2021-05-21
«Tasse evase per 1,2 milioni di euro». A giudizio genitori e sorella di Renzi
Tiziano Renzi e Laura Bovoli (Ansa)
Alla sbarra babbo Tiziano, mamma Laura e la figlia Matilde: avrebbero falsato le dichiarazioni dei redditi. Dieci fatture «gonfiate» nel mirino del pm che contesta passività fittizie nel bilancio dell'azienda di famiglia.I reati fiscali portano di nuovo alla sbarra babbo Tiziano Renzi e mamma Laura Bovoli, amministratore di fatto il primo e legale rappresentante della società di famiglia Eventi6 la seconda, per dichiarazione fraudolenta al fine di evadere le imposte con fatture per operazioni inesistenti. E con loro va a giudizio anche la sorella dell'ex Rottamatore, Matilde Renzi, legale rappresentante della Eventi6 nel 2018. Il totale di passivi fittizi, come aveva svelato La Verità, è di oltre 5,5 milioni di euro, quello dell'evasione fiscale, invece, di circa 1,2 milioni. A disporre il rinvio a giudizio è stato, ieri, il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Firenze Federico Zampaoli, su richiesta del procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco. In aula era presente il pm Antonino Nastasi, che nella sua requisitoria ha ribadito le accuse mosse dalla Procura nei confronti degli imputati. La prima udienza è fissata per il 7 marzo 2022. Ma uno degli avvocati dei Renzi, Lorenzo Pellegrini, ha chiesto di riunire questo filone giudiziario al processo principale, che comincerà l'1 giugno, nel quale babbo Renzi e la moglie sono accusati di bancarotta.L'indagine sui reati fiscali, infatti, è nata dalla precedente inchiesta della Procura fiorentina sulle società dei coniugi Renzi, che il 10 marzo scorso, sempre a Firenze, ha portato al rinvio a giudizio di babbo Tiziano e mamma Laura per il fallimento della cooperativa Marmodiv (l'ultima a essere dichiarata fallita, nella quale, per il bilancio 2017 presentato all'assemblea dei soci nel giugno 2018, sarebbero stati fatti figurare crediti per fatture da emettere in realtà inesistenti per un importo di oltre 370.000 euro, in modo da mascherare le perdite), della Delivery service Italia e della Europe service (che si occupavano in particolare di volantinaggio e distribuzione di materiale pubblicitario), usate, secondo l'accusa, per aumentare il volume di affari della società di famiglia Eventi6. Nel febbraio 2019 babbo Renzi e la moglie, ritenuti amministratori di fatto delle coop fallite, tramite persone di fiducia o comunque condizionando le decisioni prese all'interno delle stesse società, erano finiti agli arresti domiciliari, misura poi revocata dal Tribunale del riesame dopo 18 giorni.Da quel procedimento si è arrivati alle contestazioni contenute nella nuova richiesta di rinvio a giudizio: l'articolo 2 del decreto legislativo 74 del 2000, che punisce con la reclusione da quattro a otto anni chi «al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indica in una delle dichiarazioni relative a dette imposte elementi passivi fittizi». È contestato anche l'articolo 4 dello stesso decreto legislativo sui reati tributari, che punisce con la reclusione da due anni a quattro anni e sei mesi chi «al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo o elementi passivi inesistenti».La Procura ritiene di aver scoperto rapporti speculari intercorsi fra la Eventi6 e la Marmodiv. I Renzi, infatti, secondo l'accusa, avrebbero taroccato documenti fiscali e dichiarazione dei redditi per creare delle passività. Come? Usando la Marmodiv, i cui servizi erano fittizi, che sarebbe stata usata per gestire la manodopera per conto della Eventi6 e si sarebbe accollata «gli oneri previdenziali, contributivi e fiscali». Per il 2015, per esempio, per evadere l'imposta sui redditi e sul valore aggiunto sarebbero stati indicati nella dichiarazione della Eventi6 elementi passivi fittizi per 1.318.478 euro. Il pm ha calcolato un'evasione da 290.065 euro. Stesso copione per il 2016: elementi passivi fittizi per 1.762.393 euro. L'imposta evasa? 386.987 euro, secondo la Procura. Per il 2017: 1.477.430 euro di elementi passivi indicati. Evasione da 325.034 euro. E, in fine, per il 2018, anno in cui è coinvolta anche la figlia Matilde, 986.715 euro di passivi fittizi e 216.588 euro di evasione.Le dichiarazioni che per la Procura e la guardia di finanza furono viziate dalla contabilizzazione di dieci fatture emesse da Marmodiv verso Eventi6 sarebbero state «gonfiate», in quanto relative a prestazioni finte e avrebbero così permesso di documentare le false passività. Inoltre avrebbero determinato lo scarico per Eventi6 di costi di manodopera, facendoli invece figurare come «spese per servizi» quando invece, ritiene l'accusa, si trattava del costo di lavoro dipendente fatto sostenere sotto mentite spoglie alla Marmodiv. I diversi meccanismi irregolari avrebbero permesso ai titolari di Eventi6 di evadere pagamento di imposte e Iva. La difesa dei Renzi adesso punterà a dimostrare che, invece, ogni operazione commerciale e di prestazione di servizi tra Eventi6 e Marmodiv fu svolta davvero e fu corretta nei contenuti dichiarati. «La decisione del rinvio a giudizio era prevista», ha commentato l'avvocato Federico Bagattini, «e ora chiederemo la riunione di questo filone al procedimento principale».