivano al 50% del totale. Nel 2016 in Italia le pendenze chiuse furono solo 9.521 su 40.433.Se Bologna la rossa è terzultima in Italia per giustizia e sicurezza, la colpa è delle cause intentate dagli irregolari per ottenere il riconoscimento della protezione internazionale. «Sono letteralmente esplose e rappresentano il 50% di tutto il contenzioso civile», tuona il presidente del Tribunale, Francesco Maria Caruso, che sulle pagine locali del Corriere protesta per la posizione in classifica elaborata dal Sole 24 Ore. Sotto le Due torri, nell'anno del Covid si vivrebbe meglio che nel resto dell'Italia, ma Bologna sprofonda al 105° posto nella graduatoria nazionale per la giustizia civile definita «lenta, tra le peggior d'Italia». Un dato che Caruso ritiene «viziato» perché non tiene conto delle cause che fanno lievitare i tempi in tribunale, ovvero quelle contro le decisioni delle Commissioni territoriali di respingere le richieste di asilo. I ricorsi dei migranti a Bologna sono stati «oltre 20.000 in quattro anni», dichiara il giudice, siciliano di Avola (Siracusa) ma emiliano d'adozione. In Corte d'Appello aveva presieduto il processo bis sulla strage di via D'Amelio in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Caruso ha spiegato che le cause per il riconoscimento della protezione internazionale «non sono gestibili in tempi brevi, perché l'organico magistrati è invariato e occorre trattare tempestivamente anche le cause civili tradizionali, i cui tempi sono invece eccellenti». Per questo indicatore, infatti, Bologna occupa il settimo posto in Italia, mentre finisce a 105 su 108 posizioni per le lungaggini nel decidere sui ricorsi presentati dagli stranieri, che vogliono restare in Italia con lo status di rifugiato. Contro la decisione sul riconoscimento, è infatti possibile fare ricorso dinanzi al tribunale del capoluogo di distretto di Corte d'appello, in cui ha sede la Commissione territoriale che ha rifiutato la domanda. Secondo il presidente del Tribunale, non ci sarebbe contraddizione tra Bologna provincia italiana nella quale si vive meglio e la scelta degli irregolari di vivere proprio nel territorio emiliano. «Le cause per il diritto di asilo sono esplose perché Bologna è prima nella classifica della qualità della vita», fa sapere il giudice, e lo straniero andrebbe «dove si sta meglio, dove può lavorare e trovare assistenza, tutele, servizi e accoglienza». Intanto però la giustizia collassa sotto migliaia di pratiche inevase. Nel solo tribunale del distretto di Bologna, nei primi dieci mesi del 2016 i procedimenti definiti furono appena 163 e 2.618 quelli pendenti. In tutta Italia, furono 9.521 su 40.433. Alle stesse date, dei ricorsi in Corte d'appello contro le sentenze di primo grado, 470 risultavano definiti, 4.086 ancora pendenti. Numeri in difetto, perché i fascicoli non venivano sempre registrati con il nuovo codice relativo alle controversie in materia di riconoscimento della protezione internazionale. I magistrati di Area democratica per la giustizia scrivono che «alla data del primo gennaio 2017, a fronte di 106.860 procedimenti complessivamente pendenti presso le sezioni civili e tributarie della Corte, soltanto 310 fascicoli riguardavano la protezione internazionale; meno di tre anni dopo, alla data del 31 ottobre 2019, le pendenze erano esplose, raggiungendo le 11.287 controversie, il 10% per cento circa degli interi carichi civili e tributari della corte e quasi il 20% delle iscrizioni nei ruoli delle sezioni civili». Lo scorso anno almeno 8.000 nuovi fascicoli si sono aggiunti ai procedimenti pendenti e i flussi, segnalano i magistrati, sono “in crescita costante" perché continua ad aumentare il lavoro delle Commissioni territoriali che devono valutare le richieste d'asilo. Evidenziano che le decisioni di rigetto dei tribunali sono destinate a trasformarsi, in gran parte, in ricorsi di Cassazione, in seguito all'abolizione dell'appello per mano del legislatore del 2017. A ottobre 2019, su 8.928 decisioni prese in materia di richieste d'asilo, lo stato di rifugiati fu accordato a 983 stranieri, a 648 venne concessa la protezione sussidiaria e 6.766 domande vennero respinte (il 76%). A ottobre di quest'anno, su 4.157 decisioni adottate, 507 riguardavano rifugiati, 527 erano riconoscimenti di protezione sussidiaria, 70 di protezione speciale e le domande respinte sono state 3.057 (il 74%). Contro queste decisioni, i ricorsi sono in numero elevatissimo. «Ogni decisione negativa può essere impugnata e quasi tutti la impugnano», spiegava un anno fa l'avvocato Livio Neri di Asgi, Associazione studi giuridici sull'immigrazione. Intanto si sta per consumare in Senato la battaglia finale contro i decreti sicurezza di Matteo Salvini. Il nuovo testo, tra le proteste della Lega, deve avere il via libera in Senato entro la mezzanotte di sabato 19 dicembre, altrimenti decade. Tra le novità volute da questo governo, anche la possibilità per gli immigrati irregolari, già espulsi da un giudice, di fare nuovamente richiesta di asilo.