2025-07-23
Il Tar della Lombardia soccorre Mr Expo: «Per costruire basta una dichiarazione»
Due sentenze opposte alle tesi della Procura «assolvono» Palazzo Marino. Creando così un’enorme incertezza del diritto.A sorpresa arriva un salvagente per il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. A lanciarlo è il Tar della Lombardia che con due sentenze dà ragione a quanto il primo cittadino va dicendo da quando è entrato nel tritacarne giudiziario: ovvero che le regole procedurali amministrative per le costruzioni dei palazzi sono state rispettate. In particolare viene sciolto un nodo fondamentale che apriva per Sala un fronte amministrativo non meno spinoso di quello penale. Il Tar precisa che per tirar su palazzi interi basta quella stessa Scia sufficiente a un privato per mettere un tramezzo o fare qualsiasi piccola modifica nella propria casa. Non c’è differenza tra un grattacielo e il lavoro per aprire una porta o su una scala condominiale. Giusto o sbagliato che sia, si può discutere, ma è la legge. E da questo punto di vista Sala starebbe in regola. Andiamo con ordine. Le due sentenze in questione, nn. 2747 e 2748/2025, pubblicate ieri chiariscono che anche per edifici oltre i 25 metri, non si rende necessario il piano attuativo in presenza di una zona già completamente urbanizzata. Nel pronunciamento si legge: «Il consolidato indirizzo giurisprudenziale ha più volte affermato che l’esigenza della pianificazione attuativa, quale presupposto per il rilascio del permesso di costruire relativo a fabbricati, si rende necessaria quando si tratta di asservire per la prima volta un’area non ancora urbanizzata, o per raccordarne l’edificazione al tessuto insediativo esistente, valutando la realizzazione o il potenziamento di opere, urbanizzazioni e servizi necessari collettivi. Il consolidato indirizzo giurisprudenziale esclude la necessità della pianificazione attuativa in presenza di una zona già completamente urbanizzata»; cioè se la zona è interamente compromessa sotto il profilo urbanistico, integralmente interessata da costruzioni e dotata di tutte le opere di urbanizzazione». La sentenza del Tar di Milano nasce da un ricorso relativo alla realizzazione di un fabbricato di 29 metri di altezza tramite un semplice permesso di costruire senza alcun piano attuativo. Con la Scia III era stata ridotta l’altezza dell’edificio, originariamente di nove piani, portandolo a otto. Comunque nonostante l’annunciata riduzione, il palazzo superava i 25 metri. La giustizia amministrativa è intervenuta a dire che la Scia è consentita anche superando questa metratura.Facciamo un chiarimento per chi ha poca dimestichezza con le regole dell’edilizia. La Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) è un atto privato con valenza amministrativa che ha sostituito la Denuncia di inizio attività (Dia) per molti interventi edilizi e altre attività economiche. In pratica, con la Scia, il cittadino o l’impresa, autocertifica di possedere tutti i requisiti e le condizioni necessarie per realizzare un intervento edilizio. Non è necessario attendere un’autorizzazione esplicita da parte della Pubblica amministrazione; l’attività può essere avviata subito.Questa procedura è richiesta oltre che per ristrutturazioni che non comportano modifiche sostanziali alla volumetria o alla destinazione d’uso, per la manutenzione straordinaria che coinvolge parti strutturali dell’edificio (esempio, apertura o chiusura di porte e finestre, realizzazione di scale, sostituzione di tetti o solai), anche per interventi complessi che non richiedono un permesso di costruire. La Scia peraltro è facile da fare, basta tutta la documentazione necessaria, comprese le asseverazioni dei tecnici che attestano la conformità dei lavori alle normative vigenti e si presenta in via telematica allo Sportello unico per l’edilizia (Sue) o allo Sportello unico per le attività produttive (Suap) del Comune competente. I lavori possono iniziare dal giorno stesso della presentazione. Il Comune ha solitamente 30 o 60 giorni, a seconda della tipologia, a disposizione per verificare la completezza e la regolarità della documentazione. Se vengono riscontrate irregolarità, l’amministrazione può richiedere integrazioni o la rimozione degli effetti dannosi. Quindi una semplificazione burocratica importante, poiché non si deve attendere il rilascio di un’autorizzazione preventiva da parte dell’amministrazione. Ma il rovescio della medaglia è che con la stessa facilità si possono costruire edifici importanti. Il Tar fornisce quindi a Sala un assist importante ma al tempo stesso crea un cortocircuito con la Procura che ha costruito l’accusa al sistema Milano del sindaco proprio basandosi sull’uso «facile» della Scia. L’inchiesta è una tegola per tutto il mercato immobiliare milanese. Per quanti hanno acceso un mutuo e attendono di entrare in possesso di appartamenti che chissà quando verranno ultimati. Non solo, i costruttori prima di alzare un mattone ci penseranno mille volte per non incorrere nel rischio di vedersi contestato dalla magistratura ciò che la procedura amministrativa consente. Un bel guaio per Milano, il cui sviluppo edilizio potrebbe essere congelato.
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