
Lo show Mediaset ha mostrato l'ira del papà di Matteo Renzi davanti all'immigrato con un credito da 90.000 euro. Il genitore dell'ex premier sostiene che l'inviato gli abbia proposto cosa dire. Il giornalista: «Nessun copione».Dopo aver gridato «faccia di merda» a un lavoratore nigeriano a cui una sua ditta deve 90.000 euro, Tiziano Renzi è stato costretto a presentare le scuse a modo suo, con annesso stridore di unghie sugli specchi. «Sto ingoiando tanti di quei rospi che cagherò principi azzurri per i prossimi 10 anni», ha scritto ieri su Facebook cercando di strappare una risata. Qualche ora prima aveva messo online il backstage dell'incursione dell'inviato delle Iene, Filippo Roma, a Rignano sull'Arno con al seguito il povero Evans Omoigui, maltrattato dal genitore dell'ex premier. Le immagini, girate da un collaboratore di Renzi senior, avrebbero dovuto dimostrare come Tiziano fosse stato vittima di un'imboscata. In realtà l'inviato stava cercando solo di avere delle risposte ai tanti quesiti lasciati aperti dalla zoppicante versione offerta da Renzi senior a dicembre sui lavoratori nigeriani occupati a Genova nella sua Arturo Srl. «Qualche giorno fa gli inviati delle Iene si sono introdotti senza permesso negli uffici di un'azienda che stiamo vendendo (la Eventi 6, ndr) e sotto casa di mia figlia con un ragazzo che urlava accompagnandosi con un tamburo. Il regista spiegava al ragazzo che cosa fare e sembrava suggerirgli una sceneggiatura» è l'inizio del commento di Tiziano. Che a questo punto si cosparge di cenere per due brevissime righe: «Io ho reagito male, e mi scuso per le parole volgari che ho utilizzato, non avrei dovuto». Per la prima volta da mesi, anziché attaccare l'universo mondo, dai giornalisti cattivi ai politici al governo, ammette di aver sbagliato. Ma sembra Arthur Fonzarelli, più noto come Fonzie, quando doveva chiedere scusa nel telefilm Happy days. Non gli riesce proprio. Come dimostra il resto del messaggio: «Si trattava tuttavia di una violazione di domicilio - essendosi Le Iene introdotte senza permesso in una proprietà privata - e con una “offerta" per me inaccettabile: usaci per dichiarare che vuoi dare a questo ragazzo i soldi della causa di Travaglio. Della serie “noi montiamo un servizio e tu fai bella figura"». In effetti una sentenza del Tribunale civile di Firenze ha recentemente condannato in primo grado il direttore del Fatto Quotidiano a versare 90.000 euro per aver dato del bancarottiere a Tiziano. Ma, contattato dalla Verità, l'inviato del programma Mediaset, Filippo Roma, rispedisce al mittente la ricostruzione di Renzi senior e ci spiega che non vi era alcun copione o «sceneggiatura» per la quale il babbo avrebbe dovuto proporsi di girare a Omoigui il bonifico del Fatto Quotidiano. Continua Tiziano: «Come ho detto alle Iene la volta scorsa io sono pronto a pagare ma ovviamente solo per ciò di cui sono responsabile io. Non è pensabile che - siccome ho vinto una causa per diffamazione - io debba pagare per altri. Non è proprio giusto». Chi siano gli altri non è dato sapere, visto che dalle carte giudiziarie risulta che l'amministratore e il proprietario della Arturo Srl, nel periodo sotto esame, era proprio Tiziano e che gli accordi, secondo i lavoratori, vennero presi direttamente con Renzi senior. Nell'aprile 2007 l'amministratore divenne un fotografo di Rignano sull'Arno che in un'inchiesta in corso viene considerato niente altro che un prestanome di Tiziano (indagato per bancarotta fraudolenta insieme con la moglie Laura Bovoli). Nel 2008, mentre procedevano le cause per risarcimento, Tiziano ebbe l'idea di liquidare la Arturo, che quando arrivò il conto del giudice non era più attiva. E allora di chi sono le responsabilità? Il babbo non lo dice, ma si autodefinisce una vittima predestinata. Visto che Le Iene mandano in onda servizi su esponenti del Movimento 5 stelle, la redazione proverebbe a pareggiare i conti, tirando in mezzo il povero genitore: «Usano me per stemperare le accuse dei grillini. Sono sinceramente stanco di fare da facile capro espiatorio». La chiusa del messaggio non è particolarmente originale e contiene le solite minacce: «Ho deciso che non parlerò più con persone come gli inviati delle Iene, ma lascerò che delle mie vicende si occupino solo e soltanto gli avvocati. Nei prossimi giorni farò un post con l'elenco di tutti i procedimenti civili e penali che ho aperto e le date per seguire le sentenze. Tanto l'unico modo per far rispettare la verità, purtroppo, è fare cause per diffamazione». In attesa della Tiziano's list («Ne firmo due a settimana e mi limito a quelle plateali», ci fa sapere) le sue truppe cammellate, salvo rare eccezioni, si sono scatenate a suon di insulti contro Le Iene e gli altri giornalisti. Michele B. ha una teoria che condividono in molti: «Caro Tiziano è il prezzo da pagare per aver procreato un grande politico come Matteo». Ma il collegio difensivo di Renzi senior può contare anche su qualche altro personaggio noto alle cronache giudiziarie. Un coindagato di Tiziano, Roberto Bargilli, già citato nell'inchiesta Consip, lo invita a un civile contradditorio: «Tiziano, fagli un culo come uno sbadiglio di balena». Franco Bonciani, ex segretario del Partito democratico di Rignano, in attesa di presentarsi all'udienza preliminare in un'inchiesta per turbativa d'asta, chiede ai critici di mostrare le sentenze contro Renzi senior. Scende in campo anche Matilde Renzi, figlia di Tiziano e moglie di Andrea Conticini, indagato per riciclaggio nel cosiddetto fascicolo Unicef. Definisce il suo «un babbo meraviglioso» e aggiunge che Le Iene «hanno tagliato l'unico pezzo che ho chiesto che andasse in onda. Un pezzo in cui spiego che le mie figlie erano in casa a piangere dalla paura». È questo l'effetto che fa a casa Renzi l'uomo nero con il tamburello.
Paolo Violini (Youtube)
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Ansa
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