2025-07-17
Il bilancio monstre di Ursula spolpa agricoltura e Stati. Pure il Ppe si rivolta contro
Piano da 2.000 miliardi. Con l’unione fra Fondi di coesione e Pac i campi perderanno il 20%. Il ricatto: «Il rispetto dello Stato di diritto condizione per gli investimenti».L’Unione, a caccia di soldi che non ha, metterà un’accisa extra su tabacco & C. per recuperare 11 miliardi. Altre entrate da tasse green e dalle imposte sulle grandi imprese con oltre 100 milioni di fatturato.Lo speciale contiene due articoliRitardi, contestazioni, veti incrociati e caos: ha esordito sotto il segno dello psicodramma la presentazione del bilancio pluriennale Ue 2028-2034 che, anziché un «Big Beautiful Bill» sulla scia di Donald Trump, rischia di essere un «Big Ugly Bill». Il motivo è semplice: la proposta di riforma di budget elaborata da Ursula von der Leyen scontenta tutti e, nonostante necessiti dell’unanimità per essere approvata, non raccoglie neanche la metà dei consensi, né a livello parlamentare, né a livello di Consiglio Ue (ossia di governi nazionali) praticamente su nessuna delle voci in cui è articolata. Niente male per una che, soltanto pochi giorni fa, perorava la sua causa personale - il salvacondotto dalla mozione di censura per lo Pfizergate - evocando «unità e trasparenza».La presentazione è infatti partita sotto i peggiori auspici dopo i numerosi rinvii sia della conferenza stampa sia dell’incontro del commissario al Bilancio Piotr Serafin con i membri della commissione omologa del Parlamento europeo. Mai una proposta dell’esecutivo Ue era stata avvolta da così tanto mistero. Pour cause: schermaglie diplomatiche a parte, è il bilancio in sé lo scoglio contro cui è praticamente certo che la barca di Ursula von der Leyen andrà a incagliarsi: la baronessa tedesca rischia di coronare il suo secondo mandato con un clamoroso fallimento, anche se per sapere come andrà a finire bisognerà aspettare fino a due anni prima che i negoziati si concludano.Che la sfida della Von der Leyen sia tanto ambiziosa quanto velleitaria lo testimoniano le cifre: il quadro finanziario pluriennale (Mfp) proposto da Bruxelles dopo il 2027 ammonterà a poco meno di 2.000 miliardi di euro, ben al di sopra dell’attuale budget. Dove saranno recuperati questi fondi, ancora non è chiaro: certamente dall’introduzione di nuove tasse anche a livello nazionale, ma soltanto 13 Paesi membri, tra cui la Francia, sostengono l’aumento delle risorse proprie dell’Unione europea, mentre sono sette, capitanati da Olanda e Germania, i Paesi che si oppongono a un aumento; altrettanti gli incerti, tra i quali l’Italia.La proposta di Von der Leyen e Serafin che ha fatto saltare sulla sedia gli eurodeputati e parecchi Stati Ue è quella di ricombinare la politica agricola comune (Pac) europea e la politica di coesione in 27 «piani di partenariato nazionali e regionali». Il commissario all’agricoltura Christophe Hansen ha provato a dire che la Pac «rimarrà la stessa» ma è stato sommerso dalle critiche. Innanzitutto perché le stime suggeriscono che i fondi saranno tagliati del 25% se non addirittura del 30, considerato che l’involucro complessivo della Pac passerà da 387 miliardi a 300. Non a caso le contestazioni, anche in Italia, si sono moltiplicate: «Documento irricevibile, è un colpo diretto agli agricoltori europei» hanno dichiarato gli europarlamentari della Lega Raffaele Stancanelli (coordinatore Patriots in commissione Agricoltura) e Paolo Borchia (capo delegazione Lega). «In un momento in cui l’agricoltura europea è già stremata da un aumento spropositato di costi, concorrenza estera e burocrazia paralizzante, Bruxelles sceglie la via peggiore: meno risorse, meno tutele, meno strumenti», si legge nella nota. Sul piede di guerra anche Coldiretti, che ha organizzato un sit in di protesta davanti Palazzo Madama e a Bruxelles con uno striscione dedicato al presidente della Commissione: «Venga a mangiare qualcosa di veramente italiano e capirà». Per Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, «siamo di fronte a una vera e propria dichiarazione di guerra, ne prendiamo atto. Le parole di Von der Leyen sul ruolo strategico del settore primario pronunciate in campagna elettorale stridono con quanto affermato oggi: la presidente sosteneva di essere un punto di riferimento per gli agricoltori, ma non è così. Von der Leyen sta smantellando l’Ue per qualche arma in più, si sta prendendo una responsabilità incredibile», ha concluso il presidente di Confagricoltura. In effetti, la Commissione europea ha proposto di stanziare 131 miliardi di euro a programmi di Difesa e Spazio nell’ambito del Fondo europeo di competitività: la cifra rappresenta un importante aumento rispetto agli attuali 10 miliardi di euro stanziati nel 2018. E anche il budget della mobilità militare è destinato a un massiccio aumento: 17 miliardi di euro rispetto all’attuale dotazione di 1,7 miliardi.Chi pensava che il Partito popolare europeo avrebbe sostenuto la Von der Leyen, eletta con i voti del Ppe, sbaglia: «Siamo delusi», ha dichiarato il negoziatore del Parlamento Ue sul prossimo bilancio pluriennale Ue, Siegfried Muresan, «le linee rosse fondamentali fissate dal Parlamento europeo sono state ignorate. (“Non lavoro mai con le linee rosse”, ha replicato la baronessa tedesca, ndr). Nella sua forma attuale, non possiamo dare il via libera al bilancio a lungo termine. L’Europa ha bisogno di una visione condivisa, non di 27 liste della spesa separate». Anche l’eurodeputato portoghese João Oliveira della sinistra, membro della commissione per il bilancio del Parlamento europeo, ha criticato gli stanziamenti per la Difesa, sostenendo che andrebbero a discapito di altre aree chiave come l’agricoltura.Perfino i fondi per la salute, che durante la pandemia sembravano cruciali, sono stati ridotti notevolmente: l’unica cifra confermata finora è l’involucro di 22,6 miliardi di dollari annunciato da Stéphane Séjourné che però coprirà salute, biotecnologie, bioeconomia e agricoltura combinate.Ciliegina sulla torta annunciata dal presidente dell’esecutivo Ue è la condizione di accesso ai fondi: «I piani di partenariato renderanno lo Stato di diritto e i diritti fondamentali una condizione per gli investimenti e un punto centrale nelle riforme», ha dichiarato il presidente. I governi non graditi a Bruxelles, dunque, perderanno il diritto di accesso ai fondi, come sta accadendo oggi all’Ungheria, cui sono stati negati 18 miliardi di euro.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/tasse-europa-von-der-leyen-2673322583.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="fumo-rifiuti-verde-la-commissione-impone-58-miliardi-di-nuovi-balzelli" data-post-id="2673322583" data-published-at="1752737325" data-use-pagination="False"> Fumo, rifiuti, verde: la Commissione impone 58 miliardi di nuovi balzelli Si scrive risorse proprie, si legge tasse. Il dado è tratto: la Commissione europea ieri per finanziare il Quadro finanziario pluriennale ha proposto nuove fonti di entrate. Il commissario europeo al Bilancio Piotr Serafin, durante una audizione in commissione Bilanci (Budg) al Parlamento Ue, ha spiegato che si prevedono nuove entrate proprie per un totale di 58,2 miliardi di euro. Di questi, 15 miliardi dalla tassa sui rifiuti tecnologici (e-waste), 11,2 dalla tassa sul tabacco, 6,8 miliardi dalla tassa sulle grandi imprese, 9,6 miliardi dall’Ets, 1,4 dal meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (Cbam) e 14,3 da aggiustamenti delle entrate correnti.Per quanto riguarda il tabacco si stima quindi di raccogliere più di 11 miliardi l’anno dai 27 Stati membri. Il gettito italiano attualmente è pari a 15 miliardi ma il gettito extra che verrà generato da questa nuova tassa finirà quasi tutto nelle casse dell’Unione europea. Pagheremo di più, ma i nostri soldi finiranno a disposizione di Bruxelles.l’ecrInoltre la Commissione europea ha proposto un aggiornamento della direttiva Ue sulla tassazione dei prodotti del tabacco, a partire dal 2028, in modo da «eliminare le lacune normative, garantire condizioni di parità e promuovere un mercato più integrato e competitivo».L’esecutivo Ue stima che le aliquote minime aggiornate genereranno non solo un gettito fiscale aggiuntivo a livello comunitario ma anche un ulteriore risparmio di 6 miliardi tra minori costi sanitari e riduzione delle frodi fiscali causate dalla produzione illegale di tabacco. Ruggero Razza, europarlamentare del gruppo Ecr siede in commissione Bilancio e alla Verità ha spiegato che il commissario Serafin è stato piuttosto evasivo sul come verranno riscossi questi 11 miliardi.«Noi abbiamo bisogno di capire come arrivano a questa stima, vorremmo capirne di più. Al momento non hanno fatto altro che presentare una torta, non hanno fornito dettagli. Noi siamo contrari a nuove tasse che gravano sui cittadini e ricordo che tutto il sistema delle risorse proprie richiede di essere sottoposto al principio dell’unanimità». Così anche il capodelegazione di Fdi Carlo Fidanza: «Siamo molto preoccupati per le nuove risorse proprie, che rischiano di tramutarsi in nuove tasse ai danni di cittadini e imprese».«La Commissione indica nuove fonti di entrata per quasi 60 miliardi, ma non è chiaro quanto queste risorse siano certe e se c’è già un accordo fra gli Stati membri» commenta il vicecapo delegazione di Forza Italia nel Gruppo Ppe, Marco Falcone. «Saremo impegnati in Parlamento come gruppo Ppe e Forza Italia a fare ordine in questa proposta mettendo al centro gli interessi delle famiglie e delle imprese europee che devono trovare nell’Europa un interlocutore serio e credibile».I dettagli sono ancora da definire insomma, elemento che non è piaciuto ai membri della commissione come ammesso anche dalla relatrice ceca Danuše Nerudová che nel punto stampa a margine della commissione Bilancio ha spiegato: «Senza nuove entrate adeguate, non saremo in grado di finanziare né le nostre priorità attuali né quelle future, né di ripagare i nostri debiti legati alla pandemia. Tuttavia, durante i negoziati, dovremmo seguire quello che chiamo il principio della “tripla S”: le nuove risorse proprie devono essere sufficienti, stabili e godere di un forte sostegno politico. Se manca anche uno solo di questi tre elementi, non saremo in grado di raggiungere un compromesso sostenibile. Dobbiamo però valutare tutte le proposte, soprattutto per quanto riguarda il modo in cui tengono conto della competitività delle nostre imprese».Per quanto riguarda la tassa sulle imprese (Core), verrà imposta come contributo forfettario annuo da parte delle grandi aziende che operano e vendono nell’Ue, con un fatturato netto annuo superiore a 100 milioni di euro.oneriIl presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nella conferenza stampa di presentazione del piano ha tenuto a precisare: «Oggi proponiamo nuove fonti di entrate per il bilancio dell’Ue. L’obiettivo è semplice: dobbiamo rimborsare il nostro prestito condiviso per la ripresa e dobbiamo soddisfare le nostre priorità moderne» poi ha aggiunto: «Non vogliamo aumentare i contributi nazionali. E allora serve un cambiamento radicale nelle risorse proprie. Così riduciamo l’onere per i bilanci nazionali, facendo coincidere l’ambizione con la responsabilità». Le cinque nuove risorse proprie, se approvate dai colegislatori, dovrebbero essere introdotte a partire dal 1° gennaio 2028.Attualmente ne esistono quattro. Risorse proprie tradizionali (principalmente dazi doganali); una risorsa propria basata sull’imposta sul valore aggiunto (Iva); una basata sulla quantità di rifiuti di imballaggi in plastica non riciclati (istituita nel 2021); una basata sul Reddito Nazionale Lordo (Rnl), che svolge un ruolo di bilanciamento per garantire che le entrate complessive corrispondano ai pagamenti.
Chiara Appendino (Imagoeconomica)
Crollano le forniture di rame, mercato in deficit. Trump annuncia: l’India non comprerà più petrolio russo. Bruxelles mette i dazi sull’acciaio, Bruegel frena. Cina e India litigano per l’acqua del Tibet.