2022-04-10
Tim riordina a metà la sicurezza. Labriola: «Scorporo rete a breve»
Pietro Labriola (gruppo tim)
Nominato il nuovo capo della struttura Public affairs, ma la funzione rimane a Stefano Grassi.Tensione rientrata. Come anticipato da La Verità, Tim ha dato il via alla riorganizzazione della struttura Public affairs e sicurezza. Al vertice è stato nominato Eugenio Santagata, ora in Telsy (carica che manterrà) e precedentemente in Cy4gate, mentre la delicata figura di capo della funzione security viene posta sotto e rimane per il momento a Stefano Grassi in attesa di ulteriori decisioni. L’idea di toccare la figura aveva toccato le corde dei rapporti istituzionali con Palazzo Chigi e i vertici dell’intelligence. Qui partita rimandata. Per il resto la responsabilità della sustainability va a Gaia Spinella. Viene costituita la funzione chief It corporate & market systems office, affidata a Roberto Mazzilli, con la responsabilità di assicurare il governo tecnico-economico, il disegno delle architetture di competenza, il demand, l’ingegneria, lo sviluppo, il testing e la gestione applicativa. L’ad Pietro Labriola ha anche deciso che a seguire le attività operative It e dei sistemi wholesale sarà Angelo Solari, così come a Bettina Harburger andrà il compito di riorganizzare le attività di pianificazione tecnologia. Un importante cambio di passo che rientra nell’idea di voler valorizzare i singoli pezzi dell’azienda. Lo ha spiegato direttamente l’ad in una intervista pubblicata ieri dal Sole 24 Ore. «Gli azionisti, tutti gli azionisti, ci chiedono di lavorare a migliorare le performance del titolo. Noi lo stiamo facendo e ci crediamo. Questo è l’obiettivo del piano triennale, che realizzeremo cambiando sia il modello di gestione sia l’assetto societario», ha detto Labriola, aggiungendo che «la capitalizzazione attuale della società non rappresenta la somma del valore delle singole componenti». Alla domanda se lo scorporo della rete sia all’ordine del giorno, il manager ha risposto così: «Direi proprio di sì, contiamo di arrivare a una proposta entro l’estate». «Gli interventi delle autorità regolatorie del mercato negli ultimi 15 anni hanno fatto sì che Tim sia il soggetto sottoposto a più regole e questo ha riflessi importanti anche sull’attività commerciale. Ancora oggi dobbiamo garantire servizi all’ingrosso agli altri operatori anche se gli stessi sono da considerarsi obsoleti», ha spiegato. «Inoltre, le nostre offerte sono soggette a una sorta di controllo preventivo che rende particolarmente rigide le promozioni commerciali. Eppure, siamo un settore in cui la concorrenza sui prezzi è diventata la variabile fondamentale. In queste condizioni molto meglio scorporare la rete e cogliere le opportunità di una eventuale convergenza tra Tim e Open fiber». Il tema della rete resta cruciale ed è ciò che il governo per tramite di Cassa depositi e prestiti sta cercando di sbrogliare. «Grazie alla separazione sarà possibile sfruttare le sinergie valorizzando entrambe le società e allo stesso tempo dare al mercato retail quella dinamicità di cui ha bisogno», ha concluso Labriola, «La realizzazione di due reti in fibra ottica, la cosiddetta Ftth, è un unicum in Europa perché in nessun Paese ci sono due reti del genere totalmente sovrapposte. Può accadere in alcune parti del territorio, dove la domanda di servizi è più diffusa, ma sono eccezioni alla regola. È evidente che unificarle significa creare le premesse per ottenere risultati migliori. D’altra parte, diversi esponenti di governo lo hanno detto chiaramente». A breve, anche con lo sblocco dell’importante piano Italia 1 giga, che vale circa 3,7 miliardi, si capirà di più.