2022-01-03
I farmacisti possono dare lezioni a Mattarella
Chi fa tamponi rivela che i vaccinati sono più pericolosi e smonta la retorica di Stato.In un paese del Cremasco, zona nella quale risiediamo quando siamo in Italia, un amico si è recato da un farmacista per sottoporsi a un tampone (tutto e tutti rimarranno rigorosamente anonimi). Il farmacista gli ha chiesto se era vaccinato; lui ha avuto un attimo di esitazione temendo un diniego, o un prezzo più alto, poi ha confessato di non esserlo. La reazione del farmacista lo ha stupito: se fosse stato vaccinato, gli ha spiegato, lui avrebbe dovuto eseguire il tampone fuori dal negozio, perché di questi tempi i vaccinati sono spesso infetti. Siccome non lo era, poteva entrare e compiere l’operazione con maggiore comodità. È conoscenza comune che oggi le farmacie sono posti pericolosi: pieni di vaccinati contagiati e quindi brodo di coltura per il virus. Lo sanno quelli che le frequentano, e sono in molti perché ormai il tampone, grazie alle lungimiranti politiche del governo, è necessario per fare quasi tutto e dà luogo, per i vaccinati, a una frequenza impressionante di positività. Un altro farmacista aveva fatto circolare un video in cui mostrava i risultati positivi dei tamponi da lui effettuati negli ultimi giorni, distinguendo fra vaccinati e non: i secondi erano quattro o cinque, i primi una ventina. Ma l’ordine dei farmacisti ora minaccia di punirlo con gravi sanzioni, per aver diffuso notizie false. Falso è quel che appare evidente all’esperienza comune; vero è quel che decide il governo e viene pubblicato dai suoi strumenti di propaganda. Il 20 dicembre scorso Sergio Mattarella, nel discorso in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della società civile, ha detto (fra l’altro): «I vaccini sono stati la migliore arma di difesa e gli italiani hanno risposto con maturità. Anche la macchina organizzativa dello Stato e delle Regioni si è mostrata all’altezza. Grazie all’alto numero di vaccinazioni ci troviamo oggi in condizioni migliori di altre aree d’Europa. Dobbiamo continuare senza incertezza su questa strada. Così ci potremo assicurare la più alta protezione possibile». E nel discorso di fine anno, pur riconoscendo che i vaccini non garantiscono «l’invulnerabilità», ha insistito sullo stesso tono: «La ricerca e la scienza ci hanno consegnato, molto prima di quanto si potesse sperare, questa opportunità (del vaccino, ndr). Sprecarla è anche un’offesa a chi non l’ha avuta e a chi non riesce oggi ad averla. I vaccini hanno salvato tante migliaia di vite, hanno ridotto di molto - ripeto - la pericolosità della malattia». Sulla statura culturale, morale e umana di Mattarella non farò alcun commento, perché l’Italia repubblicana ha trovato opportuno mantenere nel codice penale il reato fascista di vilipendio del capo dello Stato. Mi limiterò a dargli un amichevole consiglio: oltre a frequentare i palazzi del potere e i palchi della Scala, si faccia qualche volta un giro (in rigoroso anonimato) per le farmacie del Cremasco, o del Vicentino, o anche di qualche borgata romana.
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