2021-11-14
Il tempo in cui si vendono i figli è quello della fine dell’umanità
La bimba abbandonata in Ucraina con la Polizia (Ansa)
La bimba abbandonata in Ucraina ci ricorda che stiamo violando le basi della vita.Una bambina è stata partorita in Ucraina su richiesta di una coppia italiana, poi i genitori, chiamiamoli «contrattuali», ci han ripensato, han deciso che era meglio liberarsene, hanno smesso di inviare lo stipendio alla babysitter che per loro incarico se ne occupava, la babysitter è andata al consolato italiano e ha consegnato la piccola liberandosene. Questi sono gli unici dati che conosciamo della piccola. Ah sì, ne abbiamo un altro: la foto della bambina, in braccio alla tata.La bimba ci volta le spalle e con un braccio cinge il collo alla tata, aprendo le dita della mano, come se aprendole si attaccasse meglio. Si sente che per lei quel contatto è importante. È il contatto della vita. Lei esiste per quel contatto, è quel contatto che la tiene in vita, e lo sa. È la prima volta che sente di vivere perché un contatto la fa esistere? No, è già successo, nei mesi pre-natali, in quel tempo che è sconosciuto all'esperienza dei padri, ma che è fondante nell'esperienza delle madri. In quei nove mesi il non-ancora-nato manda continui messaggi alla madre, gesti mosse tremiti calci, la madre li sente e risponde, calando una mano sul punto esatto da cui viene il richiamo, toccando, carezzando. A volte portando su quel punto la mano del marito e dicendo: «Senti anche tu». Il padre tocca e ascolta, e con quel tocco e quell'ascolto spia un mondo a lui precluso e tuttavia decisivo per la sua vita futura e il suo destino: quei tonfi, quegli spostamenti, quei contatti sono il preannuncio dei rapporti che il nascituro, una volta nato, stabilirà con chi lo fa nascere. Ho scritto un libro sul tempo anteriore alla nascita, per scriverlo mi procuravo libri destinati alle madri in attesa. Ho imparato quanto l'attesa sia importante per la madre e per il figlio, come i due vivano in osmosi, scambiandosi nutrimenti, sali, zuccheri, ma anche messaggi psichici, ansie, dolori, paure, gioie. Questa simbiosi fa della gestante una madre. Non mi sono stupito quando arrivavano le prime notizie che una madre a pagamento, venuto il giorno del parto e dovendo consegnare il neonato alla madre pagante, si rifiutava. Lei non si sentiva più una fattrice per altri. Si sentiva una fattrice per sé. Non voleva più l'affare. Voleva il figlio. S'era affezionata a quel figlio. Lo sentiva suo. E di nessun'altra. La capivo. La capisco. Oggi siamo di fronte alla notizia che una coppia italiana aveva prenotato un figlio da una madre a pagamento ucraina e quando il figlio è nato, dopo un po' l'ha rifiutato e abbandonato. Tutti parlano del voltafaccia della coppia pagante. Ma prima c'è un altro voltafaccia, della donna partoriente: ha tenuto dentro di sé quel figlio (una bambina) per nove mesi, e dopo nove mesi lo cede per denaro, come un oggetto al mercato. Il dare la vita è il potere più alto della vita. Se gli togli quel potere, la vita perde vitalità. Tutto il mito di Edipo, che citiamo sempre ma non rileggiamo mai, è impiantato su questo: l'ordine del dio al padre di Edipo, Laio, era di non fare figli se voleva salvare la città, ma Laio disobbedisce perché «morire senza figli vuol dire morire». I figli sono la nostra immortalità. Tutto noi possiamo dare, fegato polmoni intestino, anche la vita, ma non l'immortalità. Se vendiamo l'immortalità, tutto è ridotto a cosa, niente ha valore in sé. Una volta pensavamo che questo tempo non sarebbe mai venuto, perché sarebbe la fine dell'umanità. Ed eccolo, è qui.