2024-03-28
La tradizione europea secondo Adriano Romualdi
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Adriano Romualdi. Nel riquadro la cover del libro «Sul problema d'una Tradizione Europea»
Il libretto dell’intellettuale scomparso prematuramente nel 1973 torna nelle librerie, con una prefazione che ricostruisce alcuni aspetti sorprendenti della genesi dello scritto.
Il libretto dell’intellettuale scomparso prematuramente nel 1973 torna nelle librerie, con una prefazione che ricostruisce alcuni aspetti sorprendenti della genesi dello scritto.Adriano Romualdi rappresenta una delle voci più originali e profonde della destra radicale del dopoguerra, ma anche uno dei più grossi rimpianti per questo stesso ambiente: la prematura scomparsa a soli 33 anni in un incidente automobilistico privò infatti il suo ambiente di riferimento di un sicuro riferimento, con il quale, forse, se il fato avesse voluto diversamente, la storia politica italiana sarebbe stata differente. Tra i tanti contributi che Romualdi ebbe comunque modo di lasciare ai posteri, malgrado la giovane età, c’è sicuramente Sul problema d’una Tradizione Europea, che può essere considerata, pur nella sua brevità, la summa del suo pensiero storico e metastorico e in cui riecheggiano le argomentazioni di Julius Evola e Oswald Spengler, ma in una forma molto più sintetica e ficcante. Il saggetto, uscito anche in traduzione spagnola e francese, trova ora nuova vita editoriale per i tipi de L’Arco e la Corte, arricchita da una prefazione di quello che forse è il maggiore conoscitore dell’opera di Romualdi, ovvero Alberto Lombardo. Il quale ricostruisce la genesi dell’opera, rivelando particolari inediti anche piuttosto sorprendenti. Il testo nasce infatti come contributo per la rivista (tuttora attiva) Vie della Tradizione, al cui direttore, Gaspare Cannizzo, Romualdi era stato segnalato da Julius Evola in persona. Il testo uscì in tre parti tra il 1971 e il ’72 per essere poi pubblicato in forma unitaria nel 1973 e in una seconda edizione nel 1996. La cosa interessante rilevata da Lombardo, tuttavia, è che questo scritto, che costituisce una delle ultime opere dell’autore (Romualdi morirà il 12 agosto 1973), sarebbe in verità una revisione e una attualizzazione di una serie di articoli usciti a partire dal 1957, quando Adriano era uno studente liceale e dava vita a un giornale studentesco, Le corna del diavolo. Qui, il figlio del missino Pino Romualdi pubblicò una serie di articoli che per tematiche e approccio costituiscono già l’ossatura de Sul problema d’una Tradizione Europea, fatti salvi ovviamente gli interventi per affinare qualche unilateralità adolescenziale. Un dato, questo, che la dice lunga sulla coerenza e la precocità della visione del mondo romualdiana.Sul problema d’una Tradizione Europea, come detto, è per molti versi una sintesi del grande affresco di morfologia della civiltà operato da Evola e Spengler in, rispettivamente, Rivolta contro il mondo moderno e Il tramonto dell’occidente. Partendo da un tema solo apparentemente banale (cosa significa riferirsi a una tradizione europea? Cosa deve rientrare e cosa no in tale categoria?), Romualdi rifiuta ogni lettura conservatrice, rifiutandosi di accettare acriticamente come riferimento spirituale ogni forma politica e simbolica del passato europeo. Non ogni passato è radice (in questo, Romualdi incontrava non solo il suo maestro Evola, ma per esempio anche Martin Heidegger). Bisogna operare una selezione. Da dove partire, dunque? Romualdi non ha dubbi: dal mondo indoeuropeo. Nello scontro tra invasori indoeuropei e le vecchie civiltà dai riferimenti matriarcali che dominavano in Europa millenni fa, Romualdi vede un vero e proprio scontro di civiltà peraltro replicatosi infinite volte nel corso della storia, quello tra il cielo e la terra, tra il virile e il femmineo, tra l’ordine e il caos. In questa visione rigidamente dualistica, mutuata per lo più da Evola, c’è più di uno schematismo unilaterale: le tradizioni viventi, anche quelle di matrice indoeuropea, sono più olistiche, più organiche, meno manichee, anche se il loro carattere guerriero e patriarcale non è comunque messo in discussione dagli storici. Va tuttavia detto che la ricostruzione di Romualdi è dichiaratamente «politica», frutto di una sintesi che vuole sin da subito essere in una certa misura «arbitraria», poiché fondamentalmente operativa. Insomma, l’autore vuole fornire riferimenti a un mondo militante, non scrivere un saggio accademico. Alcune forzature si spiegano anche con la volontà di combattere un certo tradizionalismo disancorato, spiritualeggiante e confusionario in voga in certi ambienti.Quel che colpisce, semmai, è la parte finale, in cui Romualdi prende di petto il mondo moderno e il problema della tecnica, ma senza cedere alla tentazione reazionaria o apocalittica. Anzi.Scrive l’autore: «Una moderna spiritualità europea non potrà non configurarsi come essenzialmente attiva in un mondo il cui tema centrale è quello del padroneggiamento delle forze elementari. L'invasione dell'elementare - tecniche, distanze, eccitazioni - sembra essere la caratteristica della nostra epoca. Esso richiede una capacità di disciplina e di semplificazione aliena da ogni sbavatura spiritualistica. Uno stile che voglia cogliere, nelle luci bianche, e ferme, e metalliche d'una certa modernità, quasi il presagio d'un nuovo classicismo. Lo stile d'una metafisica dello sforzo e della formazione di sé». E ancora, con argomenti e toni che anticipano quelli che qualche anno dopo saranno di casa nella Nouvelle droite: «La cristianità appartiene al passato, ma simboli ancor più antichi sembran guardarci con nuova freschezza. La scoperta delle Americhe si compì a bordo della Santa Maria; lo sbarco sulla luna col missile Apollon. Cristo e Maria sbiadiscono, ma il volto apollineo della razionalità ariana rifulge di nuovo». Tanto basta a spiegare il carattere originale del libretto in questione.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.