2022-04-07
Trasporti, legno, cemento e alcolici. Il boomerang ci prenderà in pieno
Le nuove misure contro Mosca potrebbero costare 410 milioni di euro solo al settore dell’arredamento. Circa 3.000 viaggi in meno all’anno ai nostri tir. E mettere in pericolo 7,3 miliardi di commerci via mare.L’arrivo del quinto pacchetto di sanzioni che oggi l’Ue varerà preoccupa le associazioni italiane di settore. Il motivo è sotto gli occhi di tutti. Ogni volta che Bruxelles porta avanti nuove limitazioni verso la Russia, queste hanno un impatto negativo sull’economia italiana. Le perdite per molti settori si preannunciano importanti.Tra i nuovi blocchi che oggi verranno ufficializzati si parla di uno stop alle importazioni di carbone (che valgono circa 1 miliardo di euro per l’Italia, l’80% del totale. Ora andrà comprato più lontano con costi in crescita), di una chiusura dei porti europei per le navi russe, di tir bloccati, e del divieto di transazioni per quattro banche chiave russe. Chiusura totale, inoltre, sull’importazione di prodotti ittici, legno, cemento, liquori. Stop anche a prodotti tecnologici come semiconduttori avanzati e computer quantistici. Nel caso del legno, ad esempio, le importazioni verso la Russia a cui si dovrà dire addio valgono 136 milioni di euro. Se poi al mondo dell’arredamento si aggiunge anche quello dell’illuminazione (che però prevede anche metalli e materiali non legnosi che possono arrivare da Mosca) i valori arrivano a 410 milioni di euro. «Qualora nel quinto pacchetto di sanzioni al vaglio delle istituzioni europee, fosse compreso, come già annunciato dalla stampa, anche il blocco totale delle importazioni di legname da quei territori, per la nostra filiera ci sarebbero pesanti ricadute che andrebbero ad aggravare una situazione già complessa per l’approvvigionamento di materia prima legnosa, per il caro energia e per le grandi difficoltà di export verso i mercati direttamente coinvolti nel conflitto», ha detto Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. «Le decisioni prese a Bruxelles per mettere in ginocchio l’economia russa sono sacrosante e totalmente condivisibili, ma questo non ci esime dal porci il problema di come affrontare e gestire le conseguenze che inevitabilmente ci saranno anche sulla nostra filiera. Pavimenti di legno, imballaggi industriali, pallet, sono settori che rischiano di trovarsi senza più materia prima disponibile, con ordini inevasi e blocco delle produzioni». Come spesso accade in situazioni come queste, tra i settori più colpiti c’è poi quello del trasporto, su gomma e via mare. «Se saranno confermate le indiscrezioni sul divieto Ue che verrà imposto al trasporto su gomma», dice alla Verità, Maurizio Longo, segretario generale Trasportounito, «si può già affermare che per quanto riguarda i traffici stradali fra Italia e Russia le sanzioni saranno efficaci. Sui circa 20.000/22.000 viaggi che i tir effettuano ogni anno sulla direttrice Italia-Russia, la quota parte di trasporti svolta dall’autotrasporto italiano è intorno al 12/13%». Pallottoliere alla mano, l’Italia perderà ricavi per circa 2.860 viaggi all’anno. Nubi all’orizzonte anche per il mondo degli armatori. Per avere un’idea delle perdite che potrebbero nascere con le nuove sanzioni, basti pensare che l’interscambio via mare Italia-Russia è pari a 7,3 miliardi, il che corrisponde a circa 38 milioni di tonnellate di merce incluse materie prime movimentate nei porti italiani.«Ogni misura limitativa dell’interscambio internazionale non è mai un buon segno per lo shipping e l’industria marittima mondiale», sottolinea Stefano Messina, presidente di Assarmatori. «È difficile oggi prevedere quali reali conseguenze avranno le ulteriori sanzioni decise dall’Ue contro la Russia, sanzioni che prevedono la messa al bando delle navi russe dai porti europei. Gli effetti pratici dipenderanno in gran parte dal numero e dalle caratteristiche delle eccezioni che saranno previste in base alle tipologie di carico che da queste navi è trasportato. Non ci saranno ripercussioni rilevanti nel mercato dei contenitori, dei ro-ro (traghetti per camion e rimorchi, ndr) e dei ro-pax (passeggeri, auto, camion e rimorchi, ndr), mentre i problemi potrebbero essere maggiori sul trasporto di rinfuse solide e liquide. Ancora una volta le sanzioni rischiano comunque di innescare una spirale perversa con conseguenze che si riverbereranno inevitabilmente anche sull’economia dei Paesi Ue, e dell’Italia nella fattispecie».C’è persino chi teme che le sanzioni sarebbero facilmente aggirabili. «Navi che improvvisamente alzano a poppa bandiere di altri Paesi, triangolazioni sull’origine e la destinazione delle merci, scudi protettivi sulla reale proprietà delle compagnie di navigazione». Come spiega alla Verità Alessandro Santi, presidente di Federagenti, la federazione italiana agenti marittimi, «l’efficacia delle sanzioni dell’Ue sulle navi russe, è tutta da verificare. Già il fatto provato che nelle ultime settimane 19 navi russe abbiano cambiato bandiera registrandosi nelle Isole Marshall, a St Kitts e negli Emirati, nonché i rumors circa un numero ancora maggiore di altre navi pronte ad ammainare la bandiera russa, forniscono il «polso» di quanto sia complesso applicare sanzioni efficaci nel mondo marittimo internazionale e nei porti», dice. «Esiste poi il rischio di un effetto boomerang a seconda delle tipologie di merce che saranno comprese o esentate dalle sanzioni. Un interrogativo per tutti: sarà vietato l’ingresso nei porti italiani delle navi russe che trasportano cereali o oli vegetali?»