2019-09-22
Missoni ci riporta all'estate, con una sfilata nella piscina più chic di Milano
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Il marchio italiano, famoso per le sue coloratissime stampe, va in scena ai Bagni Misteriosi tra fiori luminosi e una passerella a pelo d'acqua. I capelli, raccolti in un twist con fiori freschi, una pettinatura semplice realizzata da Anthony Turner, hairstylist di fama mondiale e ambassador di Dyson. Il patron di Tod's Diego Della Valle svelerà tra un mese il nome dello stilista che realizzerà la nuova capsule collection: «Le sneaker non saranno preponderanti su tutto, servono idee fresche come quella del designer Alber Elbaz, che ha conquistato il mercato». Veronica Etro ci porta in « un viaggio intorno al mondo dove coesistono sofisticate piratesse dallo spirito selvaggio e raffinatezza conservatrice, due anime che si mescolano in una sola estetica». Moschino colora la passerella con un omaggio a Picasso. Lo speciale comprende quattro articoli e un video dal backstage di Missoni. La prima fu firmata da Alessandro Dell'Acqua. La seconda da quel genio di Alber Elbaz, il designer alla direzione creativa di Lanvin per 14 anni (fino al 2015). Ora siamo quasi giunti alla terza capsule collection e il nome dello stilista, Diego Della Valle (il cui impero comprende i marchi Tod's, Hogan, Fay, la firma d'alta moda Schiaparelli, le straordinarie scarpe Roger Vivier), lo svelerà tra una ventina di giorni. «Mi piace l'idea di aprire Tod's a molti altri talenti. È l'inizio di una nuova era per il nostro brand», aveva dichiarato il patron di Tod's un anno fa quando presentò Tod's Factory, il grande progetto per promuovere, sostenere, appoggiare i talenti, i giovani e il made in Italy. E poter sfornare attraverso delle capsule collection, novità e pezzi d'artista. «L'idea , i tempi, il piano sono giusti», spiega Della Valle durante un incontro presfilata. «Vediamo che arrivano i primi buoni segnali. Bisogna investire, investire, investire e poi aspettare come facevano i contadini che arrivino i frutti dopo la semina. Il posizionamento del marchio nell'italian lifestyle preciso, la super qualità, il custom service, le limited edition e le capsule tipo quella di Alber Elbaz, questo lavoro che si racchiude nella Tod's Factory, funziona, il nome gira nel mondo, con la freschezza di gente come Alber che serviva soprattutto in certi mercati». E si parla insistentemente della prossima capsule. «È già fatta, tra un mese diremo chi la fa. Siamo molto felici del lavoro di Alber, che al di là della capsule ha costruito un progetto fortemente innovativo, quello di sposare un mondo di mocassini classici con la suola da sneaker. Sembrava una banalità e invece piace molto e mi risulta che sia sui tavoli di diversi stilisti bravi, quindi lui è stato, ancora una volta , un fuoriclasse. Le sneaker non saranno preponderanti su tutto e queste sono il nuovo. E Elbaz è bravo a comunicare, una cosa nata quasi per scherzo, di grande amicizia, lui l'ha presa di petto e questi sono i risultati. Ora sta facendo giri per il mondo per raccontare il progetto dove faremo i nostri pop up. La prossima capsule andrà in vendita a primavera estate. Il progetto in generale comprenderà le collezioni classiche e le sfilate, minimo una capsule a stagione e una o due limited edition a stagione, collezione principale e altre che vanno nei negozi con tempistiche precise. Il nostro è prodotto ma soprattutto comunicazione. Abbiamo la fortuna di esser in Italia, c'è un bellissimo ritorno di cose fatte bene. Questo darà una mano al nostro Paese e se finissimo di vedere tante brutte cose non sarebbe male». Dalla velocità del pensiero all'esecuzione, tutto corre sul filo della perfezione. Lo si è visto e constatato con le prime due capsule. Non mancano, come ovvio in questo nuovo periodo della moda, i cenni alla sostenibilità. E Della Valle è una parola che divide in due. «C'è la sostenibilità tra noi e le persone che lavorano con noi da sempre. Noi veniamo da una famiglia di operai, mio nonno era operaio, mio padre lo era prima di diventare imprenditore. Veniamo da quel mondo e non lo abbiamo mai dimenticato. Il rispetto per chi lavora è doveroso Quando le aziende fanno belle cose, hanno buoni risultati, agevolare la vita di chi lavora in azienda diventa normale, noi lo facciamo da quasi vent'anni. Sono diverse le aziende che si comportano nello stesso modo e vedo che i rapporti tra le proprietà e la gente che lavora sono un tutt'uno, è un modo di essere civili. Un imprenditore che ha successo e non distribuisce una parte del successo a chi sta intorno lo considero un imprenditore zoppo. E oggi, in aggiunta, c'è la sostenibilità che pone l'attenzione forte a tutti i problemi dell'ecologia, climatici, lo tocchiamo sulla nostra pelle vedendo quello che accade in giro per il mondo e dobbiamo essere veloci ad adeguarci, chi non lo ha già fatto deve migliorare tutti i processi legati al produrre che non fa male». Da Tod's, tutto questo lo si tocca con mano. Sono le tre T a tracciare la strada tradizione, talento, tempo. «Viviamo in un'azienda che è stata fondata da mio nonno, quindi il tempo è tanto e tutto, la tradizione è quella d'aver puntato sempre su una bellissima qualità che continuiamo a fare e che rimane la cosa più centrale accanto a una creatività alla quale abbiamo dato una spinta in avanti pensando ai mercati asiatici che hanno voglia di giocare con i nostri prodotti. Sono delle T che rappresentano un po' il nostro mondo e il nome del nostro marchio Tod's. Abbiamo giocato con le parole per dimostrare il nostro attaccamento al nostro paese dove si fanno le cose più belle del mondo. E il messaggio di lifestyle, che tutto il mondo ci invidia, è proprio rivolto alle persone che amano vivere come gli italiani. La qualità italiana è inarrivabile, anche marchi famosissimi, non italiani, vengono a prodursi le loro cose qui, grandi gruppi internazionali amano comprare nelle aziende italiane, noi dovremmo preservare assolutamente il senso della qualità e un paese come il nostro, bello, dove il cibo è buono, le persone sono simpatiche la cultura è tanta non fa fatica nemmeno a livello ambientale a fare respirare meglio».
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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