2023-01-27
I tank tedeschi nel Donbass ad aprile. «Ma non è un attacco alla Russia»
Polonia e Canada accelerano sui Leopard, Parigi pensa di inviare i Leclerc. Il Cremlino: «La Nato è coinvolta». Rispunta Donald Trump: «Dopo i carri, arriverà l’atomica». Il ministro Guido Crosetto: «Da noi nessun drone all’Ucraina».La Germania «non diventa parte della guerra in Ucraina con la fornitura di carri armati Leopard 2 al Paese aggredito dalla Russia». Così il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, intervistato da Zdf. Stessi concetti espressi dal ministero degli Esteri francese («Né la Francia, né nessuno dei suoi partner è in guerra contro la Russia»), benché Parigi pensi di inviare tank Leclecr, e dal titolare italiano della Difesa, Guido Crosetto: «Gli italiani continuano a essere amici dei russi. La contrapposizione che esiste ora è perché Putin ha deciso di invadere l’Ucraina. Auspico che i rapporti continuino a essere quelli di prima». Crosetto ha smentito che il nostro Paese abbia consegnato droni a Kiev.L’annuncio dell’invio di almeno tre battaglioni di carri armati agli ucraini, fatto prima da Berlino e poi da Washington, dopo una telefonata a cinque tra il presidente Usa, Joe Biden, e i leader d’Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna, ha mandato su tutte le furie i russi. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato: «La fornitura di carri armati a Kiev è la prova del coinvolgimento diretto dell’Occidente nel conflitto in Ucraina». Per il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolay Patrushev, Usa e Nato sono ormai parti del conflitto in Ucraina e «intendono continuare a fare sforzi per protrarre questo conflitto militare». Patrushev, con l’agenzia Interfax, si è detto convinto che «anche con la conclusione della fase calda del conflitto in Ucraina, il mondo anglosassone non fermerà la sua guerra per procura contro la Russia e i suoi alleati». C’è da registrare anche la presa di posizione di Donald Trump, che in un post sul suo social Truth ha criticato la decisione di Biden di inviare i carri alle forze di Kiev: «Prima arrivano i tank, poi le testate nucleari. Bisogna mettere fine a questa guerra folle adesso. È così facile». Ma quando arriveranno questi carri armati, che dovrebbero dare la spallata all’esercito russo? Il viceministro polacco della Difesa nazionale, Wojciech Skurkiewicz, parlando all’emittente Radio Plus, ha dichiarato: «Sono convinto che la Polonia consegnerà i carri armati Leopard all’Ucraina entro poche settimane e non appena gli ucraini saranno stati addestrati, saremo pronti a consegnare questa attrezzatura alla parte ucraina». Poi il viceministro ha aggiunto che Varsavia attende solo il via libera per inviare a Kiev una compagnia (14 mezzi) dei tank di fabbricazione tedesca. Pure il Canada è pronto a fornire quattro cingolati. Quanto alla formazione dei soldati ucraini, il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha annunciato che i militari inizieranno il loro addestramento sui carri armati Leopard 2 di fabbricazione tedesca in un sito in Germania entro la fine di gennaio. Pistorius ha anche detto che prevede che i carri armati arriveranno in Ucraina entro la fine di marzo. Pure i norvegesi offriranno un addestramento specializzato a più di cento truppe dell’esercito ucraino la prossima primavera. Il ministro della Difesa , Bjorn Arild Gram, ha spiegato al quotidiano Dagens Naeringsliv: «Questi soldati riceveranno l’addestramento in una base militare nella provincia di Trondelag». Ma come già visto molte altre volte in questo conflitto, le cose non sono così semplici come possono apparire leggendo le dichiarazioni dei belligeranti o dei loro alleati. Ad esempio, Biden è stato piuttosto evasivo sui tempi di consegna, limitandosi ad annunciare che «l’addestramento dell’esercito ucraino all’utilizzo degli M1 Abrams comincerà presto ma che per l’invio servirà tempo». Ma quanto? Sui giornali americano da giorni si leggono le dichiarazioni di alcuni funzionari del governo, che hanno detto in forma anonima ai giornalisti che «ci vorrà più o meno un anno». I 31 M1 Abrams non verranno infatti presi da quelli già in dotazione dell’esercito degli Stati Uniti, ma verranno costruiti apposta per l’Ucraina, circostanza che allungherà ovviamente i tempi di consegna. Quindi, aldilà della narrazione di queste ore, in realtà gli ucraini la prossima primavera potranno contare solo su Leopard 2 tedeschi e tutto questo non è certo un dettaglio, visto che si prevede che non appena le temperature saliranno il conflitto diventerà sempre più cruento, con i russi che passeranno all’offensiva con ogni mezzo disponibile. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ben consapevole di cosa accadrà in primavera, nelle ultime settimane aveva più volte chiesto alla Germania di decidere sull’invio dei Leopard 2, che a differenza degli M1 Abrams americani non saranno costruiti ad hoc, ma arriveranno direttamente dai depositi dell’esercito tedesco. Una buona notizia per gli ucraini è arrivata nel pomeriggio di ieri dal sottosegretario britannico alla Difesa, Alex Chalk, che intervenendo in Parlamento, ha dichiarato che Londra invierà un totale di 12 carri armati Challenger 2 (quattro subito e gli altri otto a seguire). Inoltre ha aggiunto che «l’addestramento dei soldati al loro uso inizierà lunedì e sarà non solo per gli equipaggi dei tank, ma anche per chi si occuperà della loro manutenzione». C’è infine da registrare quanto avvenuto il 24 gennaio a Berna (Svizzera), dove la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale ha raccomandato al plenum di autorizzare la riesportazione di armi verso l’Ucraina. Con 14 voti a 11, la Commissione ha adottato una mozione e un’iniziativa parlamentare che chiedono la possibilità di procedere in questo senso. Altri Paesi potrebbero esportare armamenti acquistati dalla Svizzera all’Ucraina.
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