2021-12-29
Tracciamento lento e niente salivari. Evitare la Dad è una corsa a ostacoli
Francesco Paolo Figliolo promette lo screening con i militari, finora eseguito solo sullo 0,15% degli alunni.«Le lezioni saranno in presenza». Parole già sentite, e ripetute anche stavolta, dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, riguardo al rientro a scuola dopo le vacanze natalizie. Un’assicurazione che, il resto delle volte, si è rivelata, per lo più, una promessa da marinaio. Il ritornello «mai più Dad» è stato infatti smentito, molte volte, dai fatti. Tanto che, prima della pausa di Natale, le classi spedite a far lezione a casa erano almeno 10.000. Stimando, al ribasso, una media di 20 alunni per classe, sarebbero almeno 200.000 giovani allontanati dalle aule. Non proprio un successone. Ma, almeno sulla carta, da gennaio il rientro è assicurato. La proposta di allungare le vacanze per frenare i contagi, avanzata in primis dall’infettivologo Massimo Galli, è stata infatti subito rifiutata da Bianchi, che ha specificato che «il problema è cosa avviene fuori dalla scuola», scaricando le colpe sui comportamenti individuali e deresponsabilizzando le istituzioni da ogni eventuale inerzia e mancanza fin qui dimostrate. La campanella suonerà quindi per tutti gli alunni tra il 7 e il 10 gennaio, a seconda delle Regioni. Ma viale Trastevere ha già messo le mani avanti, specificando che «laddove ci sono condizioni straordinarie, con focolai isolati, i presidenti di Regione e i sindaci possono disporre chiusure isolate». Lo scaricabarile è servito. Con i nodi ancora da sciogliere su tracciamento e quarantene, non è difficile prevedere un’altra ondata Dad. Il commissario all’emergenza, Francesco Paolo Figliuolo, ha assicurato la partenza dello screening di massa con i militari nelle scuole per testare gli alunni. Il piano era stato annunciato già un mese fa, ma l’avvio non era stato dei migliori, con i presidi rassegnati all’assenza dell’esercito. Il generale, pochi giorni fa, aveva fatto sapere però di aver già pianificato e gestito «300 istituti effettuando oltre 12.000 tamponi». Ovvero, il 3,75% delle strutture e lo 0,15% degli studenti. Numeri esigui, che confermano la partenza zoppa dello screening promesso. Che tuttavia dipenderà anche dai governatori, poiché ogni Regione dovrà predisporre con la struttura commissariale il proprio piano per il tracciamento nelle scuole. E, nell’incertezza, c’è chi si è portato avanti: a Bolzano, da oggi, gli studenti potranno ritirare in farmacia un kit contenente cinque test nasali da utilizzare durante le vacanze. I tamponi fai da te non saranno validi per il rilascio del green pass e la loro affidabilità è fortemente dibattuta, tuttavia possono sicuramente rivelarsi utili, date le circostanze. Infatti, la corsa generalizzata al tampone scaturita nelle feste non accenna a fermarsi e, se non si placherà, risulta difficile pensare a un rapido processamento dei test degli studenti, con dei positivi in classe, fondamentale per scongiurare la Dad. Nel frattempo, i presidi chiedono di estendere l’obbligo di Ffp2 a tutto il personale e agli alunni (già obbligati o portarla sui mezzi per recarsi a scuola). Per ora, l’Ffp2 è imposta solo al personale nelle scuole per l’infanzia o quello a stretto contatto con alunni esonerati dall’obbligo di Dpi per ragioni di salute. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, ha chiesto anche di prevedere l’obbligo di tampone per il personale scolastico esonerato dalla vaccinazione. La chiave per evitare la Dad resta il tracciamento e lo screening costante, anche coi salivari, mai introdotti dal governo, nonostante gli appelli da più parti. D’altronde, alle soluzioni di buonsenso, è più facile opporre proposte lunari come l’obbligo di vaccino o di pass anche per gli alunni, come sempre più spesso viene suggerito dagli instancabili ultrà sanitari.