2018-05-20
Con Gigino e Mr Felpa, addio centrodestra
Basta guardarli in faccia i due compari del contratto di governo per intuire che, prima o poi, andranno a sbattere. E con loro andranno a sbattere anche i nostri risparmi, cancellati a forza di patrimoniali e di spese inutili, oppure di risparmi non affrontati. Luigi Di Maio ha l'aspetto del seminarista che ha deciso di abbandonare la via del Signore per darsi alla pazza gioia fra case di piacere e tabarin di lusso con femmine di prima classe. E siccome non gli mancano i conquibus, è andato dal sarto più costoso di Napoli per farsi confezionare un corredo di monopetti sublimi. Travestito da miliardario, adesso frequenta anche l'ultimo studio televisivo per spiegare che i 5 stelle stanno scrivendo la storia. Avete capito bene: niente di meno della storia! E dunque meriteranno un posto di prima fila sull'altare della Patria.Il suo socio, Matteo Salvini, il capo supremo della Lega, è anche più dozzinale del Di Maio. Ormai ha l'aspetto del macellaio diventato ricco in tempo di guerra, trafficando nella borsa nera. Ha un faccione e un pancione straripanti. Indossa soltanto camicie bianche che lo fanno sembrare ancora più grosso. Lui non dice mai «Noi scriviamo la storia» per il semplice fatto che è convinto di essere lui stesso la storia. Mentre Di Maio ha sopra di sé un santone esigente, Beppe Grillo, il Salvini ha ripudiato l'uomo che lo aveva messo all'onor del mondo: l'incauto Silvio Berlusconi. E prima o poi troverà il modo per metterlo da parte e poi gettarlo nel guardaroba dei cani di un qualche tribunale, ossia nella spazzatura. Attenzione! Non stiamo parlando di due Signor Nessuno. Parliamo di due energumeni che lunedì si presenteranno al Quirinale. E chiederanno a quel galantuomo di Sergio Mattarella di essere autorizzati a fare il governo. Gli presenteranno anche il nome del presidente del Consiglio, un personaggio di cui non sappiamo ancora nulla, nonostante che dal giorno delle ultime elezioni, quelle del 4 marzo 2018, siano passati quasi ottanta giorni? Di questo signor X o signora Y noi, popolo bue, conosciamo soltanto che dovrà avere una qualità su tutte: essere terzo. Che cosa significa? Francamente, il titolare del Bestiario non lo sa. Anche se intuisce che dovrà essere l'esecutore degli ordini emanati dai due compari. Nei miei tanti anni di lavoro nei giornali ho visto soltanto dei premier di parte, come era logico che accadesse. Il numero uno del governo non può mai essere un signore che si limita a ratificare le scelte dei suoi ministri. E da ragazzino ho visto all'opera un grande della politica italiana: Alcide De Gasperi. Lui sì che ha scritto la storia d'Italia, lo rammenti quel fighetto del Di Maio. Arrivati a questo punto della faccenda, e in attesa di registrare i disastri che fatalmente accadranno, bisogna cercar di capire perché mai la strana coppia del leghista e dello stellato, abbiano deciso di mettersi insieme in una storia che non è affatto a luci rosse, bensì a luci tetre. Il Bestiario crede di averlo compreso. Tutto deriva da un aspetto particolare del carattere di Gigino e di Matteo. Entrambi sono dei velleitari. Nel senso che si considerano dei superman, in grado di affrontare e risolvere problemi che i politici normali non sono neppure in grado di comprendere. E che noi cittadini senza potere ignoriamo del tutto. Dunque suggerirei ai titolisti dei quotidiani di non parlare di Dilettanti allo sbaraglio, bensì di Velleitari allo sbaraglio. Visto che il loro governo sarà di quelli costosi. I maledetti tecnici, che amano i numeri, hanno già calcolato che cosa verrebbe a costare un esecutivo modellato sul famoso contratto di governo: 100 miliardi di euro, forse 108, per i più pessimisti 125. Davanti a queste cifre risulta inevitabile la domanda: esistono le coperture per tutte queste spese? Limitiamoci a un esempio. Se venisse realizzata la cosiddetta flat tax, che prevede due sole aliquote fiscali, il 15 e il 20, che cosa accadrebbe? I due Velleitari replicano: assolutamente niente perché abbiamo previsto tutto. Eppure un esperto quale è Carlo Cottarelli, stimato all'estero come un tecnico di grande valore, ha già espresso i propri timori per la vaghezza di alcune affermazioni contenute nel diabolico contratto. Secondo Di Maio, quelli di Cottarelli e di altri tecnici sarebbero «conti della serva». Ecco un'immagine volgare che un futuro premier dovrebbe guardarsi dall'usare. Ma l'allievo di Beppe Grillo si vede già sul trono e con la corona sulla crapa. Prepariamoci a un diluivo di cazzate da Bar Sport. Per non parlare di quelle che sparerà il Macellaio leghista. Con la grinta del forzuto che irrompe in una sala da gioco e urla: fermi tutti!, perché da oggi comando io. Dei due velleitari chi rischia di più è Di Maio. Lui ha l'obbligo di diventare il presidente del Consiglio e di maneggiare un governo. Se il colpaccio non gli riesce, la sua carriera risulterà finita. Chi era Gigino prima di questa avventura? Nessuno se lo ricorda. Perché lo Zar dei 5 stelle, in arte Beppe Grillo, ha scelto lui e non un altro dei suoi vassalli? Forse perché lo ritiene il più malleabile, disposto a obbedire senza piantare nessuna grana? Non ci metteremo molto a scoprirlo. Invece l'altro socio della coppia, il Salvini leghista, un conflitto lo ha già creato. Per di più con il vecchio capo del centrodestra, Silvio Berlusconi. Il macellaio in camicia prima verde e ora bianca gli ha rovinato la festa destinata a celebrare il suo ritorno fra i candidabili. Il Cavaliere l'ha presa malissimo. Ha pianto tra le morbide braccia della signorina Francesca Pascale? Penso di no. Ha già meditato come vendicarsi del tradimento salviniano? Anche in questo caso, la mia risposta è no. Dovremo aspettare per vedere volare gli schiaffi. Eppure Silvio ha sempre avuto la fama di essere un combattente veloce, pronto a rispondere colpo su colpo. Ma ben più veloci di lui sono i mutamenti della politica italiana. L'impressione del Bestiario è che il mondo stia cambiando a tripla velocità e non soltanto in casa nostra. Se osserviamo le mosse degli Stati Uniti di mister Donald Trump, le previsioni risultano senza scampo. Berlusconi è un microbo rispetto a quanto sta avvenendo nel pianeta. Un territorio dove il Salvini, un altro microbo, può vantare soltanto l'amicizia interessata di un gigante come il despota russo Vladimir Putin. Qualcuno dovrebbe avvisare il Cavaliere che il suo centrodestra è morto e sepolto. Ma quando si è superata la barriera degli 80 anni non è facile cambiare. Ne so qualcosa anch'io che ho un anno più del Berlusca. Ma i Due Velleitari hanno innescato un sommovimento dagli sviluppi imprevedibili. Speriamo che a subirne le conseguenze siano soltanto i boss di ogni colore. Però devo confessare una mia paura: credo che tutti noi saremo destinati a pagarla cara. E che i nostri faticosi risparmi siano a rischio. Italiani, attenti alle vostre tasche.
In due anni il mondo è cambiato. Tregua USA-Cina con l’accordo Trump-Xi. Volkswagen, trimestre in rosso. Rame, i prezzi record preoccupano le fonderie cinesi.