2024-11-29
Tajani torna alla carica sui «nuovi italiani»
Il vicepremier rilancia: «Andiamo avanti sullo ius Italiae per dare la cittadinanza a chi ha frequentato per 10 anni la scuola qui, pure il Carroccio si convincerà». L’azzurro Raffaele Nevi: «Il canone Rai? Salvini paraculetto». Il leghista stempera: «Peace and love».Dopo che Forza Italia ha votato con l’opposizione contro l’emendamento che propone di abbassare il canone Rai, le tensioni nel centrodestra proseguono sul fronte dello ius scholae. Ancora una volta è stato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a provocare irritazione negli alleati di governo rilanciando la sua proposta di legge. Ha assicurato che Forza Italia andrà avanti «per concedere la cittadinanza ai figli di non italiani che frequentano per 10 anni la scuola in Italia». Da sempre ripete che «è una questione di diritti, prima ancora che di leggi. Ed è compatibile con il programma del centrodestra». Due giorni fa è tornato a sostenerla, definendola «una proposta di buon senso, anche la Lega si convincerà». E ha aggiunto: «Vogliamo cambiare la norma sullo ius sanguinis. La cambieremo anche perché era stata concessa, a causa di imbrogli, a cinque hezbollah, che l’hanno ottenuta attraverso una truffa», ha dichiarato, ospite del programma Il cavallo e la torre su Rai 3. Il tema è soprattutto quello degli oriundi. Tajani l’aveva detto altre volte, di essere determinato a limitarne l’accesso «perché la cittadinanza è una cosa seria. Io voglio che il passaporto lo ottengano persone che amano e sono appassionate dell’Italia» altrimenti nel momento del voto all’estero «una volta ottenuta la cittadinanza queste persone a cui non interessa l’Italia che fanno? Danno la loro scheda al miglior offerente?». Gli alleati sono contrari a qualsiasi tipo di cambiamento dell’attuale legge in vigore, ma è sullo ius scholae il disappunto più grande della Lega. «La cittadinanza va bene così com’è» e «non penso sia l’emergenza degli italiani», sostiene Salvini. La tensione con gli azzurri è andata crescendo dall’estate scorsa. Dal palco di Rimini Tajani provocava: «Preferisco una persona che non ha il cognome italiano e ha i genitori non nati in Italia, che canta l’inno di Mameli, a uno nato in Italia da genitori italiani, ma si rifiuta di cantarlo». Per il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, l’insistenza sul tema «offre una sponda alle opposizioni e rischia di minare la stabilità del governo». Chiedeva: «Cosa fanno, presentano una proposta di legge in Parlamento e l’approvano con i voti della sinistra? Che cosa potrebbe capitare?». In una intervista a Repubblica, il leader di Fi chiariva: «Nessun inciucio col Pd, nessun tradimento. Ma se il Pd si dice d’accordo con me, non posso essere io a cambiare idea. I sondaggi dicono che gli italiani sono a favore dello ius scholae. Detto ciò, c’è tempo. E sarebbe un’iniziativa dei nostri parlamentari, non del governo». Mercoledì, lo strappo con gli alleati sull’abbassamento del canone è stato fatto da Forza Italia votando con il centrosinistra. Uno sgarbo al Carroccio, che aveva presentato l’emendamento chiedendo il taglio del canone da 90 a 70 euro. «Un inciampo della maggioranza», come l’ha definito Palazzo Chigi, smorzando i toni. Lo scontro tra azzurri e Lega rimane. Il portavoce nazionale di Fi, Raffaele Nevi, dopo avere dato del «paraculetto» a Salvini su Affari Italiani perché dice che «nel programma (di governo, ndr) c’è anche la riduzione della pressione fiscale per difendere l’emendamento bocciato sul canone Rai», ha consigliato alla Lega: «Si dia una calmata, abbassi i toni e torniamo a parlarci di più». «Peace e love», è stata la diplomatica replica del segretario leghista, che poi, alla presentazione del libro di Bruno Vespa, ha aggiunto: «Sul canone Rai non mi interessa far polemica, andiamo avanti. Berlusconi diceva che ogni taglio di tasse è una buona notizia, questo era un piccolo taglio di tasse ma non mette in discussione il governo né i miei nervi».Tornando alla cittadinanza, Salvini non intende modificare la legge, l’aveva detto anche due mesi fa: «È fuori discussione che il centrodestra possa approvare lo ius scholae, lo ius soli o scorciatoie per la cittadinanza agli stranieri». Anzi, assicurava: «Per quel che riguarda me e la Lega proporremo una restrizione sia sui ricongiungimenti familiari che spesso e volentieri aggirano la normativa, che una legge apposita per togliere la cittadinanza agli immigrati che delinquono nel nostro Paese».E quando il ministro degli Esteri presentò a Milano la proposta di legge di Fi, il leader del Carroccio provvide a liquidarla con un: «Non mi interessa, non è un’emergenza, non è nel programma di governo, non abbiamo chiesto i voti per questo, la gente non mi chiede di lavorare sulle cittadinanze da dare in omaggio».Sempre Nevi ieri ha voluto contraddire Salvini: «Falso. Al punto sei del programma elettorale con il quale abbiamo vinto le elezioni nel 2022 c’è il principio generale di una migliore integrazione degli stranieri regolari in Italia. Ed è proprio la nostra proposta che abbiamo chiamato ius Italiae».Tajani ha provato a smorzare i toni: «Nessuna ripicca, non litigo con nessuno e non c’è nessun problema, la maggioranza è solidissima». Intanto, non cede di una virgola sulla sua proposta.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)