2023-04-16
Tasse del lockdown, arriva il conto
Ernesto Maria Ruffini (Imagoeconomica)
Quando ha chiuso mezzo Paese Giuseppe Conte, anziché cancellare i pagamenti delle imposte, li ha solo rinviati. E adesso l’Agenzia delle entrate ha iniziato a spedire i solleciti a famiglie e imprese: se non si salda entro un mese, c’è il 10% di multa aggiuntiva. Il fisco presenta il conto del Covid. L’Agenzia delle entrate sta iniziando ad inviare avvisi bonari a tutti i contribuenti che non hanno pagato regolarmente le tasse durante il 2020 a causa della pandemia. Si tratta, come specifica ItaliaOggi, di omessi o tardivi versamenti di saldo e acconti «di imposte dirette quali Irpef, addizionali comunali, regionali, cedolare secca, imposta sostitutiva forfettario e anche Ivie e Ivafe (imposte legate al possesso di un immobole o conto corrente all’estero, ndr), dovuti per l’anno 2020». Il modello di redditi 2021 risulta dunque essere particolarmente attenzionato dall’Agenzia delle entrate, dato che fa riferimento all’anno in cui è scoppiata la pandemia e diversi contribuenti si sono trovati in difficoltà nell’affrontare anche il pagamento regolare delle tasse. L’azione dell’amministrazione finanziaria non si può però considerare improvvisa o inaspettata. Questa infatti sta semplicemente rispettando un calendario d’azione stabilito con il Mef l’anno scorso, presente all’interno «dell’atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2022-2024». L’obiettivo principale è quello di incrementare il numero di comunicazioni per combattere le frodi e l’evasione fiscale legate soprattutto al periodo Covid. Calendario che, a differenza di quanto è stato fatto con le multe da 100 euro per i no vax che sono state sospese almeno fino al 1° luglio 2023, non è stato modificato dal governo di Giorgia Meloni, né in termini di tempistiche né in relazione alle sanzioni da pagare. Mossa che ha dunque legittimato l’Agenzia delle entrate, braccio operativo del Mef guidato da Giancarlo Giorgetti, a inviare le varie comunicazioni fiscali. A fine marzo è infatti iniziata la campagna internazionale legata alla compliance con la spedizione di comunicazioni per ricordare ai contribuenti che hanno case o conti correnti all’estero di regolarizzare le loro posizioni, tramite il ravvedimento operoso, visto la mancata dichiarazione e il relativo pagamento delle tasse per l’anno di imposta 2019. E adesso è la volta del 2020 con gli avvisi bonari inviati a chi, causa Covid, si trova debiti fiscali non saldati negli anni passati. Lettere che ricordano all’interessato di iniziare il pagamento di quanto dovuto entro 30 giorni se vuole godere delle sanzioni ridotte al 3%. La percentuale risulta, questa volta, essere direttamente incorporata nel calcolo iniziale fatto e inviato dall’Agenzia delle entrate. Se non si dovesse regolarizzasse la posizione, la sanzione salirà però al 10%. Nel caso non si disponga della liquidità necessaria per far fronte alle richieste dell’amministrazione finanziaria si può chiedere la rateizzazione della somma da pagare. Ricordiamo infatti che la situazione economica del 2022 e 2023, tra inflazione e tensioni geopolitiche, non ha particolarmente avvantaggiato la ripresa e la fiducia dei consumatori e delle imprese. Questo ovviamente può influenzare la capacità di saldare i debiti passati, oltre che cercare di rimanere in regola con le tasse correnti. La possibilità di rateizzare rappresenta sicuramente un aiuto per chi ha problemi di liquidità, ma presenta anch’essa delle criticità. Partiamo con il dire che questa opzione è stata introdotta dalla legge di Bilancio 2023, che ha previsto per gli anni d’imposta 2019, 2020 e 2021 la possibilità di avere una sanzione ridotta dal 10 al 3% se il pagamento non risulta essere scaduto a gennaio 2023, oppure se la rateizzazione intrapresa negli anni passati è ancora valida, o nel caso di avvisi bonari inviati durante l’anno in corso. Le imposte dovute devono essere pagate integralmente, comprese di interessi e somme aggiuntive. La norma non prevede infatti nessun genere di sconto sulle imposte da versare, ma concede 20 rate trimestrali, e non più solo otto, anche nel caso in cui si tratti di importi inferiori ai 5.000 euro. Opzione quest’ultima, ricordiamo, che deve essere richiesta dal contribuente e che prevede in ogni caso il versamento della prima rata entro i primi 30 giorni da quando si è ricevuto l’avviso bonario. Sulle rate successive saranno poi dovuti gli interessi che «devono essere calcolati rispetto al nuovo importo (ridotto) delle rate residue, applicando il tasso annuo del 3,5%, dal primo giorno del secondo mese successivo a quello di elaborazione della comunicazione fino alla data di versamento di ciascuna rata», precisa l’Agenzia delle entrate. E dunque, chi non dispone della liquidità necessaria per far fronte, in un unico versamento, al pagamento dell’imposta mancata, se sceglie la rateizzazione, in modo da non perdere lo sconto sulla sanzione, oltre a dover rispettare passo per passo le date previste dal piano, dovrà comunque trovare la liquidità necessaria per versare la prima rata entro 30 giorni. Scadenza importante, dato che in caso di mancato pagamento, il contribuente andrebbe a vanificare tutta la successiva pianificazione fiscale decisa dall’Agenzia delle entrate, dovendo pagare inoltre il debito con le sanzioni al 10%.
Caterina Interlandi, presidente vicario del tribunale di Tempio Pausania (Imagoeconomica)
Julius Evola negli anni Venti (Fondazione Evola)