2025-10-06
Tommasi e compagni tornano a casa. E ripartono subito con il loro show
Greta Thunberg costretta a baciare la bandiera israeliana (Tel Aviv però nega) e trattata male in carcere. Durante il suo primo espatrio, l’attivista aveva addirittura fatto finta di avere i polsi bloccati dalle manette.Dopo il rimpatrio è il momento del piagnisteo. Saverio Tommasi, giornalista di Fanpage a bordo della Flotilla sceglie il palco della festa del suo giornale per attaccare la polizia israeliana e denunciare presunti maltrattamenti. «Io e Paolo Romano (consigliere regionale Pd della Lombardia) abbiamo subito violenza fisica e verbale. Botte nella schiena tante e in testa. E poi tutta una serie di privazioni psicologiche. Ad esempio a me avevano cambiato il nome, dovevo dire Beniti o Bettini, che credo significhi «imbecille». Eravamo trattati come le vecchie scimmie dei peggiori circhi degli anni 20. Non li dovevi guardare altrimenti la consideravano una sfida, ma le botte le davano anche se non li guardavi perché per loro era un gioco» racconta sfruttando la festa del suo giornale a Roma. «Ci hanno tolto tutto e mai restituito: telefono, computer, due videocamere, microfoni, non ci hanno restituito neanche carte di credito o bancomat, sono riuscito a farmi restituire le fedi perché me le hanno strappate letteralmente». Tommasi poi, evitando di ringraziare la mediazione del governo che li ha fatti rimpatriare, spende lusinghe nei confronti della segretaria dem, Elly Schlein, anche lei presente alla festa di Fanpage. «Ho voluto ringraziare Schlein perché in queste settimane è stata un supporto sociale e politico indispensabile che ci ha permesso di andare avanti». Poi spiega le modalità con cui gli è stato permesso di scegliere come gestire il loro rimpatrio. «Non c’è stata una decisione per chi torna prima e chi dopo. Ci hanno sottoposto una serie di documenti. Nessuno di noi ha deciso di firmare il primo documento sottoposto che è quello che prevedeva un’ammissione di colpa. Noi non abbiamo commesso nessuna colpa, eravamo un movimento umanitario» afferma deciso Tommasi. «Il secondo documento, invece, ci chiedeva se fossimo consapevoli che secondo Israele quello che facevamo era illegale e perciò chiedevamo il rimpatrio in 72 ore, anche se le 72 ore rappresentavano un tempo aleatorio». Infine, c’era un terzo documento che «richiede di rimanere lì più a lungo, per una scelta di lotta politica e sociale. Io, come molti altri, abbiamo firmato, senza ammissione di colpa, per essere rimpatriati il prima possibile». Poi commenta: «Greta Thunberg? L’abbiamo vista dentro ed anche al porto: aveva le braccia legate e con una bandiera israeliana vicina, a presa in giro, come le violenze verbali e psicologiche che mettevano in atto sempre, a ridicolizzare, svilire, farsi una risata in momenti in cui non c’era nulla da ridere». Occhi puntati sull’attivista svedese che già lo scorso 7 giugno era stata arrestata mentre navigava verso Gaza sulla Madleen finendo per essere espulsa con il divieto di entrare in Israele per i prossimi cento anni. Ci ha riprovato appena 4 mesi dopo indisponendo moltissimo Israele. E la regina del piagnisteo è proprio lei. Ha denunciato ad un funzionario dell’ambasciata svedese che ha ricevuto in visita, che è detenuta in una cella infestata da cimici, che le avrebbero causato un’eruzione cutanea su tutto il corpo. La denuncia è stata riportata dal quotidiano britannico Guardian grazie a una lettera inviata dal ministero degli Esteri di Stoccolma ai genitori di Thunberg. In quel testo si parla anche di «disidratazione» e «cibo insufficiente». Secondo quanto denunciato sarebbe stata costretta a stare in piedi per lunghi periodi o a sedersi su superfici molto dure. Un po’ di show che riporta alla mente la scena in cui faceva finta di avere le manette quando invece non gliele avevano messe al primo rimpatrio di giugno. «La nostra preoccupazione per i recidivi è enorme» ha detto Maria Elena Delia, portavoce della delegazione italiana di Global Movement to Gaza al Corriere «persone come Greta Thunberg, Tony La Piccirella, Thiago Ávila stanno rischiando dei provvedimenti duri. Chiediamo che su questo gruppo si vigili in maniera molto seria. Perché quello a cui possono andare incontro è gravissimo».Lo studio legale internazionale che sta seguendo la Flotilla denuncia «gravi abusi subiti». Detenuti in celle sovraffollate, alcuni costretti a dormire sul pavimento, scorte di acqua e cibo inadeguate. Secondo le testimonianze raccolte dagli avvocati negli ultimi due giorni, ai fermati sarebbero stati negati anche i farmaci salvavita. Diversi hanno riferito di essere stati interrogati da personale non identificato e altri hanno denunciato maltrattamenti. Qualcuno ha riportato ferite alle mani, altri sono stati bendati e ammanettati per periodi prolungati. Una donna ha riferito di essere stata costretta a togliersi l’hijab e di aver ricevuto solo una camicia in sostituzione, mentre altri hanno denunciato restrizioni nell’esecuzione delle preghiere. Secca la smentita da parte di Israele. «Sono sfacciate menzogne» ha chiarito il ministero degli Esteri israeliano. «Tutti i diritti legali dei detenuti sono pienamente rispettati. È interessante notare che Greta stessa e altri detenuti si sono rifiutati di accelerare la loro espulsione e hanno insistito per prolungare la loro permanenza in custodia. Greta non si è lamentata con le autorità israeliane per nessuna di queste accuse assurde e infondate, in quanto non si sono mai verificate». Intanto in Italia si tira la linea del bilancio delle violenze subite dalle forze dell’ordine in questi giorni di scontri nelle piazze. «Quarantuno poliziotti feriti ieri sera a Roma, alcuni gravi. In tutto contiamo 126 poliziotti feriti, auto incendiate, città messe a ferro e fuoco, stazioni devastate. Un bollettino di guerra». Il commento del Coisp che accusa i sindacati di usare la piazza per tornaconto politico.
Francesco Paolo Capone (Imagoeconomica)
Silvia Sardone (Imagoeconomica)
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Khalil al-Hayya, guiderà la delegazione di Hamas nei negoziati per porre fine alla guerra di Gaza (Ansa)