2024-04-03
Oltre 2 milioni al mese per i tamponi: indagine sui maxi sprechi in Emilia
Stefano Bonaccini (Imagoeconomica)
Spesi 500.000 euro a settimana per un team che processava i test senza autorizzazione.In piena pandemia Covid-19, in Emilia Romagna, si estromette un laboratorio già operativo per l’analisi dei tamponi per crearne uno dal nulla a spese dei cittadini. Su questa ipotesi di sprecopoli indaga la Procura di Parma che, come riporta il Tempo, ha aperto un fascicolo su quanto accaduto da febbraio 2020 nel secondo ospedale della regione governata da Stefano Bonaccini. Sotto inchiesta sono finite le diagnosi tardive, oltre che «abusive», che avrebbero mandato in tilt il pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Parma, e gli acquisti, senza gara, dei macchinari. Nelle settimane scorse i Nas hanno sequestrato tamponi, referti, provette e documentazione dell’Azienda ospedaliera universitaria. L’inchiesta - che sta valutando l’ipotesi di epidemia colposa - è partita sull’esposto pervenuto dallo stesso nosocomio, relativo al reparto di Virologia, al quale si sono aggiunte le denunce del pronto soccorso e alcuni provvedimenti - tra cui una convenzione retroattiva - presi in emergenza dal direttore generale dell’ospedale Maggiore di Parma Massimo Fabi, uomo del presidente dal 2015 e riconfermato anche dal duo Bonaccini e l’allora vice Elly Schlein, l’8 giugno 2022. Ora la procura vuole vederci chiaro e accertare eventuali responsabilità nella scelta del dirigente di estromettere alcuni laboratori di eccellenza dell’Aou, tra cui quello di Microbiologia e Virologia, dalla rete dei centri per l’analisi dei test molecolari, in una fase drammatica dell’emergenza. A marzo 2020 Fabi, invece di avvalersi di un polo già operativo e attrezzato, avrebbe infatti, preferito creare, dal nulla, all’Istituto di Igiene dell’università, un laboratorio per la diagnosi del Covid. Oltre quindi a non usare quanto già a disposizione, per creare una nuova squadra di virologi, il rettore dell’Università, Paolo Andrei, è stato costretto a cercare, con una lettera del 19 marzo 2020, medici disponibili a formare il nuovo team, mentre è stato necessario reperire anche la strumentazione per effettuare i tamponi, i macchinari e i dpi, tutto senza gara. I carabinieri del Nas stanno analizzando i reperti medici sequestrati, mentre i pm valutano eventuali sprechi. Come risulta dalla «Rendicontazione spese effettuate Covid-19» di marzo-aprile 2020, la Regione a guida Pd ha sborsato, soltanto per reagenti e provette, oltre 530mila euro la settimana per attrezzare il laboratorio voluto da Fabi. A queste spese si devono aggiungere quelle per i nuovi macchinari, nonostante altri stessero inutilizzati nel laboratorio estromesso. Ma c’è di più. Dal Laboratorio di Igiene, esterno al Servizio sanitario - non essendo per fini diagnostici, ma di ricerca - sarebbero usciti referti che sono diventati ufficiali solo un anno e tre mesi dopo, cioè a seguito della firma della Convenzione tra l’Aou di Parma e l’università che autorizza il Laboratorio di Igiene all’attività di analisi dei test molecolari, arrivata solo il 12 maggio 2021. Da qui l’efficacia «retroattiva» prevista nell’accordo e fissata al 23 febbraio 2020. L’indagine deve quindi appurare con quale procedura il Laboratorio esterno al Ssn sia stato incluso, e abbia operato, nella rete dei centri diagnostici Covid, in una fase in cui il ministero raccomandava di affidare l’esecuzione del molecolare Sar-Cov2 ai laboratori dei principali ospedali, a costo zero per la sanità pubblica, mentre la Regione Emilia Romagna aveva addirittura comunicato, al ministero, che sarebbe stato il laboratorio di Igiene quello di riferimento regionale. Da qui si sarebbe scatenato il caos.
Thierry Sabine (primo da sinistra) e la Yamaha Ténéré alla Dakar 1985. La sua moto sarà tra quelle esposte a Eicma 2025 (Getty Images)
La Dakar sbarca a Milano. L’edizione numero 82 dell’esposizione internazionale delle due ruote, in programma dal 6 al 9 novembre a Fiera Milano Rho, ospiterà la mostra «Desert Queens», un percorso espositivo interamente dedicato alle moto e alle persone che hanno scritto la storia della leggendaria competizione rallystica.
La mostra «Desert Queens» sarà un tributo agli oltre quarant’anni di storia della Dakar, che gli organizzatori racconteranno attraverso l’esposizione di più di trenta moto, ma anche con memorabilia, foto e video. Ospitato nell’area esterna MotoLive di Eicma, il progetto non si limiterà all’esposizione dei veicoli più iconici, ma offrirà al pubblico anche esperienze interattive, come l’incontro diretto con i piloti e gli approfondimenti divulgativi su navigazione, sicurezza e l’evoluzione dell’equipaggiamento tecnico.
«Dopo il successo della mostra celebrativa organizzata l’anno scorso per il 110° anniversario del nostro evento espositivo – ha dichiarato Paolo Magri, ad di Eicma – abbiamo deciso di rendere ricorrente la realizzazione di un contenuto tematico attrattivo. E questo fa parte di una prospettiva strategica che configura il pieno passaggio di Eicma da fiera a evento espositivo ricco anche di iniziative speciali e contenuti extra. La scelta è caduta in modo naturale sulla Dakar, una gara unica al mondo che fa battere ancora forte il cuore degli appassionati. Grazie alla preziosa collaborazione con Aso (Amaury Sport Organisation organizzatore della Dakar e partner ufficiale dell’iniziativa, ndr.) la mostra «Desert Queens» assume un valore ancora più importante e sono certo che sarà una proposta molto apprezzata dal nostro pubblico, oltre a costituire un’ulteriore occasione di visibilità e comunicazione per l’industria motociclistica».
«Eicma - spiega David Castera, direttore della Dakar - non è solo una fiera ma anche un palcoscenico leggendario, un moderno campo base dove si riuniscono coloro che vivono il motociclismo come un'avventura. Qui, la storia della Dakar prende davvero vita: dalle prime tracce lasciate sulla sabbia dai pionieri agli incredibili risultati di oggi. È una vetrina di passioni, un luogo dove questa storia risuona, ma anche un punto d'incontro dove è possibile dialogare con una comunità di appassionati che vivono la Dakar come un viaggio epico. È con questo spirito che abbiamo scelto di sostenere il progetto «Desert Queens» e di contribuire pienamente alla narrazione della mostra. Partecipiamo condividendo immagini, ricordi ricchi di emozioni e persino oggetti iconici, tra cui la moto di Thierry Sabine, l'uomo che ha osato lanciare la Parigi-Dakar non solo come una gara, ma come un'avventura umana alla scala del deserto».
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