Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi (Ansa)
La Lega prova a forzare la mano sul ripristino dei decreti Sicurezza. Certe, comunque, le linee guida: stretta sui trafficanti di esseri umani, semplificazione burocratica per i regolari, espulsioni più facili. Franco Corbelli (Diritti civili) : «Seppelliamo le vittime a Tarsia».
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- La tragedia di Cutro causata da un cortocircuito comunicativo: prima la segnalazione dell’agenzia europea che parlava di «navigazione regolare», poi il mancato Sos dal barcone. E il mare in tempesta non ha aiutato.
- Matteo Piantedosi riferisce in Aula: «Non ho motivo di ritenere che ci siano stati degli errori» Intanto anche il governo tedesco valuta una nuova stretta contro i natanti delle Ong.
Lo speciale contiene due articoli
Matteo Piantedosi (Ansa)
Che cosa ha detto di tanto strano Matteo Piantedosi da meritare titoli in prima pagina della maggior parte dei giornali italiani? Una cosa ovvia, magari graffiante come la carta vetrata, soprattutto se si è di fronte a una tragedia con decine di vittime tra cui molti bambini, ma comunque evidente. Per il ministro dell’Interno «la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo le vite dei propri figli». E che cosa c’è di scandaloso in tutto ciò? Perché a sinistra hanno definito le parole del numero uno dei Viminale «indegne», «inaccettabili», «disumane», per arrivare poi a chiedere le dimissioni dell’uomo a cui è affidata la responsabilità delle forze dell’ordine? Non è forse vero che per quanto si sia disperati e si voglia fuggire da un Paese per dare un futuro migliore alla propria famiglia, il viaggio non può essere intrapreso mettendo in pericolo la vita stessa dei figli?
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Le Ong attaccano il governo per la tragedia in Calabria. Ma neanche loro l’avrebbero evitata: l’unico modo di impedire i massacri è ridurre le partenze. Il ministro: «La disperazione non può mai giustificare un viaggio che metta in pericolo la vita dei propri figli».
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La nave, assegnata a La Spezia, inverte la direzione e fa due operazioni aggiuntive. Ma nega di aver violato il nuovo codice e chiede un porto più vicino. Il Viminale: «Verificheremo il rispetto delle norme dopo l’arrivo».