2024-06-18
Pure Blair scopre la differenza uomo donna. In tempi bui l’ovvio diventa notizia
La surreale intervista all’ex premier Tony Blair, pubblicata dal quotidiano inglese «Daily Telegraph», conferma che l’informazione e la politica han perso la ragione per inseguire il politicamente corretto.Immaginiamo che si possa viaggiare nel tempo. E immaginiamo che dal passato - un passato anche molto recente, basta una ventina di anni fa - plani nella nostra epoca un cittadino qualsiasi. Sarebbe interessante mostrargli un titolo pubblicato ieri dal britannico Daily Telegraph - uno dei più importanti e storici quotidiani d’Occidente - per osservare la sua reazione. Il titolo è il seguente. «Tony Blair: le donne hanno la vagina e gli uomini hanno il pene». Ecco, provate a rileggerlo mettendovi nei panni del nostro visitatore proveniente dagli anni Novanta o dai primi Duemila. Probabilmente, costui vi direbbe: ma che diamine di titolo è? È una notizia? C’è bisogno che un politico di primo piano, uno famoso (tristemente, per lo più) come Blair informi il mondo di ciò che tutti sanno da quando l’umanità esiste? Beh, con tutta evidenza oggi è una notizia che gli uomini abbiano il pene e le donne la vagina. È come se, all’improvviso, diventasse una notizia il fatto che i cavalli abbiano gli zoccoli e le vacche le corna, o che la pioggia bagna. A quanto risulta, questo è il grado di separazione dalla realtà a cui siamo giunti. Nel Regno Unito da mesi si dibatte sulla definizione di donna, e non si è ancora trovata una quadra. Un rilevante leader di partito come il progressista Keith Starmer, interrogato sul tema, si è accartocciato su sé stesso e, richiamato all’ordine da una fetta di femministe, ancora un anno fa ammetteva a fatica che «il 99.9% delle donne non ha il pene». Come se esistesse anche solo uno 0.1% di possibilità di avere una femmina senza vagina. Così, di delirio in delirio, è potuto accadere che la differenza biologica tra maschi e femmine diventasse un fatto discutibile, qualcosa di opinabile al punto che se ne debba discutere sui giornali e in Parlamento. È potuto accadere che si teorizzasse - anzi, si imponesse quasi a ogni livello - l’inesistenza della realtà. Perché qui non si tratta, badate bene, di una questione di diritti o di battaglie civili da combattere. No, qui siamo alla pura alienazione, alla cancellazione della vita e alla presunzione di poter riscrivere a piacimento le regole non tanto della società quanto della biologia. Persino Blair, che non è esattamente un retrivo conservatore né un nemico della agenda globalista (anzi ne è stato uno dei principali propugnatori) si è reso conto che qualcosa non va. «Non so come la politica si sia cacciata in questo pasticcio», ha detto alla rivista scozzese Holyrood. «Cos’è una donna? Beh, non è molto difficile per me rispondere davvero. Sono decisamente della scuola secondo cui, biologicamente, una donna ha la vagina e un uomo ha il pene. Penso che possiamo dirlo abbastanza chiaramente». A quanto pare, invece, non è così: questo tipo di cose non si possono dire troppo chiaramente. «Il punto è questo», insiste Blair. «Se le persone vogliono riassegnare il proprio genere e dire, ok, potrei nascere biologicamente maschio ma voglio riassegnarlo come femmina, va assolutamente bene e le persone dovrebbero avere il diritto di farlo. E non c’è alcun dubbio che ci siano persone che sentano sinceramente di trovarsi nel corpo sbagliato. Lo so, l’ho affrontato nel corso degli anni. In realtà sono stato, credo, il primo parlamentare che abbia mai avuto una serie completa di incontri con persone transgender. Quindi lo capisco completamente». Tuttavia, chiarisce l’ex primo ministro, «ci sono solo tre questioni che penso siano molto importanti. Numero uno, non bisogna impedire alle donne di parlare del fatto di essere donne biologiche. L’idea che non ci si possa riferire alle donne incinte penso che la maggior parte delle persone la consideri del tutto ridicola. In secondo luogo, potrebbero esserci situazioni, ad esempio, in cui ci sono persone che hanno ancora i genitali maschili ma sono in uno spogliatoio con donne, e le donne si potrebbero sentire a disagio. Non dovrebbero sentirsi a disagio. E terzo, bisogna stare molto attenti con i giovani. Perché se si parla di giovani in una età impressionabile, bisogna gestire la cosa con immensa cautela. Ci sono persone che possono pensare di essere gay e poi decidere in seguito che non lo sono, e questo non implica alcun cambiamento fisico. Ma se somministri alle persone un trattamento che implica cambiamenti fisici, è una decisione così enormemente importante, che cambia la vita, e devi prestare molta attenzione». Blair si dice convinto che «la stragrande maggioranza delle persone» condivida le sue preoccupazioni sui tre punti critici che ha indicato, e con tutta probabilità non sbaglia. «È una cosa strana per me che le persone siano finite in questo dibattito straordinariamente polarizzato in cui, si sa, la cosa più importante è applicare il buon senso», sospira, ed è difficile dargli torto. È tutto allucinante: siamo arrivati al punto in cui non solo ci tocca discutere di quale organo genitale abbiano le donne, ma ci tocca pure dare ragione a Tony Blair. Il mondo è decisamente impazzito.
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